Vite corsive Vite corsive

Vite corsive

Letteratura italiana

Editore


La rivoluzione digitale del secondo millennio ha ormai cancellato il corsivo, il ductus della scrittura, trasformando quei caratteri tanto cari alle passate generazioni in geroglifici incomprensibili. Per questo motivo il giovane ispettore Loreta Assensi, poco più che trentenne, è costretta a chiedere aiuto per risolvere un insolito caso d’omicidio. Insolito a partire dall’arma, perché chi ha ucciso lo ha fatto con i fiori. Insolito perché l’unico indizio è un’ingiallita lettera vergata a mano che l’antiquario veronese Roberto Trentin tiene stretta nel suo letto di morte. Ad aiutarla è un docente e ricercatore fuori dalle righe e dal tempo: il Filografo. Sarà proprio lui a farle intraprendere un viaggio che la porterà dalle rive scaligere dell’Adige sino alle sponde del Riò Paranà. Non solo un giallo dai riflessi noir, ma il presagio di un mondo il cui passato presto svanirà nell’effimera vita di uno stile di comunicare senza più carta, senza più inchiostro.



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Vite corsive 2009-02-01 18:55:14 Lupolucio
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Lupolucio Opinione inserita da Lupolucio    01 Febbraio, 2009
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Un nuovo genere giallo

Il Filografo è una rivelazione che trasforma il giallo in una riflessione sul legame tra passato e futuro. La scrittura che andiamo a sostituire a colpi di sms diventa un'inaspettata traccia per inseguire chi ha commesso un omicidio. Al tempo stesso è sapiente il cambio repentino di scenari che solo da metà del libro consentono a chi legge di prendere parte all'indagine con un ritmo che incalza sempre di più strada facendo. Lo scenario di un mondo privato della parola scritta s'attorciglia ad un gioco di rapporti sempre più virtuali dove le pulsioni ormonali dei due protagonisti (lei è da urlo), che mostrano incertezze da liceali facebookiani, s'intrecciano all'inchiesta che corre sul filo della storia tra Italia ed Argentina. Da non abbandonare sul comodino, leggerlo tutto d'un fiato è più gratificante. Minore l'editore (Ibiskos Editrice Risolo), ma con affascinante risvolto letterario: Antonietta Risolo è la nipote di Amalia Popper, allieva e musa ispiratrice di James Joyce.

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Carambole di Hakan Nesse per l'architettura delle situazioni, Il Birraio di Preston di Camilleri per l'originale bandolo della matassa
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Vite corsive 2008-11-20 04:29:38 Alessandro
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Opinione inserita da Alessandro    20 Novembre, 2008

Sorprendente accento noir

Non è certamente un giallo per lettori distratti, questo va detto subito e lo si intuisce sin dai primi capitoli dove le tessere del puzzle si sparpagliano apparentemente senza un senso. Poi la trama segue sorprendenti vicende storiche tra Italia ed Argentina e riannoda i fili, i fili della scrittura perchè è proprio la scrittura ad uccidere e ad indagare. Il fiato allora comincia a mancare via via che le tessere si incastrano ed il ritmo aumenta. Il personaggio del filografo è quanto ogni donna vorrebbe incontrare almeno una volta nella vita. Di lei, l'investigatrice dai capelli rossi, intriga la repressa passionalità. Poi ecco la pennellata nera a cancellare ogni certezza. Autore non ancora completamente maturo, ma già succoso al punto da volerlo assaggiare.

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L'uomo dei cerchi azzurri di Fred Vergas o Carambole di Hakan Nesser
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