Narrativa italiana Racconti Le notti difficili
 

Le notti difficili Le notti difficili

Le notti difficili

Letteratura italiana

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Uscita nel settembre 1971, la raccolta di elzeviri e racconti Le notti difficili è l'ultima opera pubblicata da un Buzzati già segnato dalla malattia che l'avrebbe portato di lì a poco alla morte. Nei cinquantuno testi che compongono il libro, spesso autobiografici, ritornano in chiave rinnovata i temi più cari dell'autore: l'inquietudine delle attese, il senso dello scorrere del tempo, gli incubi notturni, l'indifferenza del destino, la magia racchiusa nell'ovvio¿ Il tutto sullo sfondo di una quotidianità percorsa da strani segni premonitori, in continua oscillazione tra la cronaca e un realismo favoloso nel quale vengono accentuati i toni, per altro non insoliti nella produzione dello scrittore bellunese, dell'ironia in ogni sua forma: dallo scherzo giocoso al sarcasmo crudele e fin apocalittico.



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Le notti difficili 2015-03-22 06:09:14 siti
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siti Opinione inserita da siti    22 Marzo, 2015
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Fantasia di Buzzati

Raccolta di elzeviri e racconti, ultimo libro pubblicato, Buzzati vivente, nel 1971 quando era già un condannato a morte: si spense nel gennaio del 1972.
I motivi sono quelli tipici della tematica buzzatiana: paure,incubi, morte, le fratture minime dello spazio, del tempo, della quotidianità, l’attesa, la solitudine, il rifugio nella fantasia come àncora di salvezza per una realtà troppo raziocinante.
La scrittura è potente e riflette la drammaticità dell’uomo moderno, malato perché vivente e con una condanna pendente: la morte. Buzzati sapeva che i suoi giorni erano contati e ha colto tutte le sfumature della condanna ( la vita) con ironia.
L’immaginazione sconfina come al solito nel surreale e ci restituisce la viva realtà dell’Uomo, l’essere debole, solo, limitato dalle sue paure,in balìa dei suoi egoismi, stupidamente banale.
La raccolta si apre con la demonizzazione del retaggio d’infanzia: il Babau. Un consiglio comunale ne decide la soppressione; la denuncia è implicita: il mondo uccide la fantasia, l’illusione, la favola.
È una raccolta caratterizzata da singoli componimenti e da brevi sezioni fatte di piccoli componimenti. La sezione “Solitudini”, (sfondo storico gli anni ’60: Vietnam, bambini focomelici, naplam) , parla sotto la veste di ordinaria quotidianità della straordinaria assurdità del comportamento umano quando eccede in egoismo e indifferenza. “I giorni perduti” ma anche “La parete” con le meravigliose Alpi Oniriche sono i racconti più riusciti ed emblematici. E che dire del geniale “Equivalenza” dove la condanna a morte per un essere umano è data dal sapere con certezza la data della propria morte anche se a distanza di due secoli?
Seguono rappresentazioni che tendono a criticare la società di massa che appiattisce e omologa stupidamente l’uomo moderno.
I medici e i loro responsi qua e là irrompono con il loro gioco di detto e non detto, con sentenze di morte miseri prolungamenti di vita. Il sogno e la potenza allegorica che richiama, la cattiveria umana, l’arte, le condizioni di vita in città, la montagna, l’auto anche personificata .
E qua e là intravedo pure Dio: bellissimo il racconto “Contestato”. E ancora la vita come droga, ma potrei continuare per molto ancora tale è il ricco catalogo contenuto in questa raccolta.
Vi lascio invece con il misto di gioia, stupore, riflessione e ammirazione che sempre mi accompagna quando leggo questo mirabolante scrittore e allora :”Galoppa, fuggi, galoppa superstite fantasia” la tua caro Buzzati che rimpingui la mia.

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