Narrativa straniera Fantasy La rivincita di Gemma
 

La rivincita di Gemma La rivincita di Gemma

La rivincita di Gemma

Letteratura straniera

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Ritorna con il terzo libro l'eroina vittoriana e new gothic che ha affascinato milioni di lettrici nel mondo. Incomincia un nuovo anno scolastico e Gemma Doyle, alla soglia dei diciassette anni, si ritrova all'appuntamento con la lugubre Spence Academy. L'Ordine, la misteriosa congrega di cui faceva parte la madre, lotta con il Rakshana per il controllo dei regni, la dimensione magica dove i morti tornano in vita e tutti i desideri, anche i più pericolosi, sembrano realizzarsi. Mentre Pippi, nella sua nuova incarnazione, è sempre più determinata a vendicarsi delle antiche compagne di scuola e qualcuno vuole ricostruire a tutti i costi la maledetta ala est del collegio, Gemma deve affrontare il debutto nella società londinese con le amiche Felicity e Ann, e insieme i suoi sentimenti per Kartik. Tra la realtà e la fantasia, dove si nasconderanno le maggiori insidie? Magie, colpi di scena, tra amori impossibili, lacrime e sangue.



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La rivincita di Gemma 2020-04-13 10:34:59 La Lettrice Raffinata
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La Lettrice Raffinata Opinione inserita da La Lettrice Raffinata    13 Aprile, 2020
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Femminismo: come NON parlarne

Ultimo capitolo della trilogia di Gemma Doyle scritta da Libba Bray, "La rivincita di Gemma" mi ha dato una conferma definitiva: se questo è davvero il meglio del new gothic, come indicato in quarta di copertina, evidentemente non si tratta del genere per me.
In questo romanzo, la storia riprendere pochi mesi dopo la conclusione di "Angeli ribelli", con una serie imbarazzante di info-dump e con la cara Gemma detentrice di tutta la magia dei regni; per cosa deciderà di usarla? io le avrei magari suggerito di ricordarsi della piccola Polly, "ospite" di un pedofilo, ma la nostra eroina decide di impiegare il suo illimitato potere per dar vita a stupidi inganni, come distrarre la madre di Felicity convincendola di aver visto una conoscente tra la folla.
Ma non c'è tempo da perdere (o meglio, non ci sarebbe, ma l'autrice se la prende alquanto comoda) perché oscure minacce incombono su Gemma da... praticamente, da tutte le parti! La Bray cerca in ogni modo di mettere ansia ai suoi lettori, con il risultato che la maggior parte degli antagonisti risultano alla fine ridicoli, almeno quanto gli eroi.
In generale il romanzo si mantiene in linea con i precedenti: pagine su pagine di scene inutili ai fini della trama, decine di temi importanti trattati con superficialità, una valanga di comparse dallo spessore della carta velina, uno stile urticante e buchi di trama -specialmente per quanto riguarda gli aspetti fantasy- grandi quanto voragini. A peggiorare il tutto abbiamo una retorica "femminista" troppo strombazzata e, nei fatti, mal sviluppata: dopo due libri in cui la protagonista viene molestata (romanticamente?) dal suo interesse amoroso, il massimo a cui arriva l'autrice è un ribaltamento dei ruoli, con lei che usa la magia per costringerlo a baciarla.
Cara Libba, se a compiere la violenza è una donna, non per questo l'atto perde di valore o può essere legittimato. E il femminismo è ben altro dal nominare un paio di suffragette al bar.


Di seguito, vado ad analizzare (con SPOILER) i dieci motivi per i quali sconsiglio questa serie.

1. GEMMA DOYLE
Al primo posto non poteva che esserci la protagonista di tale scempio. Gemma è abbastanza classica nella sua caratterizzazione: bella ma inconsapevole di esserlo (perché a tutti fanno schifo i capelli rossi naturali e gli occhi verdi, giusto?), piena di magici poteri che non vuole, appassionata di libri senza essere mai stata vista leggere una sola pagina, e -ovviamente- una vera drama queen, che trasforma in tragedia ogni inerzia:

«Muoio di mille morti insolite e crudeli quando cinquanta paia di occhi si posano su di me e mi valutano come un trofeo da esporre sopra il camino nell’abitazione di un gentiluomo.»

Il povero lettore si trova a dover sopportare pagine e pagine farcite dalle sue continue lamentele,

«Vengo assalita da una nuova paura: non riuscirò mai e poi mai a essere così bella. [...] Non c’è speranza. In realtà non ho niente di brutto; il problema è che non ho neppure niente di notevole.»

che non la rendono di certo più vicina al pubblico, ma solo più fastidiosa, dovendo affrontare l'intera serie unicamente dal suo punto di vista.
Forse nel tentativo di caratterizzarla un po' meglio, la Bray prova a darle dei tratti negativi; ed ecco che a tutti i problemi sopra elencati si aggiunge il suo essere una totale ipocrita, tanto da dover avvisare nelle rare occasioni in cui non sta mentendo. Ad esempio, la vediamo compatire continuamente Ann, ma quando ne ha l'occasione non esita a deriderla a sua volta, come le compagne di scuola che tanto detesta,

«Le altre ragazze non si stancano mai di tormentarla, e lei cammina a testa bassa, sopportando la loro crudeltà. [...] Ann ci raggiunge ansimando e sbuffando. Scivola e cade indecorosamente in una nuvola bianca lanciando un gridolino. Io e Felicity ridiamo spietate.»

Gemma si comporta poi come se le sue azioni fossero sempre giuste, senza mai fermarsi ad elaborare dei piani seri o a riflettere sulle possibili conseguenze,

«Metterò a posto le cose nei regni e nelle Terre d’Inverno e poi... e poi? Mi preoccuperò un’altra volta del poi.»

Insomma, una protagonista con la quale è difficile empatizzare e che porta lo sventurato lettore ad alzare gli occhi al cielo più volte di quante si possano contare.

2. LA SPENCE ACADEMY FOR YOUNG LADIES
E qui già siamo nella fantascienza, ancor prima di arrivare agli elementi fantasy. Questo collegio dovrebbe essere il luogo ideale dove crescere giovani ragazze di buona famiglia, addirittura esponenti della nobiltà britannica, ma nella pratica vediamo un luogo che, con il proseguire della serie, diventa sempre più una caricatura di se stesso.
Fin dal primo libro vediamo la (teoricamente) austera preside acconsentire a materie ed attività poco consone con l'ambientazione storica; nel terzo volume non si nominano quasi le lezioni che le protagoniste seguono e l'edificio sembra più un dormitorio o un punto di ritrovo per i momenti di calma della trama.
E cosa dire delle molte incoerenze? Già la presenza di Ann in questa scuola è inspiegabile (cosa c'entra tutto ciò col diventare una governante?), ma cosa dire poi dei lavori di ristrutturazione cominciati a metà anno e che interferiscono continuamente con l'attività scolastica? perché, ovviamente, se qualcuno discute nel cantiere l'intero collegio deve accorrere per assistere alla scenetta.
Ne approfitto per citare qui una grave mancanza di questi libri: le mappe! E non parlo di mappe inserite nei volumi stampati per i lettori, ma di una mappa che l'autrice avrebbe dovuto disegnare per se stessa mentre stava scrivendo questi libri.
Il problema si ripropone anche per i regni e in parte la città di Londra, ma diventa palese nelle parti ambientate alla Spence: prima viene detto che l'edificio è circondato da possenti mura, poi chiunque entra senza difficoltà; alcune volte vediamo persone arrivare in carrozza dalla stazione, in altre scene sembra che questa sia solo qualche metro fuori dalla porta; per arrivare al cimitero si possono impiegare pochi minuti o interi capitoli, a seconda di cosa conviene alla narrazione.
Un appello che vale per tutti gli scrittori: disegnate una mappa, e rimanetele fedele!

3. RAKSHANA
In realtà vorrei parlare un po' di tutti gli antagonisti, ma per semplicità ci concentreremo soltanto sul Rakshana, ossia i leali custodi dell'Ordine che -per ragioni di trama- diventano una versione fantasy della massoneria.
La loro storia è poco chiara, ma ancor più confuso è il loro modo di ragionare:

«"Dovevi tenerla d’occhio e riferire a noi. Tutto qui. Era una missione troppo difficile per te, novizio?" [...] "Quella ragazza è più pericolosa di quanto lei stessa sappia. E rappresenta una minaccia più di quanto tu pensi, ragazzo. Ha il potenziale per distruggerci tutti."»

E contro una che può distruggervi tutti mandi un novizio? e hai pure il coraggio di spacciarla per una missione facile?
L'aspetto più esilarante degli antagonisti è dato però dal contrasto tra il modo oscuro e pericoloso con cui vengono inizialmente presentati e il comportamento che poi dimostrano. Il Rakshana per due libri trama nell'ombra per danneggiare Gemma, senza fare mai nulla in concreto; quando finalmente agisce, rapendo Tom, la loro fulminea sconfitta li rende davvero ridicoli.

4. SISTEMA MAGICO
In questa trilogia tutto è spiegato male e sembra inadatto al contesto ed alle relazioni; più di tutto, il sistema magico risente di questa situazione. Con la scusa che neanche Gemma capisce bene il funzionamento della magia, il lettore si trova in una storia piena di elementi fantastici dei quali sa poco o niente.
Non so neppure da dove cominciare perché tanto gli "incantesimi" quanto le creature soprannaturali non agiscono seguendo una logica interna al loro mondo, ma unicamente in modo da rendersi utili al proseguimento della trama.
Un esempio: ci viene detto che l'Ordine è il solo ad aver posseduto la magia nei regni,

«Per tenere al sicuro la magia, l’Ordine la sigillò in un cerchio di rune.»

quindi come si può spiegare quanto fanno Mary e Circe?

«Quella notte, mia madre e la sua migliore amica offrirono un sacrificio, una piccola zingara, alle creature delle Terre d’Inverno in cambio del potere.»

se loro facevano già parte del gruppo detentore del potere, cosa potevano offrire loro le creature delle Terre d'Inverno? E non osate rispondermi nominando l'Albero perché prima dell'imprigionamento di Eugenia quello non aveva alcun potere da elargire.

5. CONTRADDIZIONI
Ne abbiamo già parlato nei punti precedenti, ma il problema è così diffuso che non posso chiudere gli occhi (e poi devo arrivare a dieci punti!). Qualche esempio è d'obbligo; già dalle descrizioni si nota una certa confusione:

«È difficile distinguere che cosa sia alla fioca luce del tramonto. La luna inonda il tetto, illuminando scorsi e brandelli [...].»

Quindi siamo al tramonto, ma già la luce lunare inonda il tetto... ceeerto.
Parliamo ancora di condizioni atmosferiche con queste due frasi, divise da solo due righe di testo:

«Le patate sono fredde e insipide ma le mangio lo stesso, come se non avessi sentimenti che possano essere feriti e lo sghignazzare delle altre ragazze non fosse altro che lo scrosciare della PIOGGIA. [...] Ha NEVICATO per tutta la mattina.»

Si raggiunge poi il vero e proprio nonsense. In una scena una ragazzina dice di aver visto i folletti e, quando le viene chiesto di descriverli, afferma che:

«"Li ho visti, erano cavalieri con i mantelli neri. I loro poveri cavalli erano così infreddoliti e pallidi. [...] avevo troppa paura".»

A qualcuno questa sembra la descrizione di un simpatico folletto? Direi che siamo più vicini ad un cupo mietitore, se proprio vogliamo trovare un'analogia.

6. STILE
Lo stile della Bray non mi ha aiutato a digerire meglio questi libri, specie perché anche questo è (indovinate un po'...) confuso! Lo si nota nei cambi di ambientazione che si svolgono nello stesso paragrafo, creando un inutile caos.
Nelle descrizioni si toccano le vette più alte della semplice bruttezza narrativa. Due esempi per i palati più ricercati, che non voglio nemmeno commentare:

«Nei muri si aprono variopinte vetrate istoriate con annunci di Dio, scene pastorali di angeli indaffarati nelle solite occupazioni angeliche come apparire ai pastori, annunciare loro liete novelle, accarezzare pecore, cullare neonati.»

«Ci osserva con un’espressione curiosa, come se fossimo due finestre sul passato. Due spettri.»

Ci sono anche alcuni passaggi in cui l'autrice allunga ulteriormente un brodo già annacquato con delle descrizioni inutili.

«Brigid infila l’ago nel tessuto e lo estrae dal lato opposto.»

Quindi sta semplicemente cucendo, giusto?
Abbiamo anche due righe sprecate per spiegare lo svolgersi di una normale giornata:

«Ben presto il mattino scivolerà nel pomeriggio, verrà il tramonto. E poi la notte.»

D'altro canto, lo stile non poteva essere troppo ricercato, o non si sarebbe abbinato alla storia ed ai personaggi.

7. TEMATICHE
Nella serie vengono trattate un gran numero di tematiche, a mio parere decisamente troppe se consideriamo che ci deve essere lo spazio per l'avanzamento della trama (buono) e lo sviluppo dei personaggi (meno buono).
La Bray affronta violenza, suicidio, pedofilia, autolesionismo e dipendenza. Tutto ciò mi pare un po' eccessivo per una serie pensata per intrattenere. Ma non ci sarebbe in fondo nulla di male se almeno l'autrice parlasse di questi problemi con buon senso, mentre la leggerezza regna sovrana e alcuni temi sono giusto accennati.
Avrei di gran lunga preferito che ci si focalizzasse su un solo aspetto e, almeno quello, avesse il giusto spazio.

8. VIOLENZA E "MASCOLINITÀ"
Qui posso finalmente parlare del caro Kartik, l'interesse amoroso della nostra Gemma che già dal primo libro dimostra con queste azioni quanto sia adatto per il ruolo:

«Rapido come una saetta, mi blocca contro il muro e mi preme un braccio contro la gola. [...] La pressione del suo braccio mi stordisce.»

Per merito di questo personaggio veniamo deliziati anche da una combo interessate: aggressione violenta e stalking angosciante,

«Mi avvicino alla tenda e lui mi afferra per un polso.
"Non farlo mai più", mi ammonisce, spingendomi dentro la tenda, per poi incamminarsi verso la foresta e tornare a essere gli occhi della notte, sempre vigili su di me.»

In generale gli uomini vengono descritti in modo parecchio stereotipato, calcando la mano sulla loro mascolinità; ad esempio, Kartik pensa:

«Quando mi resi conto che mi sarebbe stata risparmiata la vita, mi vergogno a dire che fui sul punto di piangere dal sollievo.»

La Bray dimentica che un momento di debolezza non ti rende meno uomo.
Di norma non sono contraria alla violenza nei libri, se ben contestualizzata; il problema qui è presente dal momento che viene vista in chiave romantica! In "Angeli ribelli", Gemma fantastica per ben due pagine sulla possibilità di essere aggredita da Kartik,

«Forse cercherà di cogliermi di sorpresa? Scivolerà alle mie spalle e mi circonderà la vita con lei sue forti braccia? [...] Magari cadremmo a terra e lui mi bloccherebbe con il suo peso, le sue braccia a tenere ferme le mie braccia, le sue gambe sopra le mie. Sarei sua prigioniera, non potrei muovermi, il suo viso così vicino al mio che potrei sentire la dolcezza del suo respiro e avvertire il suo calore sulle labbra...»

Le altre protagoniste non sono comunque da meno, tanto che le vediamo a più riprese entusiaste all'idea di una violenza,

«"Oppure un maniaco sessuale che va a caccia di giovani prede". Felicity agita le sopracciglia. Pippi strilla fingendosi raccapricciata, ma in realtà l’idea la intriga.»

«”Ti ha fatto una proposta sconcia, Ann.”
“A me?”, domanda Ann sgranando gli occhi. Un sorriso fulmineo le illumina il viso. “È meraviglioso!”»

A mio avviso queste frasi si commentano da sole. E se pensate che questi comportamenti denotino il femminismo della storia (la donna libera di desiderare... un'aggressione?), passate al prossimo punto.

9. (FINTO) FEMMINISMO
La pretesa femminista di questa serie si scontra fin da subito con i ragionamenti della protagonista (ossia la voce narrante), che non perde occasione per sminuire le donne vicine a lei,

«Ce ne sono altre tre che si assomigliano un po’: hanno un bel portamento, nasi aristocratici, e tra i capelli pettini o spilloni costosi che le distinguono e sottolineano lo status di ciascuna.»

Pur essendo il personaggio meglio riuscito, Felicity in questo aspetto si dimostra una pessima dispensatrice di riflessioni,

«"Non sanno resistere alle tentazioni. E noi siamo le loro tentatrici"»

E se dalla tentazione passiamo alla violenza vera e propria,

«"Ann, credo che Felicity ci abbia appena offeso", dico [...] "Vuoi dire che non siamo abbastanza carine da essere importunate?".»

l'autrice dovrebbe ricordasi che, purtroppo, l'aspetto fisico non mette al sicuro da una potenziale aggressione. Reputo questa frase a dir poco disgustosa.
La Bray toppa in generale su quello che è lo spirito del femminismo,

«"Provi a immaginare un mondo -questi regni- dove governano le donne, dove una ragazza può avere tutto ciò che desidera".»

non un mondo dominato dalle donne (come credono a torto i più strenui maschilisti), ma una comunità in cui tutti sono trattati allo stesso modo.

10. TRADUZIONE
E per ultima, una chicca dell'edizione italiana che, mi pare scontato dirlo, gronda refusi assortiti.
Ciò che più mi ha infastidito sono stati i frequenti cambi dal tu, al Lei, al Voi. Potrei portarvi un gran numero di esempi, ma mi limiterò ad uno che ritengo emblematico di questo problema. Abbiamo un dialogo tra la nostra Gemma e Brigid, la governante della Spence, che pronuncia queste battute:

«"Non AVVICINANTEVI mai così di nascosto alla vecchia Brigid"»
«"Non RIVELERÀ la storia del latte, vero?"»
«"La prima volta che TI VIDI in gramaglie, TI TROVAI molto bizzarra."»
«"Ora sarà meglio CHE RITORNI dalle altre, prima che qualcuno si accorga della SUA assenza.»

passa in pratica dal Voi, al Lei, al tu e poi nuovamente al Lei. Questo meno di due pagine di testo!
Ci sono anche dei buffi regionalismi: CIUCCIA al posto di UBRIACATURA o SCIUPAFEMMINE, utilizzato nel dialetto napoletano.
Se poi gli errori sono presenti nelle scene di tensione, queste vengono ovviamente rovinate,

«Un gufo ULULA. Strano. Ultimamente non ci sono stati molti gufi.»

e anziché un brivido per il bubbolio notturno, mi scappa una gran risata per questo gufo decisamente confuso sul suo verso.

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