Il respiro della cenere Il respiro della cenere

Il respiro della cenere

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Parigi. Nel buio di un garage viene ritrovato il corpo di una donna brutalmente assassinata. Accanto, un paio di guanti da chirurgo ancora intrisi di sangue. L'ennesimo spietato delitto del serial killer che da mesi spaventa Parigi. L'unico in grado di occuparsi di un'indagine così complessa è il solitario ispettore Olivier Passan. L'uomo sta attraversando il periodo più difficile della sua vita: la separazione dalla moglie Naoko, di origine giapponese e madre dei suoi due figli. Eppure non può permettersi distrazion. Tutto porta verso un unico sospettato: Patrick Guillard, un'ermafrodita abbandonato dalla madre alla nascita.



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Il respiro della cenere 2016-01-05 08:43:44 Gondes
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Gondes Opinione inserita da Gondes    05 Gennaio, 2016
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IL RESPIRO DELA CENERE

Ho letto molto giudizi negativi su questo libro, che però non condivido perché Grange anche questa volta ha dimostrato di essere un autore di valore. Probabilmente il finale ha fatto arrabbiare qualche lettore in quanto diverso da come se lo sarebbero aspettato.
Senza svelare nulla a chi lo vuole leggere direi che è uno di quei thriller che una volta finiti devono essere valutati attentamente. La mancanza di certi collegamenti può essere proprio una caratteristica di questo thriller e non un difetto del libro o considerato una mancanza dovuta alla fretta di finire il romanzo. Ci mancherebbe altro che un autore come Grange cadesse in un errore del genere.
L’ispettore di polizia Passan, descritto in maniera splendida dall’autore, è alle prese con un serial-killer chiamato dalla stampa “l’ostetrico”, poiché le sue vittime sono donne in gravidanza. L’accusato principale è l’ermafrodito Patrick Guillard che però l’ispettore stenta ad incastrare in quanto molto scaltro ed abile a non lasciare indizi. Pur non avendo la prova definitiva l’ispettore capisce che il vero responsabile è proprio lui, ma purtroppo ha bisogno della prova schiacciante che però non arriva. Diventa quindi una lotta a due, dove entrambi sperano in un errore dell’altro …..
La situazione si complica quando l’ispettore si rende conto che anche la propria casa e la propria famiglia sono diventati bersaglio di tutta questa vicenda. Il rapporto già difficile con la moglie di origine giapponese si complica ancora di più fino ad arrivare alla fuga di lei con i bambini nel suo paese d’origine. L’ispettore cercherà di raggiungere la famiglia perché inizia a comprendere che la vicenda gli sta scappando di mano e i propri cari sono in grave pericolo.
Bello ed interessante il parallelo fra la cultura europea e quella giapponese che Grange ci regala grazie al personaggio di Naoko, la moglie dell’ispettore Passan. Un piccolo spaccato di comportamenti ed usanze che ci avvicinano ad un mondo per noi sconosciuto come il Giappone.

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Il respiro della cenere 2013-12-26 18:50:07 GLICINE
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GLICINE Opinione inserita da GLICINE    26 Dicembre, 2013
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KAIKEN

Thriller che tiene inchiodati alle pagine senza lasciare tregua, un susseguirsi di eventi che tengono il lettore con il fiato sospeso. L’impressione è che la storia, sia legata ad una certa situazione, ed in realtà il panorama che viene dispiegato ha tutto un altro sapore….. Il titolo originale è Kaiken, nome di un antico pugnale giapponese, la copertina ha impresso, il viso di profilo di una donna asiatica, sicuramente, sia titolo che immagine, racchiudono in modo più completo il cuore del libro, cosa che invece, compie solo parzialmente, il titolo e la copertina “di casa nostra”, in quanto si riferiscono solo ad una parte della storia.
Azzardo che questo thriller racchiude almeno due vicende originali ed importanti, che vengono sapientemente intrecciate; l’una non annulla o esclude la possibilità dello svolgimento dell’altra…..
Mi sono piaciuti i personaggi, mi è piaciuta l’originalità della vicenda, mi è piaciuta la penna dell’autore che non ha incentrato la storia su dettagli macabri orribilmente descritto fin nei minimi particolari, ma sull’incontro di due culture, sulla complessità della trama, senza perdere nessun filo della storia.
Ho apprezzato l’ispettore Olivier Passan, parigino, che ha in sé la rudezza dell’uomo abituato a combattere la violenza e la meschinità umana, con un fardello pesante da portare legato ad un’infanzia difficile, vissuta in istituti per minori,ma che ha la dignità e gli ideali degli antichi samurai.
Ho apprezzato la moglie Naoko, giapponese, che rifiuta tutto ciò che invece affascina il marito dell’antica cultura nipponica, ne ho apprezzato la descrizione particolareggiata dei tratti somatici così ermetici, del comportamento così diverso dall’occidente.
La coppia sta affrontando una difficile separazione nella quale sono coinvolti i due bambini.
L’ispettore contemporaneamente, alla gestione del suo matrimonio in crisi, si ritrova a dover indagare sull’omicidio di una giovane donna in avanzato stato di gravidanza eviscerata ed arsa viva, come il feto abbandonato a poca distanza dalla mamma.
Come lettrice ho pensato che la storia vertesse sulla caccia e la cattura della persona che ha compiuto questo delitto così orribile. In realtà amici, questa è solamente la punta di un iceberg……
I personaggi sono molti, tutti originali e ben tratteggiati, a partire dal collega dell’Ispettore ed amico Fifi, dallo stesso sospettato dell’omicidio, che viene svelato e descritto alle prime battute della storia, Patrick Guillard, agli accenni e riferimenti al Giappone, riportati per tutto il thriller, che ne diventeranno l’anima stessa.
L’autore è riuscito, con una scrittura accattivante ed avvincente, a comporre forse, uno dei migliori thriller che ho letto ultimamente. Non ho trovato parti noiose o punti che vengono toccati e non risolti, ho trovato una trama fitta e forte, che appassiona ed incuriosisce per certi aspetti. Ne consiglio vivamente la lettura.

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Consigliato a chi ha letto...
Agli appassionati del genere, ed in particolare a Cub, appassionata di cultura orientale, che magari può avere una visione più completa e critica per quanto riguarda gli aspetti specifici a tale cultura descritti.
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