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La presentazione e le recensioni di L'ultimo quaderno, saggio di José Saramago edito da Feltrinelli. Oltre a essere uno dei più grandi scrittori del nostro tempo, José Saramago è stato anche un acuto osservatore della realtà. Iscrittosi clandestinamente al Partito comunista nel 1969, nel periodo in cui il Portogallo era retto dal regime dittatoriale di Salazar, non ha mai abbandonato l’impegno politico, considerando la propria condizione di scrittore inscindibile dalla coscienza di cittadino. È noto anche per le sue posizioni marcatamente anticlericali, che lo hanno posto al centro di aspre polemiche in patria, soprattutto dopo l’uscita del Vangelo secondo Gesù Cristo, tanto da indurlo a trasferirsi alle Canarie. Sempre attento alle novità e interessato al confronto e al dialogo con il suo pubblico, non si è fatto cogliere impreparato dall’avvento del digitale e a quasi novant’anni ha aperto un blog, su cui scriveva di tutto. Si spazia dalle riflessioni sul futuro del pianeta ai propositi per il nuovo millennio, da temi "globali" come la questione degli indios al panico da pandemia per la cosiddetta influenza "suina", dal Chiapas a Israele, dal razzismo nella Francia di Sarkozy alla tragedia dell’Aquila, dai centri commerciali quali nuove cattedrali del consumismo al laicismo come unica arma nei confronti delle ingerenze della chiesa cattolica nel nostro vivere quotidiano. Tratta di ciò che lo indigna, ma anche di ciò che ama e rispetta. Parla di poesia, di libri, di arti, di valori, e lascia spazio anche a ricordi e riflessioni più personali. Non può mancare poi Berlusconi, una questione che viene affrontata come una vera deriva sociale e politica del nostro paese. Saramago esalta le nostre grandezze passate, il genio italico, l’arte, la Storia per poi, riprendendo Cicerone, mettere il primo ministro italiano nei panni di Catilina, chiosando: “Fino a quando, o Berlusconi, abuserai della nostra pazienza?”. Questo è l’ultimo quaderno che Saramago ha potuto scrivere, prima di morire, e di lasciare così un vuoto incolmabile nel panorama culturale europeo e mondiale...



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L'ultimo quaderno 2010-10-16 13:09:02 cesare giardini
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cesare giardini Opinione inserita da cesare giardini    16 Ottobre, 2010
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un testo che risveglia le coscienze

Questo è l’ultimo quaderno scritto dal premio Nobel Josè Saramago prima di morire pochi mesi fa nella sua amata Lanzarote. Leggere Saramago è, ogni volta, un’esperienza nuova, vivificante, tanto è l’impegno sociale vero e vissuto che traspare dalle sue parole, corroborate sempre da un’onestà cristallina e da una rettitudine morale di raro riscontro. Sotto forma di diario, l’Autore annota giorno dopo giorno, mese dopo mese (siamo nel 2009) pensieri, considerazioni e riflessioni ora gioiose, ora indignate sulle realtà del mondo d’oggi. E’ noto che Saramago è sempre stato impegnato politicamente (si iscrisse al partito comunista nel 1969, quando il Portogallo era governato dalla dittatura di Salazar) ed ha avuto sempre atteggiamenti anticlericali ( si leggano Caino e Il Vangelo secondo Gesù Cristo) : le sue posizioni ideologiche però non fanno mai velo alla sua scrittura limpida e onesta, dalla quale risalta sempre, senza ipocrisie, la sua condizione di scrittore intimamente connessa alla sua coscienza di cittadino. Nel quaderno sono ricordati, talora con grande affetto, colleghi e amici : incontriamo il grande poeta portoghese Fernando Pessoa, lo scrittore uruguayano Eduardo Galeano (costretto in esilio dalla dittatura militare in Argentina prima e in Spagna poi), il famoso poeta uruguayano Mario Benedetti ( anche lui esiliato), il drammaturgo spagnolo Alfonso Sastre (promotore di un teatro social rivoluzionario e antimilitarista). Il narratore e saggista argentino Ernesto Sabato (autore del Famoso testo Nunca mas ricco di documenti sulle persecuzioni della dittatura argentina negli anni ’70), e tanti altri tra cui i nostri Dario Fo e Umberto Eco, la pittrice Sofia Gandarias, il regista Almodovar, il chitarrista Carlo Paredes, il grandissimo Gabriel Garcia Marquez….Il ricordo degli amici si alterna a memorie d’infanzia, a riflessioni sull’ambiente e sul futuro del pianeta, a critiche sull’ingerenza della chiesa cattolica nella nostra vita d’ogni giorno, sino ad invettive vere e proprie contro personaggi politici attuali verso i quali, quale novello Cicerone, scaglia il lapidario monito Usque tandem Catilina, abuteris patientia nostra…(lascio individuare il personaggio alla curiosità dei lettori). Da apprezzare la campagna di Saramago contro il barbaro spettacolo della corrida , dove “ il popolo è felice mentre il toro tenta di sfuggire ai suoi carnefici, lasciandosi dietro rivoli di sangue…”, ed i suoi più che attuali interrogativi sui compiti dell’università, che non deve limitarsi a formare l’individuo allo svolgimento di una professione, ma deve prima o poi dedicarsi anche ad un’altra formazione, “..quella dell’individuo, della persona, del cittadino, questa trinità terrestre, tre in un corpo solo…”. Leggere e meditare Saramago, centellinando le sue parole, non può che far bene, al cuore e all’intelletto.

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