Saggistica Storia e biografie La piccola comunista che non sorrideva mai
 

La piccola comunista che non sorrideva mai La piccola comunista che non sorrideva mai

La piccola comunista che non sorrideva mai

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Una miracolosa, minuta ginnasta rumena di quattordici anni, Nadia Comaneci, compare ai giochi di Montréal e diventa mito planetario: sbaraglia le concorrenti sovietiche, favoritissime, fa saltare i sistemi elettronici che computavano i punteggi ricevendo tutti 10; sospende, col suo volto, il suo volteggio, il suo corpo elastico, la guerra fredda. Lola Lafon, sedotta da questa donna bambina che non sorrideva mai, racconta la storia della sua vita, entrando nei suoi sentimenti e nelle sue emozioni, come fosse il personaggio di un romanzo in cui, tuttavia, tutto è vero. E, nello specchio di questo romanzo, racconta un’Europa spaccata in due, inondata di propaganda, ideologia, menzogne, cinismo, ma anche di grandi passioni, sogni, desideri.



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La piccola comunista che non sorrideva mai 2015-05-26 19:56:17 Belmi
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Belmi Opinione inserita da Belmi    26 Mag, 2015
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La "bambina" che prendeva 10

Alcuni di voi non avranno mai sentito parlare di Nadia Comaneci, altri invece se la ricorderanno come la "bambina" che rivoluzionò il mondo della ginnastica ai giochi di Montreal del 1976.

Al tempo non ero ancora nata, ma ricordo benissimo lo spot dell'Adidas, quando Nadia dimostrava che niente era impossibile (Nothing is impossible).

Tutto ha inizio quando la quattordicenne rumena eseguì il suo esercizio mandando in tilt il computer della competizione che sul tabellone segnava 1 mentre i giudici con le mani indicavano il 10. La bambina prodigio aveva vinto con un voto mai visto.

Tutto questo non cambiò solo la vita di Nadia, ma del mondo intero o almeno di una parte;
"Negli Stati Uniti, un'impennata del sessanta percento delle chiamate al pronto soccorso: molte di queste a causa delle ragazzine che hanno voluto "imitare Nadia" e si sono rotte un polso o una caviglia."

Ma soprattutto Nadia ha cambiato l'immagine della comunista Romania. La rivalsa in primis sul nemico sovietico (che solitamente stravinceva) e poi la propaganda interna in cui grazie alla "bambina" il popolo doveva essere ancora più fiero di essere rumeno e comunista.

Questo libro non racconta solo la strumentalizzazione mediatica che questa giovane ginnasta ha dovuto subire, ma parla anche del dramma di una bambina (da tutti considerata la piccola fata) che diventa donna e si trova a combattere con un corpo che cresce e cambia e che nessuno riesce ad accettare, neanche lei.

Una parte del popolo rumeno non ha apprezzato questa biografia che racconta molto del regime e di come si viveva al tempo e l'evoluzione che ha avuto dopo il crollo del comunismo. Per molti la Lafon non è stata obiettiva.

Un libro emozionante, riflessivo ed istruttivo che consiglio. La prima parte è molto più coinvolgente della seconda. Per rivivere appieno gli esordi di Nadia, sono andava a vedere i suoi video passati e ne sono rimasta molto affascinata.

Vi lascio con questa frase: "Se cercate una parola per dire di aver assistito a qualcosa di talmente bello da risultare indicibile, allora dite che era "nadiesco" scrive un editorialista del Quebec".

Buona lettura!

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