Narrativa italiana Romanzi storici Il compagno di viaggio
 

Il compagno di viaggio Il compagno di viaggio

Il compagno di viaggio

Letteratura italiana

Editore

Casa editrice

L'alpino Calusia, miracolato superstite di un piccolo manipolo di soldati morti in uno scontro con gli alleati appena sbarcati in Calabria nel settembre del 1943, intraprende un lungo viaggio per riportare la salma del suo Tenente dalla sua famiglia a Napoli. In piena estate, con il cadavere in decomposizione chiuso in una cassa costruita da lui stesso, Calusia incontrerà sulla strada soldati e donne, affamati e ladri, tutti alla ricerca di un futuro migliore in un'Italia che porta su di sé ogni cicatrice della sua sconfitta.



Recensione Utenti

Opinioni inserite: 1

Voto medio 
 
4.5
Stile 
 
4.0  (1)
Contenuto 
 
4.0  (1)
Piacevolezza 
 
5.0  (1)
Voti (il piu' alto e' il migliore)
Stile*  
Assegna un voto allo stile di questa opera
Contenuto*  
Assegna un voto al contenuto
Piacevolezza*  
Esprimi un giudizio finale: quale è il tuo grado di soddisfazione al termine della lettura?
Commenti*
Prima di scrivere una recensione ricorda che su QLibri:
- le opinioni devono essere argomentate ed esaustive;
- il testo non deve contenere abbreviazioni in stile sms o errori grammaticali;
- qualora siano presenti anticipazioni importanti sul finale, la recensione deve iniziare riportando l'avviso che il testo contiene spoiler;
- non inserire oltre 2 nuove recensioni al giorno.
Indicazioni utili
 sì
 no
 
Il compagno di viaggio 2020-01-13 19:25:49 DanySanny
Voto medio 
 
4.5
Stile 
 
4.0
Contenuto 
 
4.0
Piacevolezza 
 
5.0
DanySanny Opinione inserita da DanySanny    13 Gennaio, 2020
Top 50 Opinionisti  -   Guarda tutte le mie opinioni

Resistere serve a tutti

Inizio la mia esplorazione dell’universo letterario di Curzio Malaparte da un racconto minore ritrovato e pubblicato da Excelsior 1881, casa editrice purtroppo non più in attività. L’alternante e libresca vita di Malaparte, tanto mutevole nella politica quanto accesa nei toni, lascia spazio a una narrazione che fa della delicatezza e dello sfumato la sua prima virtù. Siamo nell’Italia dei primi giorni del settembre 1943, il re è fuggito, ma le nuove alleanze dell’8 settembre non sono ancora state siglate. Calusia è un soldato bergamasco, confinato in uno sperduto manipolo di uomini in Calabria, solo e senza ordini contro lo sbarco degli inglesi e degli americani che annienteranno il suo caposaldo. Superstite per caso della dolorosa sconfitta, Calusia intraprende un viaggio per l’Italia portando con sé, in una cassa costruita da lui stesso, il corpo del suo Tenente, diretto a Napoli, dalla sua famiglia.

Fin da subito Malaparte sceglie uno sguardo sfumato, impreciso, che sgrani la realtà per renderla forse meno dura, più malinconica: la battaglia che apre il romanzo è un miscuglio di nebbie e bagliori, brevi istantanee di uomini che cadono e dei rumori delle mitragliatrici, ma tutto scolora e si confonde, quasi che il rispetto per la morte e per il dolore impedisse di descrivere il massacro. E su questo stesso tono elegiaco e sospeso, che non di rado si affida a un lirismo terrestre e garbato, si assesta il prosieguo: Malaparte procede per ellissi e studiate omissioni, segue il suo personaggio, senza braccarlo, lo accompagna lungo un viaggio che ha la capacità di descrivere la crudezza come fosse una fiaba. Ne risente forse la struttura, a tratti troppo esile, ma ne guadagna lo stile, che trova nel silenzio e nelle scene per istantanee la sua forma più pura. Così si affastellano scene trasognate e memorabili, come quella in cui Calusia e una giovane orfana rubano i vestiti di due soldati inglesi che, forti dei fucili, avevano fatto gli smargiassi; o ancora il soldato nero che canta din don appeso alla campana di una chiesa. Eppure Malaparte lascia intravedere questioni serissime: la fiumana di esuli che dalle regioni del sud muove verso il nord alla ricerca di qualche possibilità di lavoro, la angherie di chi si approfitta della povera gente per i propri scopi e più di tutto il sacro rispetto per il corpo di un compagno morto, per il dolore della sua famiglia. Non è solo e aneddotico cameratismo, anzi il contrario: è questo ultimo lembo di umanità che, sopravvivendo nell'abnegazione tenera e decisa di Calusia, impedisce alla guerra di abbruttire senza possibilità di perdono anche le ultime relazioni umane. L’Italia ha perso la guerra, ma Calusia non può lasciare che a vincere siano “i ladri”. È nel brutto che accompagna ogni guerra che Malaparte crea una inaspettata storia di luce, graziata, com’è, da una superba e garbata eleganza.

Indicazioni utili

Lettura consigliata
Trovi utile questa opinione? 
180
Segnala questa recensione ad un moderatore
 

Le recensioni delle più recenti novità editoriali

La donna che fugge
Valutazione Utenti
 
4.0 (1)
Un animale selvaggio
Valutazione Utenti
 
2.8 (3)
Ci vediamo in agosto
Valutazione Utenti
 
4.3 (1)
L'orizzonte della notte
Valutazione Utenti
 
4.2 (5)
Sepolcro in agguato
Valutazione Utenti
 
4.9 (2)
Five survive
Valutazione Utenti
 
4.0 (1)
Lucy davanti al mare
Valutazione Utenti
 
4.0 (1)
Tutti su questo treno sono sospetti
Valutazione Utenti
 
3.8 (1)
Compleanno di sangue
Valutazione Utenti
 
3.3 (1)
La prigione
Valutazione Utenti
 
4.0 (1)
Day
Day
Valutazione Utenti
 
3.3 (1)
Morte nel chiostro
Valutazione Utenti
 
4.0 (1)

Altri contenuti interessanti su QLibri

Morte nel chiostro
La Santuzza è una rosa
La portalettere
La fotografa degli spiriti
Il boia e la contessa
Rubare la notte
Non si uccide di martedì
Oro puro
Ferrovie del Messico
Resta con me, sorella
La Malnata
Piero fa la Merica
Vi avverto che vivo per l'ultima volta
Se esiste un perdono
Una piccola pace
Gente in Aspromonte