Narrativa italiana Romanzi storici L'albergo dei gatti
 

L'albergo dei gatti L'albergo dei gatti

L'albergo dei gatti

Letteratura italiana

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Un filo temporale che va dal 1793 fino ai giorni nostri e a una apocalittica visione di un Nuovo Evo Rivoluzionario è quello attorno al quale si intrecciano le vicende narrate in questo romanzo. Fanno da palcoscenico varie località, da Granville, in Normandia, a Lagacevo, in Russia, fino alla moderna New York. Tutto ha inizio con la scomparsa di Frances Cassignac, una appassionata e pericolosa anticonformista, la cui storia personale sarà poi oggetto della seconda parte del romanzo. Scopriremo pagina dopo pagina i limiti e i pericoli del potere, la ferocia e la bestialità umana e il grande valore dell'emancipazione femminile, mentre dalle pagine fanno man mano capolino dei bizzarri gatti i cui nomi, Thomas, Petra, Mozart, Sophie, ricorrono nel tempo. Tutto sembra scorrere come in un ciclo magico, personaggi che compaiono, scompaiono e poi ricompaiono trasversalmente in luoghi e momenti differenti, reincarnazioni di loro stessi in cerca della verità e della risposta a domande profonde e scomode che l'uomo si pone da intere generazioni sul senso della vita.



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L'albergo dei gatti 2018-03-26 09:37:55 Mian88
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Mian88 Opinione inserita da Mian88    26 Marzo, 2018
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Thomas, Petra, Mozart e Sophie

Un arco temporale che va dal 1793 fino ai giorni nostri, una visione di un Nuovo Evo Rivoluzionario in cui si intrecciano tre storie tutte, accomunate da una serie di denominatori comuni e sorprendenti è “L’albergo dei gatti” di Giovanni Cordero. Una villa è il luogo in cui le vicende sono messe in scena, una villa sita in Granville, Normandia, che nei secoli muta proprietari ma non anche quella che è la costante presenza dei felini. Prima protagonista che conosciamo è Françoise De Cassignac, una appassionata anticonformista scomparsa, accompagnata nelle sue vicissitudini da Thomas un soriano grassoccio, così chiamato in onore del pittore Thomas Gainsbourgh, da Pétra, un micio dal manto nero trovato dalla protagonista dentro ad un cesto di bottiglie di vino Chateau Pétrus, da Mozart – in omaggio al compositore – e da Sophie, adottata a seguito di un fortunato incontro nei pressi dell’abitazione. E se nella prima storia riviviamo quella che è la Rivoluzione Francese, seguita nella seconda dalla narrazione della Prima Guerra Mondiale e nella terza da un’ambientazione prossima e futura ma non specificata, coincidenza a cui non è possibile sottrarre l’attenzione è data dal fatto che detti quattro mici abitano in ciascuno dei passi con i rispettivi proprietari ma portando sempre gli stessi nomi. Basti pensare che, trascorsi 200 anni, i mici tornano ad essere gli eroi della vita di Federico Bertrand e Jan Liebermann, due giovani sposi. In questo caso, ad esempio, la piccola Pétra è così chiamata in onore del Medio Oriente e Thomas prende il nome dal pescivendolo di Cherleroi generoso erogatore di prelibati bocconcini.
Elementi quindi unificatori del testo di Cordero sono certamente la villa e questi felini, i quali assumono un carattere simbolico già a partire dai rispettivi nomi.
Ma cos’è il romanzo del critico d’arte-filosofo-storico-funzionario Giovanni Cordero? È un insieme di domande e segreti in cui le figure centrali sono donne forti che scelgono sempre e immancabilmente di far entrare nella loro vita dispensatori gratuiti di fusa e miagolii. Personaggi, quelli delineati, che con il loro essere collegano eventi storici (dalla Rivoluzione Francese alle avvisaglie dell’Undici Settembre) e altri fantascientifici (vedi la tempesta solare), fattori cioè che altrimenti sarebbero stati inconciliabili.
E a queste domande ancestrali, profonde e scomode sulla vita e sul suo senso e su molto altro ancora, e a queste domande a cui l’uomo da sempre si pone domande, Cordero offre una disamina eccellente che non si prefigge di trovare risposte bensì di far riflettere chi legge. E ci riesce perfettamente. Un saggio storico e filosofico camuffato da un titolo ironico e ingannevole che arriva senza difficoltà conquistando con semplicità il conoscitore e lasciando il segno.

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