Vuoi giocare? Vuoi giocare?

Vuoi giocare?

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Da tempo, padre Newberry si era convinto che i preti cattivi venissero spediti a predicare lì, nel gelido e selvaggio Wisconsin. Ma di quale cattiveria possono mai essersi macchiati due dei suoi più assidui parrocchiani per finire uccisi proprio in chiesa? Le cose non vanno meglio nel vicino Minnesota. Da qualche tempo, la tranquilla routine di Minneapolis è stata sconvolta da un serial killer che, per i suoi delitti, "mette in scena" fin nei minimi dettagli gli omicidi rappresentati in un videogioco. Niente di strano, quindi, se il detective Leo Magozzi segue il filo rosso degli omicidi fino alla Monkeewrench, la società che ha ideato il gioco. Eppure molte cose strane lo attendono. Le risposte arriveranno e saranno sconvolgenti. Ma, prima, sarà necessario rispondere a un'altra domanda, che lampeggia proprio sul monitor del computer di Grace: vuoi giocare?



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Vuoi giocare? 2013-07-20 12:25:14 Todaoda
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Todaoda Opinione inserita da Todaoda    20 Luglio, 2013
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Scadente

Vorrebbe essere un thriller di carattere tecnologico, in realtà è un libro piatto come pochi altri: le tematiche informatico - scientifiche non sono mai trattate con la necessaria dovizia di particolari, le efferate gesta dello stereotipato serial killer sono sempre "all'acqua di rose" e, malgrado il malcelato intento di P.J. Tracy di renderle il più possibile violente, crude e brutali, non si può fare a meno di sorridere tanto della loro ingenuità quanto dell’ indiscriminato abuso che ne fa l’autore per tentare di colpire l’immaginario di coloro che, ormai pentiti, hanno acquistato il romanzo. Persino il colpo di scena finale che potrebbe risollevare le sorti di tutta la vicenda, è blando e inefficace (i personaggi del libro sono quelli, un assassino terzo estraneo non regge se si vuole far stare in piedi la trama) e man mano che si sfoglia il libro ci si accorge di fare il "toto colpevole" che immancabilmente si vince azzeccando in anticipo di due capitoli chi è il cattivone di turno.
E se viene a mancare persino la trama cosa rimane a questi romanzi?
Certo non i personaggi che qui non sono mai ben sviluppati, vedasi per esempio la figura della "sexy grassona", creata per stemperare il quadro globale della vicenda (cosa per altro non necessaria), che, più che umoristica, è patetica e nei capitoli dove compare infonde al lettore un’ implacabile senso di depressione; oppure vedasi la protagonista che con quella sorta di sindrome da rifugiato è più adatta ad un romanzo rosa che a un tecno - thriller.
Una trama che "sa di già letto" confezionata in un involucro scadente, insomma, con le adeguate implementazioni e migliorie, senza dubbio un ottimo script per una fiction estiva.

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Vuoi giocare? 2013-01-24 19:32:14 GLICINE
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GLICINE Opinione inserita da GLICINE    24 Gennaio, 2013
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QUALCHE NOTA STONATA ALLA FINE....

E’ un romanzo pubblicato qualche anno fa, potrebbe di diritto entrare però nel genere “Thriller”..
P.J Tracy è uno pseudonimo sotto cui si cela l’idendità di “madre e figlia”, la prima scriveva da tempo, per la figlia questo libro rappresenta l’esordio.
Al termine della lettura ,dopo che mi sono soffermata sulle note dell’autore, ho realizzato che effettivamente non poteva che essere così, mi spiego:
la trama alterna crimini compiuti in due Stati differenti…
La prima nel Wisconsin, e riguarda l’uccisione di un’anziana coppia di coniugi all’interno di una Chiesa, sulla quale indagano lo Sceriffo Michael Halloran e l’agente Bonar, usciti insieme dall’Accademia, fianco a fianco da molti anni nel combattere il crimine.
La seconda nel Minnesota, più precisamente a Minneapolis dove il detective Magozzi e Rolseth indagano sull’omicidio di un ragazzo mentre faceva Jogging e successivamente sull’uccisione di una giovane ragazza legato ad un monumento funerario a formadi angelo nel cimitero cittadino.
L’assassino sembra che stia imitando le scene di un nuovo violento videogame, non ancora sul mercato, che ha avuto una parziale divulgazione per raccogliere le prime impressioni. I creatori sono cinque giovani (2 donne e 3 uomini), tra i primi sospettati , con un passato a cui è difficile risalire…….
Chi compie i delitti? E perché?
I personaggi sono tanti, ma risultano ben caratterizzati e facilmente distinguibili, anche la storia è avvincente e scorrevole, come lettrice, ho apprezzato la simpatia ma anche le capacità dei vari investigatori, come ho facilmente imparato a distinguere le caratteristiche singolari dei 5 informatici.
Riconosco che sia comunque: “Tanta Roba!!!” E questo per me è anche il grosso difetto del libro… La trama così ricca, che le due autrici hanno intessuto, verso la fine ha irrimediabilmente perso dei fili preziosi, lasciando imperfezioni che non rendono il libro pienamente godibile.
La caratterizzazione dell’assassino alla fine si perde, le motivazioni che hanno portato all’epilogo vengono liquidate e semplificate in poche battute, mi è restata una sensazione di “incompletezza” che non mia ha lasciata totalmente soddisfatta, e sempre a mio parere, dipende proprio dal fatto che le “quattro mani” non hanno orchestrato il tutto alla perfezione, qualche nota stonata rimane…
Se ci sarà la possibilità, sono propensa a leggere comunque altro della singolare coppia…

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