Dettagli Recensione
Scadente
Vorrebbe essere un thriller di carattere tecnologico, in realtà è un libro piatto come pochi altri: le tematiche informatico - scientifiche non sono mai trattate con la necessaria dovizia di particolari, le efferate gesta dello stereotipato serial killer sono sempre "all'acqua di rose" e, malgrado il malcelato intento di P.J. Tracy di renderle il più possibile violente, crude e brutali, non si può fare a meno di sorridere tanto della loro ingenuità quanto dell’ indiscriminato abuso che ne fa l’autore per tentare di colpire l’immaginario di coloro che, ormai pentiti, hanno acquistato il romanzo. Persino il colpo di scena finale che potrebbe risollevare le sorti di tutta la vicenda, è blando e inefficace (i personaggi del libro sono quelli, un assassino terzo estraneo non regge se si vuole far stare in piedi la trama) e man mano che si sfoglia il libro ci si accorge di fare il "toto colpevole" che immancabilmente si vince azzeccando in anticipo di due capitoli chi è il cattivone di turno.
E se viene a mancare persino la trama cosa rimane a questi romanzi?
Certo non i personaggi che qui non sono mai ben sviluppati, vedasi per esempio la figura della "sexy grassona", creata per stemperare il quadro globale della vicenda (cosa per altro non necessaria), che, più che umoristica, è patetica e nei capitoli dove compare infonde al lettore un’ implacabile senso di depressione; oppure vedasi la protagonista che con quella sorta di sindrome da rifugiato è più adatta ad un romanzo rosa che a un tecno - thriller.
Una trama che "sa di già letto" confezionata in un involucro scadente, insomma, con le adeguate implementazioni e migliorie, senza dubbio un ottimo script per una fiction estiva.