Narrativa straniera Romanzi storici Una viennese a Parigi
 

Una viennese a Parigi Una viennese a Parigi

Una viennese a Parigi

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Austria, 1938, i nazisti hanno occupato Vienna, l’Europa è sempre più vicina al baratro del secondo conflitto mondiale. Gli austriaci subiscono l’invasione con un misto di cecità e impotenza ma Franzi non è come gli altri e decide di abbandonare la città. La ragione non è la sua etnia o la sua religione, non è ebrea né appartenente ad alcuna minoranza. Solo non riesce a sopportare l’idea di assistere all’ascesa di Hitler. Si fa dunque trasferire a Parigi, in un ufficio di corrispondenza della casa di produzione cinematografica per cui lavora. In Francia tutto appare diverso: la gente è libera, nessuno teme che il proprio vicino di casa lo denunci, i cartelloni dei teatri sono ricchi di spettacoli, i bistrot traboccano di gente. Lì conosce un affascinante giornalista, Pierre, e anche se un sordido ricatto minaccia la loro unione, presto se ne innamora. Franzi è felice, ma sulla coscienza le grava il peso della sua scelta: è da codardi abbandonare il proprio paese nel momento del bisogno? Ma cosa avrebbe potuto fare da sola? Perché nessun austriaco ha mosso un dito per opporsi a Hitler? La guerra spazza via interrogativi, sogni e speranze. Pierre è costretto a partire per il fronte mentre la Francia cade sotto il giogo del Reich. È allora che Franzi vede nei francesi la stessa cecità che era stata degli austriaci, lo stesso desiderio di far finta che nulla stia succedendo. Ma questa volta Franzi non scapperà.



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Una viennese a Parigi 2018-03-31 09:03:31 ornella donna
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ornella donna Opinione inserita da ornella donna    31 Marzo, 2018
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una lotta al totalitarismo devastante

Dopo Sotto un sole diverso e La melodia di Vienna, Ernst Lothar scrive Una viennese a Parigi, continuando a studiare, così, approfonditamente il popolo austriaco durante gli anni del regime nazista. Il testo fu pubblicato per la prima volta in America nel 1941, con la guerra in atto, con il titolo A woman, is fitness, in forma più breve e parzialmente censurato.

Il libro inizia a Parigi il 10 aprile 1938, e si chiude con la lettera di addio ai genitori e al figlio di un anno, il 13 agosto del 1940, poco prima che la protagonista, Franzie, venga giustiziata. Franzi nel 1938 abbandona l’Austria invasa da Hitler, scandalizzata dal fatto che nessuno pare opporsi a questa invasione, e si rifugia in Francia, a Parigi. Lì lavora per un ufficio di corrispondenza di una casa di produzione cinematografica, lo stesso per cui lavorava a Vienna. Nella Francia, ancora libera, tutto è differente: si respira un forte anelito alla libertà, non si teme la denuncia di un vicino di casa, i cartelloni pubblicitari dei teatri esibiscono spettacoli, e i bistrot sono occupati da una moltitudine di gente. La vita pare essere degna di essere vissuta, e lei si innamora di Pierre Durand, il celebre giornalista di “Le Figaro”, incontrato in una bella serata a casa di amici. Lui le regala rose bianche e rosse, scrive articoli avversi al nazismo, difende strenuamente le proprie idee ed opinioni. Come resistergli? Lui, però, è già sposato con due bimbe, e lei deve ancora troncare con Karl, il fidanzato viennese in carriera al Terzo Reich. Ma l’amore vince tutte le insidie, e i due riescono a sposarsi. Franzi muta, diventa una giovane donna stanca dei soprusi perpetrati dai regimi totalitari ed è pronta a mettere in atto qualunque comportamento che sia in grado di destabilizzare i detrattori. A qualsiasi prezzo.

Una viennese a Parigi è un libro avvincente. Scritto sotto forma di diario, è costruito proprio come una vera e propria raccolta che permette al lettore di conoscere passo dopo passo, giorno dopo giorno, ciò che la protagonista vive e respira. E’ un atto di accusa, un inno al coraggio e alla speranza. Un testo intenso e travolgente.

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