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Il collezionista di conchiglie
 
Il collezionista di conchiglie 2017-05-31 08:46:46 Mian88
Voto medio 
 
3.5
Stile 
 
4.0
Contenuto 
 
4.0
Piacevolezza 
 
3.0
Mian88 Opinione inserita da Mian88    31 Mag, 2017
#1 recensione  -   Guarda tutte le mie opinioni

Natura e saggezza

Dopo lo straordinario successo de “Tutta la luce che non vediamo” Anthony Doerr torna in libreria con un testo classe 2002 costituito da racconti, otto a voler essere precisi.
Due sono gli elementi forti dell’opera: le ambientazioni e lo stile narrativo caratterizzato da una penna solida, fluente e che accarezza. Questa si apre con il racconto di cui al titolo, con un testo dove suggestione, magia e passione si fondono in un unico elemento. A completamento di ciò un protagonista privo di vista eppure amante – e gran conoscitore – del mondo acquatico. La sua passione è tale da fondere il carattere umano con quello naturale. Perché la natura, con la sua genuinità, è emblema del dolore, della morte, della rinascita, della perdita, del dubbio, del desiderio di libertà e armonia, del sentimento umano con tutte le sue sfumature.
Non manca poi la caratterizzazione dei personaggi: questi maturano e crescono innanzi alle difficoltà, dopo esserne rimasti basiti, sconvolti, destabilizzati, riescono cioè a raggiungere un nuovo livello di consapevolezza, di esistenza, di saggezza, di pienezza. Non si tratta tanto di una delineazione fisico-caratteriale, quanto emotiva, interiore. Non sono inoltre mai individui statici, essi sono generalmente soggetti in movimento, “alla ricerca di”, spesso solitari perché soltanto imparando a stare da soli è possibile dare un senso alle vita e colmare il senso di vuoto che la condizione di unicità comporta, soltanto sapendo stare con sé stessi è di poi possibile stare anche con gli altri.
Non è ancora da sottovalutare la profonda disamina che tra le righe viene fatta circa l’uomo e il suo posizionarsi, spesso, se non sempre, in una condizione di disequilibrio, di rottura dell’armonia.
Unica pecca dello scritto è che l’eccessività di racconti sfianca il lettore che finisce col non riuscire ad apprezzarne ogni corollario. Le storie rischiano cioè di perdere di spessore e particolarità tanto da risultare piatte, uniformi, indistinte. Sarebbe dunque ottimale leggerne uno alla volta tra un romanzo e l’altro.

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Commenti

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Bellissimo commento! Anche io ho notato che i racconti sono tanti e alcuni piuttosto lunghi per cui si rischia di non apprezzarli quanto invece meritano. A me Doerr è piaciuto molto! Elena
In risposta ad un precedente commento
Mian88
03 Giugno, 2017
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Cara Elena, grazie di cuore..!!! Di Doerr il mio preferito resta "tutta la luce che non vediamo", ma anche questo si difende. Troppi racconti, questo si. E troppo lunghi. Si perde un po' di pathos e di intensità, da leggere un poco alla volta.. grazie ancora maria
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