Le Bacchidi Le Bacchidi

Le Bacchidi

Saggistica

Editore

Casa editrice

La presentazione e le recensioni di Le Bacchidi, opera di Tito Maccio Plauto edita da BUR Rizzoli. Se le Muse avessero voluto parlare in latino avrebbero usato la lingua di Plauto. Quintiliano In questa brillante commedia, ambientata ad Atene, due giovani amici si innamorano perdutamente di quella che credono essere la stessa donna, Bacchide, contro il volere dei padri, vecchi dispotici e severi. Sarà il servo Crisalo, astuto e fedele schiavo di Mnesiloco, in un esilarante susseguirsi di equivoci e comici scambi di battute a indurre i due anziani padri a consentire agli amori dei figli. Accanto alle Bacchidi vengono qui presentati, grazie al fortuito ritrovamento di un papiro, caso unico per la storia della commedia latina, un centinaio di versi della commedia di Menandro Dis exapaton, che ci fornisce il modello greco a cui ha attinto Plauto. Un confronto che dimostra il profondo debito dell’autore latino verso la cultura greca ma anche il suo genio inventivo e la sua capacità drammaturgica. Del rapporto tra le due commedie parla nei suoi testi introduttivi Guido Paduano, preceduti da un profilo della commedia plautina di Cesare Questa.



Recensione Utenti

Opinioni inserite: 1

Voto medio 
 
3.0
Stile 
 
4.0  (1)
Contenuti 
 
2.0  (1)
Approfondimento 
 
3.0  (1)
Piacevolezza 
 
3.0  (1)
Voti (il piu' alto e' il migliore)
Stile*  
Scorrevolezza della lettura
Contenuti*  
Interesse suscitato
Approfondimento*  
Grado di approfondimento dei temi trattati
Piacevolezza*  
Grado di soddisfazione al termine della lettura
Commenti*
Prima di scrivere una recensione ricorda che su QLibri:
- le opinioni devono essere argomentate ed esaustive;
- il testo non deve contenere abbreviazioni in stile sms o errori grammaticali;
- qualora siano presenti anticipazioni importanti sul finale, la recensione deve iniziare riportando l'avviso che il testo contiene spoiler;
- non inserire oltre 2 nuove recensioni al giorno.
Indicazioni utili
 sì
 no
 
Le Bacchidi 2012-11-23 12:59:54 DanySanny
Voto medio 
 
3.0
Stile 
 
4.0
Contenuti 
 
2.0
Approfondimento 
 
3.0
Piacevolezza 
 
3.0
DanySanny Opinione inserita da DanySanny    23 Novembre, 2012
Top 50 Opinionisti  -   Guarda tutte le mie opinioni

Bacchae bacchanti

Stupisce leggere Plauto. Non per contenuti profondi, acutezza sottile, ma per la vivacità di un latino che è pulsante, distante da tabelle grammaticali, vincoli sintattici. E' una lingua viva, ardente, riflesso di una società romana lontana dai palazzi del potere, dalle convenzioni religiose o politiche. E' una commedia che ha come sfondo le piccole, garbate, quasi insulse diatribe borghesi, senza assurgere a simbolo di temi esistenziali, il bene e il male, democrazia e oligarchia. E' una produzione, quella plautina, che ha un solo scopo: far ridere. Non con la sottigliezza, ma con le allusioni, i doppi sensi, i riferimenti accennati, poi taciuti, gli artifici retorici del suono che accompagnano come un vivace allegretto tutti i cinque atti del Bacchides, mentre note spumeggianti si alternano ad un ritmo indiavolato. Al di là della trama, piuttosto complessa che, chi scrive, tralascia per evitare di lambiccarsi il cervello, è interessante evidenziare alcune caratteristiche tipiche del teatro plautino.

Innanzitutto i personaggi, estremamente stereotipati in vesti che calzano alla perfezione: ci sono le cortigiane qui due, addirittura col medesimo nome, a complicare la vicenda), ammaliatrici, seduttrici, abili nel manipolare il desiderio; c'è il vecchio pedagogo rigido che inveisce esasperato contro la cupidigia dei giovani, così caricato da apparire grottesco; ci sono i giovani, invaghiti delle cortigiane, interessanti soltanto alle donne e al denaro (dirà Cecco Angiolieri nella seconda metà del duecento: Tre cose solamente mi so 'n grado, le quali posso non ben men fornire: ciò è la donna, la taverna e 'l dado; queste mi fanno 'l cuor lieto sentire, senza, naturalmente, riferimento all'opera Plautina, ma qui la si riporta a sottolineare come, in fondo, le attrattive siano sempre le stesse). Ci sono il genitore permissivo, e quello truffato, l'epulone parassita cacciato, e il soldato fanfarone comprato.

Poi c'è lui, il burattinaio, il cospiratore e l'aiutante, il truffatore e l'ammaliatore; il servo, protagonista indiscusso dell'opera plautina, che con i suoi artifici diviene trasfigurazione dell'autore stesso. Così come il secondo può dipanare l'intreccio, il primo può risolverlo, o complicarlo. E a poco servono i nomi attribuiti ai personaggi. Mnesiloco, Crisalo, Filosseno o chi altro. O forse sì, a qualcosa sono necessari: al riso. Crisalo, ad esempio, il nome del servo, significa oro, come se tutto quello che egli escogita sia prezioso, ma anche croce, e il motivo è chiaro. I personaggi sono dunque maschere. Plauto sacrifica la caratterizzazione psicologica per suscitare la risata, generata dalle allusioni al campo sessuale. Il desiderio che muove la vicenda sempre uno: la donna e, a fianco, i conquibus (sghei, denaro, che si voglia dire).
Per quanto riguarda le tematiche, oltre il chiaro riferimento ai riti di Bacco, sempre più diffusi a Roma, e che verranno poi messi al bado nel 186 a.C. perchè considerati antinomici al mos maiorum, causa orge, vino ed altro, non si riscontrano altre tematiche. Una carenza di contenuti giustificabile, e comprensibile. Quello che Plauto tenta di fare, infatti, è creare una dimensione, quella della commedia, appunto, dove regni il rovesciamento: i padri non comandano i figli, ma il contrario, i servi comandano i cittadini liberi, il costume antico di disgrega nel piacere. E' una sospensione dalla realtà, il Bacchides, in cui il rovesciamento, che non vuole assurgere a modello rivoluzionario, è necessario a suscitare il riso, arma temuta, e gradita: capace di controllare masse, e di annichilire qualsiasi timore, ad esempio, per le divinità (tema quast0ultimo non presente in Plauto, di stampo più cristiano).

Alla luce di tali elementi, dunque, vale la pena di leggere Plauto per scoprire la vivacità di una lingua considerata morta, per ridere (e non in maniere astratta, ma concreta), per lasciarsi trasportare in un mondo assurdo, paradossale, dove l'orizzonte d'attesa del lettore è soddisfatto in maniera originale e comica, lontano da critiche politiche, o questioni esistenziali. Leggerezza e risata che contrastano con quell'idea di austera rigorosità che accompagna la visione di una Roma antica, pulsante, che nei motivi dominanti, perdura ancora oggi.

(il voto sull'approfondimento è ovviamente indcativo, in quanto non si tratta di un saggio)

Indicazioni utili

Lettura consigliata
Trovi utile questa opinione? 
190
Segnala questa recensione ad un moderatore
 

Le recensioni delle più recenti novità editoriali

Un animale selvaggio
Valutazione Utenti
 
2.9 (2)
Ci vediamo in agosto
Valutazione Utenti
 
4.3 (1)
L'orizzonte della notte
Valutazione Utenti
 
4.2 (5)
Sepolcro in agguato
Valutazione Utenti
 
4.9 (2)
Five survive
Valutazione Utenti
 
4.0 (1)
Lucy davanti al mare
Valutazione Utenti
 
4.0 (1)
Tutti su questo treno sono sospetti
Valutazione Utenti
 
3.8 (1)
Compleanno di sangue
Valutazione Utenti
 
3.3 (1)
La prigione
Valutazione Utenti
 
4.0 (1)
Day
Day
Valutazione Utenti
 
3.3 (1)
Morte nel chiostro
Valutazione Utenti
 
4.0 (1)
Pesci piccoli
Valutazione Utenti
 
4.1 (4)

Altri contenuti interessanti su QLibri

Tre sorelle
Surrender
La donna vendicativa
Gli spettri
Mozart. Il teatro dal mondo
Dizionario del bibliomane
Il Purgatorio di Dante
Chagall. Autoritratto con sette dita
Natale in casa Cupiello
L'Inferno di Dante
Venezia salva
Antigone. Una riscrittura
Antigone
Meraviglie. Alla scoperta della penisola dei tesori
Sarri prima di Sarri
Eroi. Le grandi saghe della mitologia greca