Magellano Magellano

Magellano

Saggistica

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L’antico motto dei naviganti di ogni tempo è come una canzone, una sinfonia di fondo di questa storia incredibile e vasta. “Ai tropici il mare arde e ribolle per il calore del sole, si incendiano le tavole e le vele, ogni cristiano che tenti di entrare nella terra di Satana, desolata come un cratere, diventa subito un negro”. Queste e altre superstizioni affrontò Magellano, nel suo viaggio alla scoperta del punto di passaggio tra oceano e oceano. Il punto che tutti cercavano e che lui, superando intrighi di corte, ammutinamenti, mari in tempesta e battaglie selvagge, infine trovò. L’estro sapiente di Stefan Zweig, uno dei più grandi narratori del Novecento, restituisce una grande epopea, in un mondo di condottieri e di oscuri eroi, al seguito del grande impeto di uno scopritore di terre, di mari e di umanità.



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Magellano 2016-11-16 02:58:06 siti
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siti Opinione inserita da siti    16 Novembre, 2016
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Un eroe moderno

“ Esiste un passaggio dall’Oceano Atlantico al Pacifico. Io lo so, io conosco il luogo e il punto. Datemi una flotta e io mostrerò il passaggio e compirò il giro di tutta la terra da oriente a occidente”.

Uomo risoluto, impavido, dotato di grande forza di volontà e al contempo solo, animato da un grande sogno e capace di realizzarlo contro ogni difficoltà, il capitano portoghese strappato per lungo tempo agli onori dovutigli - si pensi che una delle maggiori preoccupazione di Zweig fu quella di chiarire con un sottotitolo l’identità dell’illustre sconosciuto- , incarna perfettamente l’ideale della virilità e dell’audacia per una generazione che, viste le vicende storiche, ha perso il coraggio di vivere, di amare e di lottare per i propri ideali.
La biografia del grande navigatore , oltre ad assumere per i lettori contemporanei la funzione di veicolare implicitamente siffatti pericolosi ideali, si pone inoltre come una delle numerose opere che andò a nutrire il filone biografico particolarmente in voga nella prima metà del ‘900 in Europa, e che allo stesso Zweig diede grande fama presso i lettori, tutti, anche i più comuni, anche quelli per i quali era fin da subito necessario specificare chi fosse l’oggetto della narrazione. Oggi potrebbe sorprenderci questa ignoranza, in realtà la lettura stessa chiarisce quale fu per molto tempo la gloria riservata al nostro eroe in patria, in Spagna e nel mondo. Insomma, rimasti affascinati dalla narrazione della sua titanica impresa, a lettura ultimata soffriamo per l’ingiusto destino, per la sorte avversa, per quella ironia della stessa sorte che attribuisce e dispensa allori a chi non li merita affatto. Compatiamo un destino avverso, dopo aver condiviso il trionfo della volontà materializzarsi nel bel sì strappato ad un re straniero ad armare una flotta di cinque navi , la fatica a dominare il mare, le ribellioni dell’equipaggio, la rada a pochi gradi di latitudine dal famoso estrecho senza essere consapevoli di esserci arrivati , la gioia di riuscire infine a superarlo e la conferma che una grande distesa d’acqua si affaccia per riportare alle meravigliose e tanto ambite isole delle spezie. Pagine animate da viva partecipazione contribuiscono a creare la necessaria empatia con un uomo che oggettivamente viene rappresentato con tutte le sue virtù ma anche con tutti i suoi limiti, e la narrazione di questi fatti storici, rigorosamente avvallata da tutte le fonti disponibili al momento, collima con il romanzo e si fonda in una mescolanza di generi che potremo non a torto definire biografia romanzata. Il piacere della lettura allora si impenna, dimenticate le prime lente ma preziosissime pagine, ci si ritrova immersi dall’incalzare degli eventi in un climax ascendente verso la pura avventura. L’introspezione psicologica è la regina della trama e ora siamo anche noi lì in quei cento orribili giorni in balia di un mare terribilmente pacifico con impresse negli occhi ancora le immagini dei curiosi patagoni, gli uomini dai piedi grandi, curiosi e assettati di verificare di persona i miti che circolano nella vecchia Europa sulle ricchezze di queste terre incantate, bramosi , se possibile, di estorcere anche qualche vantaggio personale oltre la gloria di far parte di questa spedizione che al porto di partenza nessuno attende più.
Neanche la fugacità della vita e una morte ridicola tolgono valore all’impresa perché “l’umanità viene durevolmente arricchita soltanto da chi ne accresce la coscienza e la conoscenza creatrice” e onore a chi l’ha fatto sacrificando se stesso a dimostrazione del fatto che il singolo individuo può trasformare la realtà materializzando sogni e illusioni. La precisa misura della terra è ormai conquistata.

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Magellano 2014-03-14 06:28:02 silvia71
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silvia71 Opinione inserita da silvia71    14 Marzo, 2014
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Oltre i confini della terra

Se con i saggi dedicati ad Amerigo Vespucci e ad Erasmo da Rotterdam, Zweig evadeva dal genere prettamente biografico, con il suo Magellano egli vi rientra a pieno titolo, dedicando al grande navigatore una validissima opera.

Zweig offre la possibilità al pubblico di conoscere la vita intera di Magellano e di navigare insieme a lui per affrontare la sua più eroica ed importante impresa, la circumnavigazione del globo.
Se sappiamo tutto del viaggio del portoghese, lo dobbiamo ai diari di un uomo di bordo Antonio Pigafetta, cronista ante litteram dell'intero percorso durato ben due anni con partenza da Siviglia e ritorno nello stesso porto, quando oramai tutti avevano perso le speranze di rivedere la flotta.
Zweig è riuscito ad eleborare un lavoro di estrema compiutezza e rigorosità documentale, grazie allo studio certosino dei carteggi del Pigafetta, scrivendo un saggio memorabile.
La penna dell'autore perde qualche venatura sentimentale e passionale presente altrove, per divenire più oggettiva, più narrativa, per avvolgere il lettore con un racconto ricco di notizie, di aneddoti, di momenti di scelta e sacrificio di uomini,un racconto che parla di pazienza, di coraggio, di morte, di fatica.
Zweig ci pone davanti ad un filmato che inizia dalla prima pagina e termina all'ultima, provocando in chi legge delle emozioni molto forti; ci fa sentire in balia dell'oceano, ci fa sentire la tenacia del capitano Magellano, ci fa sentire quel dolore feroce che attanagliava l'equipaggio dopo mesi di peregrinazione per mare alla ricerca ostinata e disperata del varco che congiungesse i due grandi oceani, ci fa sentire la morsa della fame quando le stive delle navi erano oramai vuote, ci fa provare il gelo della terra del fuoco, ci fa sentire il grido stremato dei marinai alla notizia tanto sperata.

Insomma tra queste pagine tante notizie, il racconto di una grande avventura che forse non tutti conoscono nei particolari, ma anche tanto pathos scaturito dalla nitidezza delle immagini.
Un grande Zweig, il cui amore per i viaggi intorno al mondo ha fatto riaffiorare alla memoria la figura di Magellano, uomo ed esploratore, un caparbio, un paziente, un uomo tenace, forse coraggioso forse un po' incosciente.
Pur imponendosi una narrazione distaccata, si percepisce l'ammirazione dell'autore per il navigatore portoghese, per un viaggio divenuto leggendario e punto di svolta della modernità, della nuova concezione geografica della terra.
Un testo che leva gli ormeggi dalle placide acque del mare saggistico per affrontare i venti impetuosi di un storia di vita immensa.

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Zweig " Amerigo Vespucci"
Zweig " Erasmo da Rotterdam"
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