Narrativa italiana Romanzi Non ora, non qui
 

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Letteratura italiana

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Con una sorta di lettera aperta alla madre, rievocata attraverso una vecchia foto, Erri de Luca parla della sua infanzia, dell'adolescenza, di una famiglia, la sua, sullo sfondo della Napoli del dopoguerra. Opera prima di De Luca, questo immaginario discorso alla madre rivela già la sensibilità e la schiettezza che sono i punti di forza del suo modo di narrare, asciutto e sincero.



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Non ora, non qui 2014-12-09 13:16:29 Riccardo76
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Riccardo76 Opinione inserita da Riccardo76    09 Dicembre, 2014
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Poesia senza versi

Un poesia senza versi. Lo stile di de Luca in questo libro è a mio parere favoloso, la scelta dei singoli termini e della composizione del testo è quanto di più simile ad un componimento musicale, armonioso, equilibrato, dolce. La storia narrata è una sorta di lettera aperta alla madre che fa trasparire episodio significativi della giovinezza dell'autore. Bella la scelta di usare la fotografia a supporto della storia.
Meravigliosa l'idea di sovrapporre l'età della madre a quella dell'autore da ragazzo, fino ad arrivare al punto che l'autore ha più anni della madre in fotografia. Quasi a voler stabilire, tramite la fotografia, un dialogo fra madre e figlio, che diversamente non potrebbe più esistere. Un tentativo di dimostrare alla mamma cosa è diventato il figlio.
Il testo è a tratti per me evocativo, nonostante la differenza di anni che c'è tra me (il lettore) e de Luca, è stato capace di far riaffiorare in me svariati ricordi della mia infanzia, risvegliando in parte le sensazioni, o almeno il ricordo di esse, nel viverle.
Un testo da non perdere, si può leggere tutto d'un fiato, ma attenzione a pensare che sia semplice e banale, richiede, a mio avviso, una buona dose di partecipazione e attenzione.
Un grande libri di uno dei migliori scrittori italiani contemporanei.

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Non ora, non qui 2014-10-15 21:58:32 Vincenzo1972
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Vincenzo1972 Opinione inserita da Vincenzo1972    15 Ottobre, 2014
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Ci sono frasi non dette nel cuore degli uomini...

Una volta, da piccolo, avevo circa 8-9 anni, fui rimproverato da mia madre.. in realtà accadeva spesso ma ricordo ancora bene quest'occasione.. perchè fu un rimprovero veramente ingiusto.
Mio fratello, un anno più piccolo di me, aveva volutamente rimosso la sedia mentre mia nonna si stava sedendo provocandone una caduta inesorabile, per fortuna attutita solo dal suo sedere ben in carne e quindi sufficientemente elastico..
Tuttavia, la povera nonnina accusò il colpo e quando mia madre tornò dal lavoro, già inviperita per fatti suoi, apprendendo la tragica notizia si precipitò nella mia cameretta e mi rimproverò sonoramente con sberla annessa ben calibrata senza neanche darmi il tempo di dire 'buongiorno mamma, com'è andata la giornata al lavoro?'
Questo perchè la cara nonnina, nel suo resoconto dei fatti, aveva genericamente indicato il colpevole come 'Quel delinquente di tuo figlio !!'
E mia madre, che di figli ne ha 3, dopo averne giustamente rimosso uno dalla lista degli indiziati perchè essendo duenne a malapena si reggeva in piedi, concluse erroneamente che l'artefice della malefatta fosse il sottoscritto data la mia propensione verso atti così scellerati e considerata la natura angelica del fratello secondogenito.
Ignorando che, talvolta, anche agli angeli spuntano le corna e la coda.. come troppo tardi ammise anche la cara nonnina.
Ricordo, però, benissimo che in quell'occasione io rimasi in silenzio.. non cercai di difendermi neanche con la frase canonica "Non l'ho fatto apposta" sin quando mia madre non venne a conoscenza della verità per poi scusarsi a modo suo con la solita frase 'Vuol dire che questa punizione vale per la tua prossima marachella'... già, perchè nella nostra famiglia non si buttava via niente, neanche le punizioni ingiuste..
Dopo aver letto questo libro, ho rivissuto quel momento come fosse avvenuto ieri... perchè sono rimasto colpito dalla precisione ed accuratezza con cui l'autore spiega quel silenzio, il silenzio di un bambino vittima come me di un rimprovero non meritato da parte della madre, e che potrebbe avere tante sfumature, tante giustificazioni tra cui la seguente:
"Una volta mi accusasti a torto ed io non riuscii a replicare. Non fu solo la sorpresa, non solo l'inciampo della balbuzie che raddoppiava consonanti sotto il palato. Passato l'istante di sgomento continuai a tacere, a non discolparmi. Mi feci schermo del difetto fisico per conservare quella strana emozione d'amor proprio che consisteva nell'innocenza segreta. Non mi incitò il tuo errore ma la circostanza sconosciuta di essere in un rimprovero ingiusto. Non mi augurai che venisse fuori la verità, come accadde poi, ma che durasse la estraneità interiore che si rafforzava col tacere.
Si cresce tacendo, chiudendo gli occhi ogni tanto, si cresce sentendo d'improvviso molta distanza da tutte le persone."

E credo consista in ciò la forza di questo romanzo: tutti da piccoli siamo stati rimproverati dai genitori; tutti abbiamo detto "Non l'ho fatto apposta".. ma quanti sono in grado di raccontare il motivo di quella risposta, una risposta che sembra scontata, quasi automatica direi, ma che può nascondere una miriade di motivazioni, di sentimenti, di frasi non dette e soffocate nel silenzio di un broncio.
Considero eccezionale la capacità dell'autore nel descrivere questi stati d'animo, così fuggevoli, tanto difficili da limitare in un recinto di parole: De Luca invece ci riesce in modo magistrale e lo fa con uno stile narrativo, con un linguaggio che arriva dritto al cuore.
Impossibile non rimanerne affascinati.
Io credo che l'autore di questo libro abbia un dono, un potere speciale: riesce a 'congelare' (per poi analizzarle dettagliatamente) quelle sensazioni e quei pensieri che in genere scorrono rapidi nella nostra mente e che condizionano nell'arco di un istante il nostro comportamento. Molti di questi passano e non lasciano tracce, altri rimangono sotterrati come radici in quegli eventi che da essi sono scaturiti e che sono diventati poi ricordi nella nostra mente.
Ma anche nel ricordo, difficilmente riusciamo a focalizzare la nostra attenzione su quel pensiero scatenante; perchè quasi sempre è un impulso, un lampo scatenato dall'istinto, non certo dalla più pacata e lenta razionalità.
De Luca, invece, è in grado di catturare anche quell'impulso, portarlo alla luce, dilatarlo e soprattutto descriverlo.. per questo il racconto di un'infanzia diventa straordinario nelle sue mani, anzi nelle sue parole. Ed accade che singoli episodi, poche immagini della sua memoria si dilatano espandendosi a ritroso sino a scoprire quel pensiero, quell'impulso.
E' una capacità che invidio tantissimo: De Luca parte da un'immagine, una fotografia, per rielaborare, ricostruire e spiegare il rapporto tra un bambino, schivo, balbuziente ma dotato di una particolare sensibilità, e la madre, presenza costante ed autoritaria nella sua vita, amata ma nello stesso tempo giudicata incapace di capirlo, di vedere in lui il figlio ricevuto e non quello desiderato.

Non posso fare a meno, quindi, di considerare quest'opera di De Luca come un piccolo capolavoro: perchè trovo estremamente difficile dare luce a tali stati d'animo che rimangono spesso sepolti in un angolo buio della nostra mente e del nostro cuore ma certamente De Luca ci riesce in modo magistrale.

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Non ora, non qui 2012-02-11 14:40:40 exeter64
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exeter64 Opinione inserita da exeter64    11 Febbraio, 2012
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Ricordi di Erri

Difficile commentare questo libro-testimonianza dell'autore, che ci racconta i suoi anni giovanili, dai cinque ai trent'anni circa.
Si viene proiettati immediatamente nel fiume di ricordi che vengono descritti con immagini e similitudini che generano un effetto di intenso coinvolgimento emotivo, come se si riuscisse a "toccare" attraverso la lettura, le sensazioni dell'autore.
La madre, ricordata attraverso momenti quotidiani vissuti insieme, ma sempre descritta mediante sottili metafore ed impalpabili sensazioni. I ricordi di 30 anni prima narrati non in maniera "descrittiva" ma piuttosto attraverso le emozioni, i dubbi ed i timori che tali esperienze provocarono.
La balbuzie come ostacolo alla comunicazione, il rapporto con i compagni di classe, la difficoltà di trovare una "strada" da percorrere quando si diventa adulti, il difficile rapporto con le donne. Il legame con il padre, con la sorella minore e con le case abitate ed i vicoli popolari di Napoli. La particolare unione con la moglie e le intense pagine (forse le più intense)che descrivono il rapporto con lei e con la sua malattia, la difficoltà di amare...è tutto un susseguirsi di immagini della mente e del cuore narrate con uno stile non lineare ed a volte difficile da seguire, ma che necessitano di un'attenzione ed un'immersione nella lettura di queste pagine affinchè si riesca ad entrare in "sintonia" con lo spirito attraverso il quale De Luca ha voluto mostrarci questa suo intensa testimonianza personale che, in molti tratti, somiglia molto ad un "regolamento di conti" con un passato che ci genera e ci plasma in una forma che a volte non è sempre quella che desideriamo.

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Non ora, non qui 2012-02-01 18:29:02 rita rucco
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Opinione inserita da rita rucco    01 Febbraio, 2012

In una foto l'atto estremo della vita

La balbuzie, metafora della vita del protagonista-autore.
L'ingorgo di sillabe e di parole rispecchia una vita costretta in regole, costellata da sensi di colpa: "Non è colpa mia", ma anche di impossibilità di scelta pur nel bisogno: " Non ora, non qui", gli dice la madre.Tempi e luoghi consigliati al figlio da una madre distaccata e chiusa nella propria necessità, nei propri ricordi.
Quanta madre c'è in questo racconto lungo!Anche la moglie del protagonista è un po' madre e l'autore-protagonista rimane orfano due volte. Il padre non c'è. E' il quadro moderno delle solitudini condivise, o forse no;è la condizione del padre "morto" in una famiglia degli anni 50, che anticipa i vissuti della nostra contemporaneità.
In una scrittura colta, serrata, profonda, intrisa di letteratura e di filosofia, Erri de Luca ci narra la storia di un uomo adulto da sempre, ma che diviene adulto alla vita in ritardo: avrà la sua prima donna a trent'anni, forse perché troppo attento a comprendere il mistero materno che lo ha reso ancora più fragile e inadatto alla vita. La vita della velocità e della sopraffazione non è nelle sue corde e la balbuzie ne è una conferma. La vita di dentro è affollata e ha bisogno di tempo e di spazio per manifestarsi. Ed ecco l'espediente della foto che consente al figlio e alla madre di incontrarsi senza fretta in un luogo e in un tempo in cui madre e figlio sono coetanei invertendo l'ordine logico delle cose. E' così che il figlio sa della madre in attesa. Di cosa? La conclusione è spiazzante. Le distanze si azzerano ed è in una foto che si compie l'atto estremo della vita: la morte. La madre aveva previsto la morte del figlio . E il filo si ricompone. "Aspettami" gli aveva detto. Ma è lei che lo aspetta in una foto.

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Non ora, non qui 2012-01-20 21:02:18 Ally79
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Ally79 Opinione inserita da Ally79    20 Gennaio, 2012
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Lo Scrittore

Ci sono libri che puoi leggere con la musica in sottofondo,interrompendoli per rispondere al telefono o mentre attendi alla stazione con un brusio che ti arriva vago alle orecchie.
Ci sono libri che puoi leggere con gli occhi e senza il cuore.
Ma sono altri libri.
Quando ti dedichi a De Luca necessiti di silenzio.
Nulla deve distrarti dalla tua relazione con lui.
Siete in due:tu e Erri.Punto.
Devi dargli la mano,passeggiare con lui in un tempo che sa di autunno e prestar l’udito mentre ti racconta.
Ah le sue parole!Importanti,dense,ruvide e poetiche al tempo stesso,potenti come radici conficcate profondissimamente nella terra.
Ascoltale qui,adesso,in un racconto autobiografico,in una dichiarazione d’amore alla madre perduta e alla sua infanzia.
Ti narrerà della balbuzie,del padre che si rade dinanzi allo specchio duplicando nel riflesso la sua autorità,di una nuova ricchezza che destabilizza,della calma che molto poco condivide con la lentezza,dello splendore nelle navi al porto,della finestra chiusa mentre si prepara il caffè affinchè l’aroma non vada disperso,di cancelli che nascono come limiti e si trasformano in unioni.
Ma non c’è nulla di straordinario negli eventi che ti riferirà,sentirai di cose semplici,quotidiane,ordinarie.
Ciò che resta straordinario è altro:la sua poesia e il talento,che resta umile,di questo Scrittore.
A mio modestissimo e incompetente parere è lui il più grande di tutti.

“Le madri sono suscettibili,non consentono ai figli di prendersi delle libertà sul passato.
Lo evoco in questa ora con esattezza,ma forse non con verità.
Molti particolari non formano un ricordo, molti ricordi non costituiscono un passato.
Che io non ti faccia torto:non c’era altro passato che quello.
Ti toccò un figlio non adatto ai doveri che avevi in serbo per lui, un bambino confuso che accumulava pezzi di identità nel gioco del fraintendimento con te.
Mi torna alla mente il passato con parvenza di intero, per un bisogno di appartenenza a qualcosa,che stasera mi spinge verso di esso,verso una provenienza.”

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Non ora, non qui 2010-12-13 22:06:37 Indigowitch
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Indigowitch Opinione inserita da Indigowitch    14 Dicembre, 2010
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Non ora, non qui.

Che dire...In poche pagine Erri de Luca condensa un affascinante discorso alla madre, scevro da sentimentalismi, pieno di considerazioni così vere e toccanti che ci si sente pienamente coinvolti in quello che scrive.
Con la consueta "autenticità", de Luca ci offre squarci della sua infanzia, vissuta in un quartiere povero di Napoli, dell'adolescenza e infine della maturità con pennellate rapide e incisive.
Nulla di particolarmente originale, si dirà, ma sta di fatto che quest'autore riesce, con poche frasi scarne, dolorose, scavate nel midollo profondo del ricordo, a scatenare emozioni fortissime.
Le sue riflessioni mi suonano sempre stranamente familiari e le apprezzo proprio perché non c'è nessun intento, da parte dello scrittore, di propinarti le frasi a effetto che piacciono tanto a certi autori contemporanei.
De Luca piace o non piace, non ci sono vie di mezzo.
Spesso gli scrittori di talento sono come dei funamboli, sperimentano soluzioni stilistiche originali, cercano di affabulare il lettore, o di scioccarlo o di colpire il suo senso estetico o la sua emotività.
Erri De Luca ti affascina con la sua profondità d'animo, ma senza pretendere di fare l'artista.
E' uno scrittore onesto, che non ti prende mai per i fondelli, vero.
E a mio parere, oltre ai geni e ai funamboli, ci vogliono anche scrittori come lui.

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