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Dizionario delle cose perdute Dizionario delle cose perdute

Dizionario delle cose perdute

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La presentazione e le recensioni di Dizionario delle cose perdute, opera di Francesco Guccini edita da Mondadori. C'era una volta... già, cosa c'era una volta? Una volta, c'era la banana: non il frutto amato dai bambini, bensì l'acconciatura arrotolata che proprio i bimbi subivano e detestavano ma che veniva considerata imprescindibile dai loro genitori. I quali, per bere un buon espresso, dovevano entrare al bar e chiedere un "caffè caffè", altrimenti si sarebbero trovati a sorbire un caffè d'orzo. Una volta, per scrivere, non c'erano sms o e-mail, ma si doveva dichiarare guerra ai pennini e uscire da scuola imbrattati d'inchiostro da capo a piedi. Una volta, si poteva andare dal tabacchino, comprare una sigaretta - una sola - e fumarsela dove meglio pareva: non c'erano divieti, e i non fumatori erano una gran brutta razza. Una volta, i bambini non cambiavano guardaroba a ogni stagione, andavano in giro con le braghe corte anche d'inverno e - per assurdo contrappasso - col costume di lana d'estate. Una volta, la Playstation non c'era, si giocava tutto il giorno per strada e forse ci si divertiva anche di più. Una volta, al cinema pioveva... Con un poco di nostalgia, ma soprattutto con la poesia e l'ironia della sua prosa, Francesco Guccini posa il suo sguardo sornione su oggetti, situazioni, emozioni di un passato che è di ciascuno di noi, ma che rischia di andare perduto, sepolto nella soffitta del tempo insieme al telefono di bachelite e alla pompetta del Flit. Un viaggio nella vita di ieri che si legge come un romanzo: per scoprire che l'archeologia "vicina" di noi stessi ci commuove, ci diverte, parla di come siamo diventati.

Francesco Guccini è nato a Modena nel 1940. Cantautore "mito" di più di una generazione, anche la sua attività di scrittore si configura come una delle esperienze più originali e suggestive della scena letteraria italiana dell'ultimo decennio. Esordisce nel 1989 con Cròniche Epafániche (Feltrinelli), per pubblicare poi: Vacca d'un cane (Feltrinelli 1993), Racconti d'inverno (Mondadori, 1993; con Giorgio Celli e Valerio Massimo Manfredi), La legge del bar e altre comiche (Comix, 1996; Mondadori, 2005), Cittanòva blues (Mondadori, 2003). Insieme a Loriano Macchiavelli ha scritto, per Mondadori, i romanzi gialli Macaronì (1997), Un disco dei Platters (1998), Questo sangue che impasta la terra (2001), Tango e gli altri (2007), Icaro (2008), la raccolta di racconti Lo spirito e altri briganti (2002) e Malastagione (2011). Del suo talento di lessicografo è prova il Vocabolario del dialetto pavanese (Edizioni Nuèter, 1998).



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Dizionario delle cose perdute 2012-07-11 11:41:22 cuspide84
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cuspide84 Opinione inserita da cuspide84    11 Luglio, 2012
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C'ERA UNA VOLTA...

C'era una volta, mica tanto tempo fa, un mondo come il nostro, ma con meno agi, un mondo in cui i bambini vivevano all'aria aperta e non chiusi in una cameretta davanti a un televisore o a un videogioco... un mondo in cui ogni cosa e ogni scusa erano buone per inventare un gioco diverso, uno slittino per lanciarsi giù da una discesa, un ramo di sambuco da usare come cerbottana...
c'era una volta un mondo fatto di poco, di risparmi e privo di sprechi, un mondo in cui d'estate portavi gli stessi pantaloni che avevi in inverno e le vacanze te le sognavi... e se avevi la fortuna di tuffarti nell'acqua (più spesso del lago o di un fiume) dovevi convivere con i mutandoni di lana usati a mo' di costume...
c'era una volta l'assenza del riscaldamento centralizzato o autonomo di cui godiamo noi oggi... all'epoca c'era il camino o il prete a riscaldare le fredde giornate e notti invernali...
c'erano una volta i cantastorie di piazza sostituiti poi dalle televisioni e dalle radio...
c'era una volta il taxi giallo, questo me lo ricordo anch'io a dir la verità, ora sostituito da quelli bianchi e dalle famigerate “macchine blu”...
c'era una volta.... già... ma dobbiamo ricordarci che non è stata una favola, è stata la realtà che i nostri nonni e i nostri genitori hanno vissuto durante gli anni della seconda guerra mondiale e nell'immediato dopoguerra, una realtà che ci è giunta grazie ai racconti che qualcuno di noi ha avuto la fortuna di ascoltare dalla viva voce dei propri nonni; una realtà fatta di lavoro e di sacrifici, ma anche di divertimenti e ragazzate; una realtà in cui forse tutto era più semplice e divertente, proprio perchè c'era poco e quel poco dovevi usarlo per tutto.

Un libro per sorridere.
Un libro per sognare con gli occhi di un bimbo di allora.
Un libro per ricordare l'infanzia e la gioventù che noi abbiamo avuto la fortuna (o sfortuna?) di non aver vissuto.
Un libro per pensare con nostalgia a quando vedevi una striscia di formichine a casa dei nonni e con la tua vocina schifata dicevi “Nonno nonno!! Le formiche!!!” e lui ti rispondeva “Non ti preoccupare, ora ci diamo il Flit!”.
Un libro da leggere e da regalare ai propri genitori, che si sorprenderanno a sorridere e a dire: “E' vero, era proprio così!!”

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Dizionario delle cose perdute 2012-05-22 18:44:28 Lady Libro
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Lady Libro Opinione inserita da Lady Libro    22 Mag, 2012
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Uno sguardo indietro

Io sono nata nel 1995, ovvero molti decenni dopo i tempi di cui si parla in questo libro.
"Non so cosa ti potrà lasciare, non sono i tuoi tempi" mi ha avvertito così l'amica cinquantenne che me l'ha prestato. Ma io sapevo già cosa aspettarmi e ho voluto leggerlo comunque.
Sono entrata in quegli anni che la vita non mi ha concesso di assaporare, ho visto l'epoca di nonni e genitori, ho visto il passato che non c'è più, ho capito cosa è cambiato, cosa è rimasto, cosa si provava allora e oggi ricordando quei giorni ormai lontani e confrontando il presente.
Mentirei se dicessi di aver provato nostalgia, in quanto tutto ciò che c'è in questo dizionario è molto lontanto dal mio sentire di ragazza adolescente del Terzo Millennio e non mi è mai appartenuto.
Ma ho provato tenerezza, perchè è stato un po' come studiare un popolo antico, ormai estinto, anche se è triste da constatare.
E ho provato ammirazione e perfino un po' di invidia per la semplicità di una vita di cui tutti si accontentavano e di cui godevano di ogni singolo attimo senza mai perdere energia ed entusiasmo.
Ho perfino riso per la rudimentalità di certe cose che adesso possono sembrare assurde e superate.
Eppure noi siamo stati così... Loro sono stati così. Dal passato nasce il futuro. Se siamo quello che siamo ora, lo dobbiamo solo agli insegnamenti del passato, grande maestro di vita.
Alcuni dicono che in questi tempi la vita sia migliore rispetto al passato, ma sarà del tutto vero?
Forse lo dicono senza pensarci, forse hanno dimenticato le cose belle di un'epoca ormai lontana, forse non rimpiangono il passato.
Non è un atteggiamento sbagliato, ma credo che certi valori fossero più forti prima che adesso.
Questo dizionario mi ha regalato un pezzo di storia che adesso ha trovato posto dentro di me e non mi lascerà facilmente. E probabilmente tutte le volte in cui ci penserò, avrò la mente rivolta altrove con un sorriso triste sul viso.

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