Saggistica Storia e biografie La scrittrice abita qui
 

La scrittrice abita qui La scrittrice abita qui

La scrittrice abita qui

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Un po' pellegrinaggio e un po' seduta spiritica, questo libro porta dalla Sardegna di Grazia Deledda all'America di Marguerite Yourcenar, dalla Francia di Colette all'Oriente di Alexandra David-Néel, dall'Africa alla Danimarca di Karen Blixen, all'Inghilterra di Virginia Woolf. Un lunghissimo viaggio in case-museo che, attraverso mobili e suppellettili, stanze e giardini raccontano la storia sentimentale delle più significative scrittrici del Novecento.



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La scrittrice abita qui 2014-11-15 06:45:26 Emilio Berra TO
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Emilio Berra  TO Opinione inserita da Emilio Berra TO    15 Novembre, 2014
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L'isola incantata di M. Yourcenar

L'autrice di questo bel libro è sulle orme di sei scrittrici, visitando le loro case, per trovarvi il fuoco, non la cenere.
Si va da Karen Blixen alla Deledda, da Virginia Woolf ad Alessandra David-Néel (una sorpresa). A titolo esemplificativo, non casualmente scelgo Marguerite Yourcenar, la cui dimora è effigiata in copertina.

La tesi di Sandra Petrignani è che "una casa dice la verità su chi la abita". Quella abitata da M. Yourcenar, "Petite Plisance", "è il contrario di un sacrario o di una reggia. E' una casa tenera, avvolgente, femminile. Un posto impregnato di sentimenti".
Si trova sull'isola di Mount Desert, nel Maine, non lontano dalle coste canadesi.
Subito siamo avvolti dagli intensi colori autunnali: "foglie marroni e rosse, gialle e arancio, i colori cotti dell'estate indiana" (che dura fino a metà novembre). "Intorno l'Atlantico, profondo azzurro popolato di balene".

La casa è vicina al borgo di Somesville, nel cui cimitero sono sepolte la celebre scrittrice e la sua amica, per decenni compagna di vita, Grace.
"A un certo punto, in mezzo all'erba smeraldina coperta di foglie gialle accartocciate, la casa appare. E' lucida e bianca, di legno, con tanti abbaini". Nel giardino, "casette per gli uccelli sono sparse un po' dappertutto"; nel folto degli alberi si scorgono le tre piccole tombe degli amatissimi cani.

Per un caso fortuito (ma nulla avviene per caso), Petrignani ha il privilegio di "sedersi a prendere il té nel salottino di Marguerite, davanti al caminetto, poter sfiorare i suoi scialli buttati sulle poltrone, sfogliare i suoi libri".
La casa profuma d'Oriente, con gli oggetti acquistati durante i viaggi da questa donna "molto spirituale": un Buddha "corroso dal tempo"; un pugnale di legno intagliato tibetano "per uccidere l'ego"; pietre di malachite per la meditazione... Poi libri ovunque, in tutte le stanze, ordinati con un personale (forse simbolico) criterio: i classici nell'ingresso; in camera da letto i testi di Mishima, lo scrittore giapponese per cui aveva una particolare predilezione; le opere di Borges sono nello studio...
Fra descrizioni e annotazioni, Petrignani è prodiga di aneddoti: in tanti consideravano la Yourcenar "come un monumento", ma lei sorprendeva: chi veniva ad intervistarla magari la trovava vecchia e dimessa, ma poco dopo, davanti alla telecamera, si presentava elegante e quasi civettuola. I Francesi, che la immaginavano lontana, una specie di eremita, la videro nella famosa trasmissione televisiva "Apostrophe" arguta e brillante, a 77 anni, capace di tener testa alle provocazioni dell'intervistatore.
D'altronde, lei diceva: "La mia personalità è come la mia casa, apertissima".

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libri delle scrittrici citate.
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La scrittrice abita qui 2014-06-21 18:38:43 silvia71
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silvia71 Opinione inserita da silvia71    21 Giugno, 2014
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Una casa una vita

Il saggio di Sandra Petrignani nasce da un'idea formidabile, visitare una casa per comprendere meglio la persona che vi ha vissuto tra quelle mura.
Casa è sinonimo di intimità, di carattere, di passioni, di sogni; è un terreno in cui si incrociano passato e presente, ricordi e speranze.

Se il punto di partenza è la casa, la meta prefissa dell'autrice è viaggiare attorno alla vita di alcune scrittrici, più note e meno note, in ogni caso bellissime figure, complesse, raffinate, semplici, tristi, gioiose.
Quello della Petrignani non è un saggio figlio dell'improvvisazione, ma nasce da un laborioso lavoro di ricerca sul personaggio per attingere poi a piene mani da sensazioni visive ed olfattive catturate sui luoghi; luoghi del ricordo, del vissuto di ogni donna.
L'aspetto più intenso dell'opera è il risalto al lato più umano e più vero, una ricerca sottesa al volto genuino di ogni scrittrice, quel volto che spesso fatica a trasparire attraverso la formalità degli scritti o dalla loro semplice lettura.
Si mescolano in una sintonia perfetta e ben dosata le informazioni che la Petrignani fornisce sulla singola protagonista, raccontando episodi salienti e importanti del vissuto e immagini catturate oggi nelle stanze di case divenute memoria.

E' un libro che racchiude sei vite, sei storie, sei mondi, sei cuori.
Una lettura preziosa per chi ama il genere biografico, di cui l'autrice si appropria e con una abilità stilistica stupefacente lo trasforma in un “canto fotografico”, caricandolo di emozioni forti che abbracciano il lettore lungo tutto il percorso.
Al contrario di taluni saggi biografici, tra queste pagine è possibile trovare intensità e veracità, nonostante la penna dell'autrice si imponga rigore in taluni passaggi, in altri si avverte un inevitabile trasporto emozionale.

Sei vite che vale la pena conoscere e approfondire, nomi cui siamo soliti associare il titolo di un'opera ma spesso non conosciamo la vita di colei ha che impresso l'inchiostro su quei fogli.
Sei storie completamente diverse eppure alla fine sembra spuntare dall'ultimo rigo un filo conduttore; vite complicate segnate da scelte coraggiose.


grazie Cub!

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La scrittrice abita qui 2014-06-11 12:55:08 C.U.B.
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C.U.B. Opinione inserita da C.U.B.    11 Giugno, 2014
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Permesso, si puo' entrare ?

I viaggi nelle case sono viaggi nelle vite, sostiene Sandra Petrignani, o comunque sia nelle case sono indelebilmente impressi i segni di chi vi ha vissuto. Andiamoci.

Grazia Deledda, Nuoro. Un terreno aspro illuminato da pietre bianchissime, la giornata fredda e' spolverata da un vento sferzante. Si incrociano pecore e mucche afflosciate in riposo; pare di essere in un romanzo di Deledda, piu' che nei luoghi che lo ispirarono. La grande casa oggi e' un po' museo anche se troppo vuota, ma l'illusione della ricostruzione rende comunque la realta' , il graticciato appeso al soffitto per i formaggi, la pietra dove veniva appoggiato il braciere. Un grande arbusto di glicine nel cortile. E i tronchi, le rocce, gli uccelli di Sardegna che ne divennero l'anima artistica.

Marguerite Yourcenar, Petite Plasaince nel Maine. Un'insegna in ferro battuto in mezzo al prato, a due passi dall'Atlantico la casa spicca bianca, di legno, fitta di abbaini. Un cottage senza recinzioni invita ad avvicinarsi e scoprire un interno femminile, avvolgente, dove si inalano stima e rispetto per gli animali e le piante, ammirazione per la letteratura. Una grande finestra da aprire per lasciare che lo spirito se ne vada libero, dopo la morte.

Colette, Saint Sauveur en Puisaye. Prati e boschi e un piccolo borgo dove Colette aveva imparato a distinguere il nome di ogni pianta, fiore, foglia. La camera da letto rosso fuoco , le poltroncine ricamate a mano da lei. Fermacarte in vetro ovunque dalla sua collezione ottocentesca, acqua illustrata rimediata nei mercatini, la sua grande passione. Un Baccarat senza nemmeno una bolla d'aria racchiude e protegge una rosa bianca.

Alexandra David-Néel, Samten Dzong. Direzione Nizza, ottobre ed il giardino della casa pare un bosco, tanti alberi piantati da Alexandra tra cui sventolano bandiere coi colori del Tibet. All'ingresso, sotto un arco , ci blocchiamo inebetiti davanti a un baule che sorregge quattro valigie conciate male, sono proprio quelle che viaggiarono con la grande esploratrice. Una torcia, una cuffia di pelo. Compi' cento anni e volle rinnovare il passaporto.

Karen Blixen, Rungstedlung. Un'antica locanda secentesca immersa in un grande parco che la scrittrice volle trasformare in area protetta per gli uccelli migratori. Quelli che arrivano dall'Africa, per lei terra di aristocrazia e di sventure. Il grammofono nella savana suonava Schubert.

Virginia ( e Vanessa ) Woolf, Charleston e Monks, Sussex. Se a Charleston ogni oggetto e' un'opera d'arte unica, nata dalla creativita' di Vanessa, a  Monks - la casa di Virginia - tutto e' piu' severo. Anche il fiume che scorre ai suoi piedi, dove a cinquantanove anni scelse la morte.

Sandra Petrignani visita i luoghi di cui vi ho parlato e si sprigiona la biografia, sebbene concisa, la vita di queste donne e' riportata nell'essenza. 
La penna della Petrignani non ostenta emotivita', ma la sobrieta' narrativa che padroneggia e l'amore letterario che prova per queste donne, unitamente alla magia dei luoghi ed al fascino delle vite delle sei scrittrici e' di fatto emozione pura, vibrante. Sono poco piu' di duecento pagine, eppure questo lavoro di ricerca e viaggio e condivisione e' talmente originale e ben scritto che sembra un'esperienza infinita. Sfogliata la prima pagina, non resta che vivere sei vite intensamente.
Estremamente bello, buona lettura.

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