Jarmila Jarmila

Jarmila

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La trama e le recensioni di Jarmila, romanzo di Ernst Weiss edito da Adelphi. Ritrovato fra le carte abbandonate nella camera d’albergo dove Ernst Weiss si tolse la vita, Jarmila – che ebbe in Stefan Zweig il suo primo, fervido estimatore – è il racconto di una possessione amorosa divorante, capace di sprofondare un uomo nel delirio. Tutto comincia con un malefico orologio che «segna un tempo assurdo» e sembra farsi beffe del suo proprietario, un commerciante in viaggio d’affari a Praga, sconvolgendo coincidenze ferroviarie e appuntamenti di lavoro. Ma le sue lancette impazzite segnano un altro appuntamento, fatale. Sotto le massicce volte gotiche di una locanda di piazza Venceslao dall’atmosfera torpida e fumosa, uno strano venditore di giocattoli meccanici dagli occhi disuguali prende in consegna l’orologio per ripararlo e, mentre con gesti da negromante ne smonta il capriccioso congegno, si abbandona, irresistibilmente, al flusso dei ricordi. Rivivono così davanti agli occhi dell’ascoltatore, e del lettore, la passione per la splendida Jarmila, vorace e indecifrabile, e le sue funeste conseguenze. Ma le sottili crepe che si aprono nella confessione, in cui balugina un pathos demoniaco, lasciano presagire che alla storia manca ancora un epilogo. Un epilogo che la chiuderà come un sortilegio.Scritto nel 1937 ma pubblicato postumo, Jarmila viene qui proposto nella sua prima traduzione italiana.



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Jarmila 2013-03-19 11:21:20 C.U.B.
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C.U.B. Opinione inserita da C.U.B.    19 Marzo, 2013
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UNA STORIA D'AMORE BOEMA

Un orologio pagato due soldi scandisce l'evolversi di questo breve romanzo, meccanismo dispotico manovra il tempo a suo esclusivo piacere. Le lancette girano lente o corrono veloci, ritardi di attimi sfuggiti, anticipi che modellano situazioni, una piccola molla puo' perfino uccidere.

Un uomo ruba amore come un ladro, una donna offre maliziosa il suo corpo e forse il suo cuore come fosse refurtiva. L'adulterio in penombra dovrebbe essere foriero di gioia perlomeno per alcuni, invece gli spettri della tristezza, della disperazione, della gelosia banchettano con gaudio alla tavola di chiunque.

Riecco l'orologio, e' guasto ma non perde occasione di portare a termine il suo gioco. In un vecchio bar di Praga un venditore ambulante che crea uccellini giocattolo si incarica di ripararlo e tra una vite ed un bullone, fumo e birra, il ricordo di Jarmila.

Stando ad Adelphi, questo manoscritto venne ritrovato tra le carte di Weiss nella camera d'albergo parigina dove l'autore si tolse la vita. Un racconto molto breve e piacevole, con diversi spunti interessanti anche se ammetto di non averlo apprezzato come avrei dovuto, mi ha spiazzata un argomento ben delineato nel libro.
Ebbene, io non uso mai le recensioni per fare qualsivoglia tipo di propaganda, mi limito a lasciare le mie impressioni sul testo. Stavolta concedetemi un'eccezione perche' nella mia beata ignoranza , in passato mai e poi mai mi capito' di ragionare sull'argomento.
Ora non ridete...Ma voi sapete come ci si procura il piumino d'oca ?
Ora ridete pure, io credevo "tosassero" le oche... Per l'amor del cielo ci voleva il defunto Weiss ad aprirmi gli occhi, che nessuno piu' provi a vendermi una mostruosita' del genere, io opto per il sintetico o la lana d'ora in poi.
Perdonate la divagazione, ma e' da ieri sera che vedo oche spennate vive ovunque, buona lettura.

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