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Lo Hobbit

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"Lo hobbit" è il libro con cui Tolkien ha presentato per la prima volta, nel 1937, il foltissimo mondo mitologico del Signore degli Anelli, che ormai milioni di persone di ogni età, sparse ovunque, conoscono in tutti i suoi minuti particolari. Tra i protagonisti di tale mondo sono gli hobbit, minuscoli esseri "dolci come il miele e resistenti come le radici di alberi secolari", timidi, capaci di "sparire veloci e silenziosi al sopraggiungere di persone indesiderate", con un'arte che sembra magica ma è "unicamente dovuta a un'abilità professionale che l'eredità, la pratica e un'amicizia molto intima con la terra hanno reso inimitabile da parte di razze più grandi e goffe" quali gli uomini.



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Lo Hobbit 2020-08-20 10:51:02 Valerio91
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Valerio91 Opinione inserita da Valerio91    20 Agosto, 2020
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Un gran bel pezzo del puzzle

La lettura de “Lo Hobbit” non ha fatto che confermare in me l'idea che il maggior merito di Tolkien sia quello di aver creato un mondo vastissimo, destinato a restare eternamente nel nostro immaginario (anche grazie, bisogna ammetterlo, ai film di Peter Jackson).
Il lavoro fatto dall’autore ha dell'incredibile: la sua terra di Mezzo è infatti un mondo con una sua Storia, le sue lingue (ci sono addirittura scuole che insegnano l’elfico, da lui inventato) e una sua conformazione territoriale. È tutto talmente preciso che, delle volte, si finisce per chiedersi se Tolkien non sia effettivamente finito in una dimensione in cui la sua creatura è realtà, ne avesse studiato tutti i dettagli e avesse fornito a noi, tramite le sue storie, quel che lì aveva appreso. Tolkien non tralascia mai nulla: i rapporti tra i personaggi e le vicende sono influenzate da eventi passati che, seppur non narrati, influenzano nettamente la storia e non osiamo mettere in discussione, così come non metteremmo in discussione un qualsiasi evento storico. In questo senso, lo stesso “Lo Hobbit" è una storia che influenzerà enormemente gli eventi narrati ne “Il signore degli anelli”.
Insomma, non so se lo avete capito ma stiamo parlando di un lavoro pazzesco.
Tornando al libro in sé, c'è da dire che il tenore del racconto è molto diverso da quello del suo successore, per diversi motivi. In primis, per lunghi tratti “Lo Hobbit" è più simile a una favoletta molto lontana dai toni epici peculiari della trilogia dell'Anello, e seppur questo gli dia qualche punto in più riguardo alla scorrevolezza del racconto (che nel Signore degli Anelli, soprattutto nei momenti di pellegrinaggio, è un po' frustrante) ne intacca tuttavia la profondità e la bellezza epica dei racconti della Terra di Mezzo. Oltre questo si sente un po’ la mancanza di alcuni personaggi. ma soprattutto di un vero e proprio “villain”: Sauron viene soltanto citato, Gollum fa una breve apparizione (sebbene in un momento cruciale) e Smaug stesso appare brevemente; il suo ruolo e la sua dipartita, oltretutto, lasciano un po’ a desiderare, sebbene l’incontro con Bilbo sia una delle parti più belle e interessanti di tutto il libro.
Nonostante questi difettucci, “il viaggio inaspettato” intrapreso da Bilbo Baggins, Gandalf, Thorin Scudodiquercia e la sua compagnia di Nanu vale la pena di essere seguito, anche solo per la soddisfazione che si prova nell'aggiungere pezzi all'immenso puzzle creato da quel pazzo visionario di J.R.R. Tolkien.

“Smaug era in preda a una collera impossibile da descrivere: il tipo di collera che si può vedere solo quando i ricchi che possiedono più di quanto possano godere perdono all’improvviso qualcosa che hanno posseduto a lungo ma non hanno mai usato o voluto prima di quel momento.”

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Lo Hobbit 2015-09-27 09:22:53 evakant
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evakant Opinione inserita da evakant    27 Settembre, 2015
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L'anti-eroe Bilbo

Da qui inizia la storia dei Baggins che attraverserà migliaia di pagine in un capolavoro della letteratura fantasy e che ha confermato il genio di Tolkien, che non era certo uno sprovveduto, ma un uomo che ha fatto della letteratura la sua vita, e ha reso le nostre più piacevoli facendoci perdere nelle sue pagine evocative, affascinanti e spesso anche divertenti.

Bilbo Baggins è uno hobbit: gli hobbit sono esseri pacifici, tranquilli, che trovano la loro pura realizzazione nella tranquillità della loro caverna hobbit, a fumare la pipa e fare anelli di fumo, a rilassarsi a fianco ad una cuccuma fumante, a consumare svariate colazioni a base di torte, focacce e altre delizie in quantità.
Gli hobbit non sono avventurosi, le avventure procurano solo guai e portano lontani dalle loro comode e calde caverne. Non garantiscono cibo e sonno a sufficienza, non garantiscono la loro comoda routine che tanto adorano.
Così quando il vecchio stregone Gandalf, con un sottile inganno convoca una riunione inaspettata proprio a casa Baggins, con ben 13 nani affamati e assetati, proponendo Bilbo come il quattordicesimo (13 porta sfortuna...) e lo “scassinatore” il povero hobbit è disperato.

Dopo una serata faticosissima a servire te e torte ai suoi ospiti, la mattina si sveglia crede di aver sognato tutto, ma Gandalf lo riporta alla realtà e Bilbo è suo malgaro costretto (ma anche un po' curioso...) a partire all'avventura in fretta e fuoria, dimenticandosi addirittura di prendere anche qualche fazzoletto.
Qui inizia l'avventura di Bilbo che aiuterà il manipolo di nani alla riconquista del loro tesoro sotto la montagna, tesoro depredato dal malvagio drago Smog.
Bilbo in definitiva sarà fondamentale, una sorta di eroe che è però un anti-eroe. Bilbo è un essere pacifico, mite e niente è più lontano dalla sua indole.

È piccolo, più piccolo ancora dei nani, e la sua pochezza fisica in realtà è una grandezza d'animo, di onestà, di ragionevolezza. Sarà sempre lui, volente o nolente (più spesso nolente...) a tirare fuori i nani da situazioni pressochè disperate, e sarà lui a mettere pace tra l'avido Thorin, re dei nani, gli Elfi Silvani e gli umani del fiume allorchè il tesoro, liberato da Smog, farà gola a tanti...
L'unico rammarico sarà tornare a casa e scoprire che gli altri hobbit lo considereranno sempre stravagante, bizzarro e da evitare.

Ma poco importa, Bilbo alla fine sarà sicuramente soddisfatto della sua avventura...anche perchè prima di riuscire ad uscire dalle spaventose caverne degli orchi ha trovato un misterioso anello che lo rende invisibile...ha dovuto contenderlo a uno strano e spaventoso essere di nome Gollum a suo di indovinelli...ma questo anello lo tirerà fuori dai guai molte volte... e porterà...come ben sapete, ad altre favolose avventure.

Questo romanzo fantasy scritto negli trenta da Tolkien è come tutti ben sapranno una pietra miliare della letteratura del genere: destinato ad un pubblico di ragazzi è in realtà un romanzo vivace, scorrevole, veloce adatto a tutti, tutti potranno amare le sue pagine scorrevoli, le avventure ed i mondi fantastici, terrificanti e meravigliosi al tempo stesso, i suoi personaggi fuori dagli schemi e anche la sua sottile ironia.
Personaggi umani, molto vicini a noi, con forze e debolezze, in un'esaltazione della natura che ci regala pagine davvero suggestive.

Io l'ho letto tardi...ma sono convinta che questo romanzo debba essere letto dai ragazzi il prima possibile: è un romanzo senza tempo, sufficientemente lungo per affascinare ed avvincere, ma non troppo lungo da annoiare, la dose di mistero e di magia giustamente calibrata nel complesso. Personaggi ben tratteggiati, quel tanto che basta per capirli senza perdersi in descrizioni inutili.
Un lavoro a mio avviso perfetto.

L'unica pecca (pecca...se vogliamo chiamarla così) ma che mi ha fatto un po' dispiacere : non c'è traccia di personaggi femminili. Nemmeno uno.

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Lo Hobbit 2015-08-27 23:12:18 Gavriuscia
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Gavriuscia Opinione inserita da Gavriuscia    28 Agosto, 2015
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Far Over The Misty Mountain Cold...

** Contiene Spoilers**

Lo Hobbit è l'opera con cui Tolkien ha per la prima volta presentato al pubblico il suo fantastico mondo, nel lontano 1937. Ed è anche stata la lettura da cui ho iniziato per avventurarmi in questo meraviglioso universo.
Lo Hobbit vuole essere una favola, adatta a tutte le età. Non vi sono le atmosfere epiche della trilogia del Signore Degli Anelli, ne tantomeno descrizioni dettagliate per quanto riguarda molti elementi. L'opera, perciò, va presa per quello che è.
Ho apprezzato moltissimo questo libro. Innanzitutto lo stile è davvero molto particolare e, spesso, anche parecchio divertente. Mi è capitato di ridere in alcune scene, grazie anche all'ironia di alcune descrizioni, scene e alcuni commenti da parte della voce narrante. La scrittura è davvero molto scorrevole e si fa leggere senza difficoltà. La traduzione delle canzoni e delle filastrocche è precisa e curata, dotata di una struttura metrica ben ricostruita in italiano. È stato fatto un ottimo lavoro anche nella formazione delle rime.
Durante la lettura mi sentivo assieme ai protagonisti. Insieme a loro ho riso, sofferto, cantato e ho persino avuto fame. Mi sono emozionata all'apparizione della Montagna Solitaria e la tensione è salita alle stelle mentre Bilbo si avventurava nelle viscere del giaciglio di Smaug. Ed è proprio questo il punto forte del racconto: il senso dell'avventura, del mistero, il fascino della leggenda e l'asprezza della realtà.
I personaggi dell'opera sono abbastanza numerosi, specie fra quelli principali. Alcuni dei compagni di Bilbo sono meglio caratterizzati e particolari di altri, mentre i cattivi sono davvero originali e sorprendenti, capaci di suscitare emozioni contrastanti. Se da una parte non si può non rimanere disgustati da Gollum, dall'altra è impossibile non provare tristezza e pena.
Il libro termina con il raggiungimento dello scopo dei protagonisti: la riconquista della Montagna. Finale intuibile, ma colmo di colpi di scena e svolte imprevedibili. La morte del Drago, la distruzione della Città sul Lago e, soprattutto, la battaglia delle cinque armate, sono aventi che rendono questo finale coinvolgente. Lo scontro fra i cinque eserciti, che mette a dura prova Bilbo e i suoi amici nani, specialmente Thorin, rivelerà la vera natura dei personaggi.
La battaglia non è stata descritta in modo esaudente come ci si potrebbe aspettare, difatti Bilbo sviene quasi all'inizio. Quello che si può sapere sull'esito della battaglia non è altro che un resoconto. Ma questa decisine dell'autore rispetta sicuramente il genere scelto, ovvero quello della favola.
Lo Hobbit è sicuramente il libro da cui iniziare per avventurarsi nel mondo mitologico creato da Tolkien, e dà sicuramente una buona infarinatura per godersi al meglio la trilogia che lo succede.

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Lo Hobbit 2015-08-11 23:44:17 Erox Curry
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Erox Curry Opinione inserita da Erox Curry    12 Agosto, 2015
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Il coraggio di partire

Dopo aver letto il Silmarillion, sono passato a quest'opera che risulterà decisiva per gettare le basi alla trilogia che consegnerà Tolkien alla storia.
Si parte con la presentazione di colui che alla fine sarà l'inaspettato protagonista, ritrovandosi coinvolto in un avventuroso viaggio con il quale un hobbit non avrebbe nulla a che fare: in mezzo a elfi, nani, orchi, stregoni, uomini e persino draghi chi l'avrebbe mai detto che il protagonista sia un hobbit?
All'inizio, però, Bilbo dovrà superare una battaglia interiore: andare o non andare? Questa è un'occasione da non perdere o è meglio tenersi chiusi nella tranquilla vita della Contea?
A dargli quest'occasione e a spingerlo a partire è stato Gandalf. Ma dopotutto tutti noi, ogni tanto, abbiamo bisogno di una spinta, un incoraggiamento o una necessità, che ci faccia uscire dalla nostra comoda e monotona vita, o sbaglio?
Dopo la partenza, la compagnia dovrà affrontare molteplici avventure e, spesso, sarà proprio Bilbo a dover badare ai dodici nani, che, inizialmente un po' diffidenti, acquisteranno via via più fiducia nel buon vecchio Bilbo.
Arrivati alla Montagna Solitaria non mi possono sorgere dei dubbi.
Il primo è il fatto che fin da quando partirono, tredici mesi prima, i nani non hanno mai pensato a come sconfiggere il drago. Com'è possibile? Insomma, un viaggio di tredici mesi per cosa?Se fosse stato per loro il drago sarebbe rimasto lì ancora per chissà quanto, e a loro non rimaneva che tornare indietro.
Per ucciderlo si arriverà a dover sacrificare la città di Pontelagolungo, dove Smaug vi troverà la morte.
Qui mi sorge il secondo dubbio...una freccia? Muore per una freccia lanciata in una vecchia ferita? Un po' delicato per essere un drago...
Poi arriva la guerra. Si sa che dove ci sono troppe ricchezze nello stesso posto, ci vogliono migliaia di morti per cercare di distribuirle in modo equo. Cosa che alla fine non succede mai, parlando di eventi e battaglie successe veramente. E anche di recente: infatti la battaglia delle cinque armate mi ha un po' ricordato le varie guerre per accaparrarsi i giacimenti di petrolio...
In questa battaglia in particolare nani, elfi e uomini si dovranno unire per fronteggiare le miriadi di orchi che sono giunte lì. C'è da dire che, se non fossero arrivati gli orchi, ci sarebbe stato uno sterminio vergognoso tra elfi, nani e uomini. Tutto per un "piccolo" tesoro...
Infine inutile dire che questo romanzo, pur pieno di avventure, serve più che altro a dare una motivazione al ritrovamento di quell'anello che causerà ancora più morti del tesoro dei nani.
Ultima riflessione personale: spesso ci si lamenta delle differenze tra libro e film, con i produttori di quest'ultimo che non rispettano fedelmente la trama originale. Ma bisogna ammettere che tirare fuori una trilogia da questo libro è senza dubbio un grande lavoro. Poi può piacere o meno, a seconda dei gusti, però tanto di cappello a tutti coloro che ci hanno lavorato.
Inoltre nei film, ho apprezzato di più i ruoli di Azog e Bolg, i due "generali" orchi, che nel libro vengono solo accennati. Poi, nei film, c'è una motivazione più logica che giustifica il grande viaggio dei tredici: l'Arkengemma. Sì nel libro se ne parla, ma solo dopo che sono arrivati al tesoro. Mentre nei film è proprio la causa della loro partenza.Anche la morte di Smaug è giustificata sicuramente meglio con la freccia nera, al posto di una qualunque freccia da arco (nel film Bard usa una balestra).
Comunque un'opera piacevole e scorrevole, l'introduzione di una storia che troverà l'apice nel Signore degli Anelli.

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Lo Hobbit 2014-09-04 19:27:15 Sam93
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Sam93 Opinione inserita da Sam93    04 Settembre, 2014
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In cerca di un'avventura!

Quando ho cominciato questo libro non ero in cerca di un'avventura e avevo molti pregiudizi su Tolkien: questo è il suo primo romanzo che ho letto e sono rimasta sorpresa fin da subito. Mi aspettavo un mattone gigantesco, difficile da leggere, complesso sia a livello di trama che di personaggi. Mi sono ricreduta presto. Fin dall'inizio, il romanzo si è rivelato essere qualcosa di completamente diverso: i toni fiabeschi con cui viene descritto il buco hobbit risultano sin da subito divertenti e affascinano il lettore, che si ritrova catapultato in un mondo che fa sognare. Fin dalle prime pagine ci si immerge totalmente e si entra, nemmeno troppo di soppiatto, nella vita di uno hobbit molto speciale: Bilbo Baggins, una piccola creatura che vive una vita tranquilla, in una valle tranquilla, in una zona tranquilla del mondo. Insieme a lui, permettiamo al nostro lato Tuc (non sapete cos'è il lato Tuc? Beh, scopritelo!) di uscire allo scoperto e di vivere giornate indimenticabili in compagnia di nani, stregoni, aquile, elfi e ogni altro genere di creatura conosciuta nella Terra di Mezzo.
L'avventura in sè si svolge come una fiaba: vediamo e viviamo le tante tappe di un grande viaggio alla ricerca di un tesoro, durante il quale tutti i personaggi hanno una crescita. Questo si nota soprattutto in Bilbo, che da hobbit piccolo ed impaurito diventa la pietra che regge tutta la compagnia dei nani, senza cui la spedizione non sarebbe mai arrivata al termine. E come si può non amare il drago Smog? Ha poco spazio nel corso del romanzo, eppure la sua vena ironica, la furbizia e la sua intelligenza rimangono impresse nella mente del lettore (peccato solo per la sua sorte!). Ogni tappa è essa stessa un'avventura: divertente, tragica, drammatica o esilarante, non si perde mai la voglia di continuare a leggere per scoprire come va a finire.
Il romanzo risulta semplice, nulla a che vedere con la complessità del Signore degli Anelli (almeno per quel poco che ho letto finora), ma non per questo si perde qualcosa: la facilità di comprensione qui va a favore della trama, dei personaggi e dei loro rapporti.
In conclusione, romanzo divertente e godibile, consigliatissimo a tutti!

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Lo Hobbit 2014-06-16 16:12:14 Mr. A
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Mr. A Opinione inserita da Mr. A    16 Giugno, 2014
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Il prequel del signore degli anelli

Dopo aver letto e riletto Lo Hobbit numerose volte, voglio scrivere la mia opinione dopo lo straziante bombardamento mediatico a cui questo libro è stato sottoposto dopo l'uscita dei film.

Premessa: so che molti hanno preso in mano il libro solo sopo aver visto il film, vi do uno spassionato consiglio DIMENTICATE IL FILM !

Ne "Lo Hobbit" viene narrata la storia della terra di mezzo prima degli avvenimenti descritti nel signore degli anelli. E' una limpida sera quando il signor Bilbo Baggins (un hobbit che odia le avventure) di casa Baggins si appresta a godersi in tutta tranquillità la sua cena, quando d'improvviso gli si presentano ben 13 nani affamati, con lunghe barbe e uno stregone con l'abito grigio e un vecchio bastone, e gli dicono che deve prepararsi ad un'avventura per la terra di mezzo. La loro missione è di recuperare un immenso tesoro posto nel cuore della Montagna Solitaria sorvegliato dal vecchio e feroce drago Smaug, distante molte e molte miglia dalla sua Casa Hobbit. Mille pericoli lo attendono, Troll, orchi,draghi ed elfi ma anche una creatura nascosta nella montagna, una creatura che un tempo non era molto diversa da un hobbit e che nasconde con lei un inestimabile tesoro. E' destino di Bilbo quello di trovarlo, colui che possiede l'anello ha il potere di cambiare le sorti del mondo intero...

con questo tono va letto "Lo Hobbit", con un tono fiabesco perché è appunto una fiaba pensata per scatenare la fantasia dei bambini e di catapultarli in un mondo tutto loro. Scritto nel 1937 venne annunciato come ""la più piacevole storia del suo genere dai tempi di The Crock of Gold" e ben presto il grande genio di Tolkien venne notato anche dagli adulti. Ma è soltanto una favola ? nient'altro ? certo che no... non dimentichiamo che il libro è stato scritto nel dopo guerra, e lo stile tolkeniano è stato profondamente influenzato dalle due grandi guerre mondiali che lui stesso ha combattuto.

Ecco fatta questa premessa a me piange veramente il cuore vedere il bombardamento mediatico in cui è stato sottoposto questo povero libro, se da un lato sono contento (parlo da fan di Tolkien) perché ha permesso alle nuove generazioni di conoscere questo Immenso autore, dall'altro quando vedo in libreria scritte del tipo "il libro che ha ispirato il capolavoro di P. Jackson" o decine di gadget il peluche di Bilbo, la tazza, il portachiavi, le sagome, i calendari.... non posso che trattenere la rabbia e stringere i pugni. Basta ! è veramente troppo ! Sarà che a me i film non sono piaciti per niente, hanno poco in comune con la storia originale manipolata e stra manipolata dagli sceneggiatori per farla piacere a più persone possibile, allungata con scene inesistenti per farne tre film da un solo libro. Credo che tolkien si sia rivoltato nella tomba.

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Libri fantasy, e libri di Tolkien (signore degli anelli, Silmarillion, Roverandom...)
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Lo Hobbit 2014-06-06 08:23:31 Stefanocarrera
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Stefanocarrera Opinione inserita da Stefanocarrera    06 Giugno, 2014
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Premessa: io del film non ne voglio sapere.

Rivedere testi destinati all'infanzia con l'attenzione di un lettore adulto conduce spesso a esperienze di lettura profonde ed inaspettate.
E' questo il caso dello splendido romanzo "The Hobbit" dello scrittore culto J.R.R. Tolkien, nel quale la potenza comunicativa della fiaba è permeata dalla profondità del pensiero; pensiero che riaffiora, lieve e spietato, nelle parole dei protagonisti, componendo una narrazione "multistrato" che si colora di significati differenti sotto gli occhi di lettori differenti.
Le avventure dello Hobbit Bilbo Baggins, coinvolto in una rocambolesca caccia al tesoro, si svolgono in un mondo lontano dalle sofferenze del vivere, dove la morte è presenza costante, ma viene demonizzata alla luce di un codice di giustizia quasi trascendentale, basato sulla saggezza ancestrale di leggende, canzoni e detti popolari.
Nata come via di fuga dalle atrocità della Prima Guerra Mondiale, la Terra di Mezzo ammalia anche il lettore più smaliziato e diffidente, che non può non riscoprire nella fantasiosa semplicità di questa piccola perla un'ombra della preziosa emozione che anima il bambino nelle sue prime esperienze di lettura.
La magia, costante razionale nella narrazione, si compie solo alla fine, nel momento in cui chiudendo il volumetto ci si riscopre a desiderare ancora foreste incantate, cunicoli misteriosi perduti tra le montagne rocciose, verdi pianure assolate, piccole astuzie, grandi battaglie, sconfinate avventure.

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Lo Hobbit 2013-11-18 11:41:12 Donatello92
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Donatello92 Opinione inserita da Donatello92    18 Novembre, 2013
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Tuc Tuc! Chi è?

La mia premessa è volta a sottolineare quanto io abbia apprezzato questo volume più dei successivi e, di rimando, credo che la sua fama abbia risentito molto del fatto che non sia una trilogia. Mi chiedo soprattutto quanti di coloro che hanno dato il massimo delle stelline a qualsiasi cosa che rechi scritto sopra "Tolkien" abbiano letto questo prequel prima della saga canonica. Ma non voglio dilungarmi in critiche più o meno costruttive, quindi proseguirò subito con la mia recensione, specificando che "la compagnia dell'anello" l'ho trovato di una noia mortale.
Stilisticamente il romanzo di Tolkien è, come sempre, impeccabile. Le descrizioni non sono lunghe o particolarmente dettagliate, nè ci troviamo di fronte ad un'opera dai grandi contenuti etici (tuttavia il conflitto interiore che anima ora Bilbo, la sua famiglia dopo, è una delle tematiche che più ho apprezzato all'intero di tutta la saga), ma l'autore riesce perfettamente nell'intento di coinvolgerci ed immergerci in un graduale passaggio di visioni, dalla piccola contea al mondo di draghi ed elfi, con un'epifania di vicende e colori viste dietro il velo dell'inconsapevolezza. Quest'opera è, per quanto la trama non sia ricca di intrecci o tempestata da colpi di scena, come uno di quei videogiochi di vecchia data che non riesce ad elaborare tutti i pixel allo stesso momento e aspetta i movimenti del giocatore per trasformarsi piano piano da nero a montagne.
Nonostante gli elementi del romanzo di fondo siano pochi, vengono tutti sfruttati alla perfezione. La trama avrà risvolti interessanti nel susseguirsi delle vicende dei Baggins e, poiché non mi piace farlo in quanto ritengo che ognuno possa esprimere liberamente le sue opinioni, avrei voluto mettere tanti pollici all'ingiù alle persone che hanno scritto che il romanzo si perde a vuoto senza alcuna ripercussione sulle vicende future, domandandomi quanti lettori in realtà prendano in mano certi libri leggendoli senza attenzione così, giusto per dire di aver provato.
Le canzoncine che accompagnano le missioni fiabesche sono divertenti e ben congegnate e in quest'opera, più che nei tre volumi successivi, Tolkien si concentra a sottolineare quei particolari divertenti come un banchetto, una filastrocca o un paio di cappelli colorati rendendo vive le immagini e i riferimenti lungo il viaggio.
Molto interessante è anche l'interazione fra le varie razze e fra i personaggi e sarà impossibile non affezionarsi a ciascuno di essi, perfino al drago malvagio che fa da perno alla vicenda.
Intelligente è la conclusione, che svolge bene ogni conseguenza e non rende immortale i personaggi, evitando i preconcetti più scadenti tipici del fantasy, dove ogni cavaliere deve sopravvivere, nessuno invecchia e le creature vengono sterminate esattamente da chi viene scelto per farlo. Bilbo, invece, oltre a veder sparire molte delle cose che aveva dato per scontato, che si tratti di compagni o di nemici, dovrà combattere perfino con la sua lunga assenza e con quel che rimane dei suoi beni terrieri.
In definitiva consiglio questo romanzo a tutti perchè saprà stupirvi, farvi affezionare, coinvolgervi e spesso farvi storcere il naso, ma mai stancare della lettura, e sprizzerà la superiorità letteraria di cui vanta da tutti i pori.
Lo sconsiglio invece a chi cerca un romanzo che sia simile ai tre successivi. Questo può essere un bene per chi, come me, nè è rimasto un pò deluso, o un male per chi ha saputo amarli.

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Lo Hobbit 2013-08-12 17:43:39 Sue
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Opinione inserita da Sue    12 Agosto, 2013

Lo hobbit o la Riscoperta del Tesoro

Personalmente non ho molto apprezzato questo libro, soprattutto perché mi sarei aspettata qualcosa di più elaborato ricordando “il Signore degli Anelli”.
Non vi erano descrizioni molto particolareggiate, ma solo volte alla comprensione delle vicende.
La storia era piuttosto elementare, benché lo sfondo fantastico e le creature che popolavano il racconto mi abbiano sorpresa.
Gli intralci incontrati dai personaggi si risolvevano quasi totalmente privi di ripercussioni e perfino i fatti sono risultati inconcludenti, dato che tutto il racconto sembra solo una parentesi della vita di uno hobbit.
Lo consiglierei solo a bambini fino ai 12 anni che amano le avventure eroiche.
A me lo hanno fatto leggere per scuola in secondo superiore ed infatti ne sono rimasta parecchio delusa, specialmente perché avevo appena terminato "il nome della rosa".

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Lo Hobbit 2013-07-25 19:37:48 dani79
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dani79 Opinione inserita da dani79    25 Luglio, 2013
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Chi legge "Lo Hobbit" trova un tesssoro....

Sono appena scoccate le otto della sera. Un bambino ha cenato, ha indossato il suo pigiamino preferito, e adesso è a letto, coperto sino alla testa da un leggero lenzuolo a quadretti. Ben nascosto dalla sua tenda improvvisata tiene Lo Hobbit nella mano destra e con la sinistra brandisce una torcia. È così che immagino il piccolo lettore di questa favola meravigliosa, epica, mitologica. È in quel bambino che mi sono trasformata per qualche sera e per qualche ora. Tolkien è un narratore eccezionale, con la sua scrittura semplice e accessibile porta il lettore dentro l'avventura, lo fa marciare coi nani, sentire odore di elfi e volare con le aquile, gli fa avvertire la paura, il sollievo e il senso della vittoria, e infine gli fa dono del regalo più bello di tutte le favole, vale a dire la morale perfetta che non si impone e non terrorizza.
Tolkien, con maestria espressiva e abilità stilistiche senza eguali, ci dice che un uomo normale può essere chiamato a fare scelte eccezionali, e non è destinato sempre alla sconfitta perché seguire l'avventura, che tu sia uomo, elfo, nano, o una qualunque altra straordinaria creatura, può rivelarsi meraviglioso e farti scoprire ciò che non credevi di essere, migliore di quanto credevi perché sei stato leale e hai scelto il bene sempre, anche quando gli altri non potevano vederti.
Buona avventura a tutti!

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