Uno strano luogo per morire
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"Cosa ci verrei a fare? Sono americano. Ebreo. Ho ottantadue anni. Sono un vedovo in pensione. Un marine". Sheldon Horowitz non è andato per il sottile la prima volta in cui sua nipote Rhea ha osato chiedergli di trasferirsi da lei e Lars, suo marito, a Oslo. Dinanzi però alle insistenze di Rhea, Sheldon ha ceduto. Sheldon trascorre la maggior parte del tempo a passeggiare oppure a rimuginare, tra le pareti di casa, sul suo passato di cecchino. Un giorno, mentre è comodamente allungato sul divano a leggere un libro di Danielle Steel, sente delle grida provenienti dal piano di sopra. Grida in una strana lingua dai toni acidi e livorosi. Poi tonfi, botte, singhiozzi e passi in avvicinamento, rapidi e regolari...
Letteratura straniera
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