La casa dei silenzi
Letteratura italiana
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La signora silenziosa
L’ipnosi ha un campo di azione che confina pericolosamente con l’ignoto ed anche per questo ha un proprio fascino, che è anche un po' pericoloso. Questa storia, lenta ma nello stesso tempo avvincente, si muove in un terreno ignoto. Coinvolge un bambino, i suoi genitori, ma coinvolge anche un uomo che ha cercato nella sua vita uno strumento per evitare quel punto di rottura che gli avrebbe comportato imboccare una spirale che lo avrebbe portato sempre di più verso il fondo. E’ un libro che ha delle sacche scure, delle ombre, degli anfratti. E’ un libro che ti lascia dentro un’inquietudine diffusa e serpeggiante. Molto ben scritto. Molto ben costruito.
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I SEGRETI DELL'IPNOSI
Pietro Gerber, l'addormentatore dei bambini, riceve una strana richiesta da parte di due genitori: il loro figlio, Matias, di nove anni, è tormentato da un sogno che fa da qualche tempo e per cui ha perso il sonno. Tutte le notti si sveglia urlando perché " una donna silenziosa con i capelli neri invade il suo sonno",la donna non parla,non compie azioni,semplicemente è presente, immobile, come a dirgli qualcosa.Pietro comincia le sedute di ipnosi serali, dai racconti del bambino emerge una figura che sarebbe confinata nel mondo dei sogni e invece diventa via via sempre più reale. Non è solo il bambino ad essere coinvolto in questo incubo, anche lo stesso Pietro percepisce qualcosa di profondo che si insinua nella sua vita, diventando un pensiero costante e fisso. Durante il giorno, Pietro comincia le ricerche sulla base dell'ipnosi avvenuta la sera prima...emozioni e colpi di scena continui che si alternano tra realtà e sogno, tra vita reale e paranormale...perché ormai la #signorasilenzosa è diventata parte reale della vita dello psicologo.
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La casa dei silenzi è un romanzo affascinante e particolare. Non sono informata sul paranormale e non mi attira più di tanto, forse mi spaventa un po? Ma come sempre, Donato Carrisi non delude mai: combina questa trama in maniera geniale: tante spiegazioni di tecniche ipnotiche inserite nel romanzo, colpi di scena da maestro, suspense tangibile, ne fanno un racconto intrigante e interessante, per chi, come me non e' informato.
Gli elementi più affascinanti del romanzo sono l'ipnosi e la signora silenziosa: entrambi hanno bisogno l'uno dell'altra per manifestarsi. Pietro Gerber è un personaggio particolare, condizionato dal suo passato e dalla sua professione che lo ha portato alla solitudine, sentimento inizialmente amato, ma poi quasi odiato.
Io leggerò anche gli altri tre romanzi precedenti, devo ammettere che determinate parti di questo mi hanno affascinata parecchio, ma anche per capirne meglio il finale aperto ....
Vi piacerà, leggetelo!
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Il Buio dell'inconscio
L’addormentatore di bambini Pietro Geber, psicologo infantile che attraverso la tecnica ipnotica aiuta giovani pazienti ad elaborare traumi imprigionati nell’inconscio, si ritroverà tra le mani un caso complesso. Il piccolo Mattias da ormai un anno ha un sogno ricorrente, una donna vestita di nero dai lunghi capelli inquieta le sue notti. Ma chi è questa donna una presenza o è reale?
Un romanzo che cattura l’attenzione trascinandoti nella storia densa di approfondimenti scientifici sulla psiche umana legate all’età dell’infanzia, sottolineando la complessità della mente e le sue attività non coscienti che possono dominare la parte razionale, con possibilità di danni permanenti se non si agisce in fretta. “non c’è più tempo” è quello che i genitori di Mattias dicono rivolgendo un disperato bisogno di aiuto allo psicologo, che dopo una seduta ipnotica è convinto che il piccolo paziente sia affetto da allucinazioni oniriche, ma è davvero così?
È proprio durate una di queste sedute che Pietro raccoglie indizi, che lo portano a dubitare che si tratti di un disturbo del sonno, ma allora come è possibile? da dove viene la storia raccontata da Mattias nella fase R.E.M. e soprattutto questa donna perché ha scelto proprio lui?
Pietro non sa come aiutare Mattias ricorre agli insegnamenti del padre anch’egli “addormentatore” per cercare di arrivare ad una diagnosi, ma sembra non funzionare, da sempre scettico su presenze soprannaturali o pseudo-scienze proverà ad aiutare il piccolo paziente trovando una spiegazione attraverso di esse, cominciando a dubitare del proprio scetticismo.
Donato Carrisi mette in scena un romanzo psicologico che ruota sull’attività onirica, celando un mistero che traina ogni capitolo a quello successivo, arrivando ad un finale “normale”: cioè quel tipo di romanzo che non ti accorgi di essere arrivata ad una conclusione finisce e basta, lasciandoti perplessa. Il raggiungimento del traguardo finale è marginale rispetto a tutta la storia che secondo me funzionava.
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Chi non dorme, si rivede...
«Il giorno in cui il destino ti busserà sulla spalla ti sembrerà uguale a tutti gli altri. Il monito che suo nonno le ripeteva quando era piccola assomigliava tanto a un antico proverbio africano. Forse per questo, da quando era arrivata a Pakali, lei ci pensava ogni mattina. Fin da bambina, Erica De Roti non sopportava l’idea di essere sorpresa dalla sorte o di trovarsi impreparata davanti alle giravolte dell’esistenza. Per cambiare questa sua attitudine aveva deciso di intraprendere un viaggio alla fine del mondo. A trentacinque anni voleva provare a diventare fatalista. Dopo aver trascorso un gelido Natale a Firenze, a gennaio si era improvvisamente ritrovata in un luogo dominato dal calore, una forza invisibile che consumava e prosciugava. Perciò il vero problema non erano i quaranta gradi di temperatura, costanti anche di notte.»
È da questo breve incipit che ha inizio “La casa dei silenzi”, ultima fatica a firma Donato Carrisi e che si dedica nuovamente al protagonista Pietro Gerber portando avanti quella che è la trilogia iniziata con “La casa senza ricordi” e proseguita con “La casa delle luci”.
L’addormentatore di bambini ancora una volta dovrà vedersela con un bambino e i suoi incubi. Le paure di quel bambino lo riporteranno a vivere altrettante paure che oscillano tra mondo dei sogni e realtà. Scopriremo dei tanti meccanismi del sonno, meccanismi che andranno ad avvalorare e arricchire la narrazione e le varie e molteplici dinamiche descritte. Questo favorirà la comprensione degli eventi e permetterà al lettore di entrare sempre più nelle varie vicende e di conoscere di tematiche di grande attualità tra cui l’universo femminile e la cronaca nera.
Matias è sconvolto ogni notte da un sogno ricorrente in cui appare una donna misteriosa. Ma può l’immaginazione prendere il sopravvento su quella che è la percezione dei fatti effettivi?
«Perciò, se ammettiamo che ognuno di noi possa avere una propria percezione delle cose, come possiamo escludere che esistano realtà che alcuni riescono a cogliere e altri invece no?»
Ne “La casa dei silenzi”, l’autore, ci propone una storia fatta di abusi, violenza, ingiustizia e paura. Ci porta anche ad essere scettici e a ricordarci che non tutto è come sembra e che la verità non è necessariamente quella che noi vediamo. Per far ciò gioca anche con l’aspetto della suggestione.
La scrittura è la canonica di Carrisi, il cerchio si apre e richiude in totale e perfetta linearità. Tuttavia, questa serie persiste ad avere qualcosa che convince fino a un certo punto. Trattiene e incuriosisce ma è anche priva di quel mordente che spinge ad andare avanti e a voler scoprire ancora e ancora.
Per quanto sia innegabile il desiderio del narratore di soffermare l’attenzione sulle dinamiche femminili e una lotta interminabile alla libertà, l’impianto narrativo è debole, un po’ scontato e anche ripetitivo. Stessa cosa vale per la forma stilistica che riprende e ricalca le stesse linee dei lavori pregressi. Difetta di originalità.
Buono negli intenti ma non completamente riuscito. Lascia con quel senso di insoddisfazione che porta a chiedersi se sia veramente opportuno proseguire e portare avanti una serie che sin dal principio ha dato molto da pensare.