La famiglia
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Uno contro tutti
Os è un piccolo paese sperduto in una valle norvegese, abitato da gente abituata alle difficoltà di una vita dura e disagevole, una comunità ben organizzata che vive soprattutto grazie al turismo, facilitato da una comoda via di accesso. Tra le persone del posto
spiccano due fratelli, Roy (il narratore) e Carl Opgard, gia protagonisti del primo romanzo della serie, "I fratelli". Carl, il più giovane, gestisce l'albergo lussuoso per turisti, Roy, il vero protagonista, si accontenta del parco e di un ben avviato distributore di benzina sulls strada di passaggio. Roy, il più e nigmatico e tormentato dei due (" naso grosso con bitorzoli, mento squadrato, bocca larga, occhi infossati") ha sulla coscienza diversi omicidi in un passato non lontano: tra questi, l'omicidio del padre, un uomo violento, stupratore del fratello, precipitato con la moglie in un burrone alla guida della sua auto manomessa. Roy uccide "per necessità", toglie di mezzo qualsiasi intralcio ai suoi progetti, suscitando ovviamente sospetti da parte dell'agente di polizia del posto, che intuisce ma senza prove decisive. Sul romanzo aleggia un'opprimente suspence, tutta la vicenda sembra scorrere verso un finale tragico e sconvolgente. Altri delitti avvengono, intervallati da spericolate operazioni finanziarie dei due fratelli: la corruzione di funzionari statali per impedire la costruzione di una nuova strada che isolerebbe Os, il ricatto nei confronti del direttore della banca locale per ottenere un prestito, un altro ricatto al poliziotto locale per indurlo a più miti consigli... Insomma, un avvicendarsi di situazioni che sembrano rafforzare la posizione dei due fratelli e rendere più attuabile un loro sogno: la costruzione ad Os di un parco divertimenti con le più alte Os è un piccolo paese sperduto tra le montagne norvegesi, abitato da gente tosta e decisa: montagne russe del mondo.
La tensione si attenua quando Roy conosce Natalie: una bellissima ragazza del posto con un passato di violenze familiari e di droga. Sboccia, tra tante miserie, incubi e tradimenti, un amore pulito, sincero, che sembra preludere ad un concetto di famiglia più tradizionale, incontaminato: ma un altro delitto allontana i due, preludio ad un ulteriore precipitare degli eventi, un finale arrembante che sembra travolgere tutto come una valanga inarrestabile. Due evidenze mescoleranno le carte in gioco: il ritrovamento di un fucile dove non sarebbe dovuto esserci e la manomissione di un'auto sulla quale però era salita la persona sbagliata. Un delitto finale suggellerà il romanzo, sgombrando paradossalmente il campo e riportando un'apparente serenità nella comunità di Os, dove "tutto tornò come prima". Perché, riflette Roy, "anche se qui sono tutti uguali e perlopiù tutti padroni di sé stessi, a volte hanno bisogno di un caprone che sappia indicare la strada nella nebbia, tra i burroni ripidi e quando ci sono lupi in giro".
Stile incisivo, freddo, tagliente quale si addice all'atmosfera dei luoghi e degli argomenti trattati. C'è qualche divagazione sulle vicende finanziarie dei possedimenti dei due fratelli, ma sono utili per stemperare il clima da incubo che grava su tutto il racconto. Un incubo per Roy, un uomo solo contro tutti e tutto: ha vari delitti alle spalle, ma non sembra sentirsi particolarmente in colpa Anche se necessità di sopravvivenza l'ha indotto a gesti estremi, purtuttavia vorrebbe liberarsi da certi ricordi ossessivi, espiare colpe che gli rendono difficile il rapporto con la comunità rifugiandosi, nel rapporto con Natalie, in un amore liberatorio, qualcosa finalmente di pulito e di duraturo.
Jo Nesbo è un maestro nel sondare l'animo umano, nei recessi più nascosti , portando alla luce timori, speranze e sensi di colpa. Anche in una comunità montana, sperduta tra le valli norvegesi, apparentemente pacifica ma dove covano rancori ancestrali e dove delitti dimenticati e irrisolti, corruzione e scambi di favori contribuiscono a creare ed alimentare faide familiari, ed un concetto, di Roy, ancestrale e possessivo di "famiglia".
"Non è pazzesco? Preoccuparsi per la persona che più odi al mondo ? -Sì,- dissi. -Ma non è proprio questa la definizione di famiglia ?".