Addio, Miss Marple
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Le conseguenze degli azzardi immobiliari
Dopo una decina di romanzi e parecchi racconti, con "Addio, Miss Marple" sono arrivata a completare la serie ideale dedicata alle indagini dell'iconica vecchina inglese. Un romanzo dalla genesi per nulla banale (scritto ed ambientato negli anni Quaranta ma pubblicato solo dopo la morte dell'autrice, la quale tra i suoi due personaggi più celebri ha preferito eliminare il non troppo amato Poirot), che meriterebbe dei contenuti adeguati all'interno dell'edizione. Edizione che è invece tristemente povera, e questa volta non perché la sottoscritta abbia recuperato una vecchia copia all'usato: parlo proprio dell'ultima versione realizzata da Mondadori nel 2018 e tutt'ora ristampata, nella quale sono presenti soltanto il testo e l'indice, senza alcuna prefazione o nota aggiuntiva per presentare ai lettori un volume tanto simbolico nella produzione christieana.
Come accennato, la collocazione temporale di questa storia è teoricamente il 1944, seppur alcune informazioni all'interno della storia (e della sinossi!) sembrino contraddire questo dato; per certo sappiamo che il colonnello Bantry -morto prima degli eventi di "Assassinio allo specchio" del 1962- è ancora vivo, e al contempo sul trono d'Inghilterra siede re Giorgio VI, quindi ci troviamo senza dubbio in un periodo precedente al 1952. L'ambientazione principale è invece la costa meridionale del Devon, dove si trova la cittadina immaginaria di Dillmouth; qui arriva dalla Nuova Zelanda Gwenda "Gwennie" Reed, la nostra prospettiva principale nonché neo-moglie di Giles, su indicazione del quale cerca una casa in zona per la loro famiglia. La donna si lascia conquistare dall'affascinante Hillside, ma una serie di eventi bizzarri collegati all'abitazione la porta a temere per la propria psiche. Per sua fortuna il marito è cugino di Raymond West, tramite il quale conosce la concreta Miss Marple, pronta a fornire delle risposte ai suoi dubbi; risposte che portano a loro volta nuovi quesiti, ma soprattutto un potenziale omicidio da risolvere.
Questa volta non partiamo quindi da un delitto avvenuto nel presente, bensì da una sorta di cold case che potrebbe comunque comportare dei pericoli per i protagonisti, essendoci un assassino in libertà da quasi vent'anni, determinato a rimanere tale. Questo rende piacevolmente incalzante il ritmo dell'indagine e appassionante la determinazione con cui la coppia composta da Gwenda e Giles interroga sospettati e tenta di unire le informazioni ottenute, con l'indispensabile supporto di Miss Marple, che qui ricopre quasi il ruolo di angelo custode per quanto si prende a cuore le sorti dei due. Ho trovato sia loro sia gli altri personaggi estremamente gradevoli e ben definiti, senza troppe esagerazioni comiche; anche le relazioni mi sono sembrate solide, nonché vitali per il proseguo della storia.
E questo è vero persino per il lato romantico, solitamente tallone d'Achille dell'autrice. Non parlo solo della coppia protagonista (seppur Gwenda e Giles siano davvero affiatati), ma anche delle altre romance che si dimostrano tutt'altro che accessorie e non vengono utilizzate solo per addolcire l'epilogo dopo tanti delitti. La cara Agatha quindi svolge un lavoro decisamente migliore qui rispetto a tante sue opere più celebrate, e ciò si rispecchia anche in relazione al quadro morale del crimine in sé; le motivazioni del colpevole offrono infatti un assist alla buona Jane per parlare di squilibrio di potere, violenza domestica e psicologica. Ripeto: molto, molto meglio di altri romanzi, come la mia recente lettura "Non c'è più scampo".
Qualcosa deve pur pesare sull'altro piatto della bilancia, e in questo caso si tratta dell'intreccio, che non è incoerente o sciocco ma mi è sembrato ben lontano dal potersi definire intricato. O forse ho letto semplicemente troppi gialli per farmi ingannare quando i personaggi stessi dicono di voler lasciare per dopo una determinata pista! Riprendo poi la mia lamentatio verso l'edizione o meglio verso la traduzione -rea tra l'altro di ignorare le regole della consecutio temporum-, perché trovo molto deludente la scelta del titolo: questa è sì l'ultima storia di Miss Marple ad essere stata pubblicata, ma nulla nel testo lascia intendere che fosse pensata per dare l'addio al personaggio. L'originale "Sleeping Murder" è decisamente più onesto, mentre qui in Italia si è voluto puntare sul sensazionalismo per mero marketing.
Indicazioni utili
Paramnesia, tea e biscotti
Giallo psicologico con scenografia in stile vittoriano, dove per nessun motivo si può rinunciare al “tea time”. Gwenda è una neo sposa, appena giunta in Gran Bretagna, per trovare casa, dall'Australia, dove ha vissuto dopo la morte della madre in India. S'innamora di una piccola abitazione in stile vittoriano nel sud dell'Inghilterra in una località, Dillmouth, vicino al mare. In questa casa si sente bene, a proprio agio, come se ci fosse già stata! Ma sarà vero? Inizia, così, un destabilizzante gioco di deja-vù, che incrinerà le sicurezze di Gwenda. Carte da parati, scale nascoste, porte chiuse, le riporteranno alla mente situazioni già vissute, fino all'eclatante certezza di aver assistito, nell'infanzia, a un omicidio, quello di Helen.
Tra porcellane fiorite, biscotti dorati e centri inamidati arriverà in suo aiuto Miss Marple, l'anziana zitella, inizialmente dubbiosa sullo scavare nel passato per portare alla luce un delitto sepolto, un omicidio dimenticato o, forse, mai avvenuto, ma che successivamente a suon di pettegolezzi e dicerie aiuterà i coniugi Reed a risolvere il caso con la stessa semplicità con cui sorseggia una tazza dell'immancabile “tea”.
Elegante romanzo, pubblicato postumo, dove le indagini non seguono l'omicidio, ma lo precedono, ripercorrendo un cammino delineato dai ricordi sepolti di una donna curiosa di far riaffiorare un passato che non ricordava di avere. La tensione rimane alta, pagina dopo pagina, mentre si srotola il groviglio dei ricordi e i protagonisti, come il lettore, ne seguono la scia.
Intuizione e ragionamento la fanno da padrone, capitanati sopratutto dalla vecchietta sferruzzante, che accogliendo le idee dei suoi aiutanti, le elabora con le proprie capacità trascinando il lettore nei suoi percorsi.
In pieno “British style” le caratterizzazioni dei personaggi principali, mentre degli attori secondari viene esaltata sopratutto una caratteristica, come la pettegola cameriera, la straniera bambinaia,l'arricchito senza scrupoli o la carismatica madre contrapposta al figlio "bamboccione". In tutto il romanzo aleggia il personaggio di Helen, che ricorda la Rebecca della Du Maurier, pur non avendo lo stesso carisma e la stessa personalità è, comunque, una presenza-assenza trascinante, che fa da filo conduttore, la cui caratterizzazione è lasciata alla parole degli altri, facendole compiere un evoluzione durante la storia, ma stavolta in positivo.
Non resta quindi che, accendere il bollitore e appena l'acqua sarà calda immergere le foglie in infusione e godersi questa nuova avventura della zitella pettegola. Magari un Darjeeling, delle pendici dell'Himalaya, di indiana provenienza sarà, con le sue fragranze, un giusto accostamento!




























