Fermate il boia Fermate il boia

Fermate il boia

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Un caso veramente semplice, quello dell’omicidio della signora McGinty, un’anziana domestica rapinata e assassinata in un paesino di campagna. Nel giro di pochi giorni la polizia recupera la misera refurtiva e incrimina il presunto assassino, un nervoso giovanotto che viveva come pensionante a casa della vittima. Eppure, malgrado il processo e la condanna dell’imputato, qualcosa non quadra; e deve trattarsi di gravi questioni se, poco prima dell’esecuzione, persino il poliziotto che ha condotto le indagini si rivolge a Poirot per cercare di chiarire dei dubbi…



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Fermate il boia 2020-10-14 20:31:24 Rollo Tommasi
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Rollo Tommasi Opinione inserita da Rollo Tommasi    14 Ottobre, 2020
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In soccorso di un innocente

Nella sua ventottesima avventura investigativa, Hercule Poirot non si ritrova – come spesso gli succede – sul luogo di un delitto, giacché nel piccolo paesino di Broadhinny tutto è già accaduto: dopo aver perso il lavoro e la possibilità di saldare il debito mensile con la sua pensionante, la signora McGinty, il giovane James Bentley l’ha uccisa in modo efferato, sottraendo dal nascondiglio sotto il pavimento le trenta sterline che la donna aveva messo da parte.
La solerte polizia di Kilchester, però, non gli ha permesso di godersele: con le prove scovate a suo carico, Bentley è stato arrestato e giudicato da una giuria che ha impiegato più o meno venti minuti per condannarlo alla pena capitale.
Un omicidio violento e deprimente.
A cui però non crede il sovrintendente Spence, lo stesso che ha raccolto le maggiori prove a carico di Bentley: è lui a contattare Poirot, manifestandogli tutte le sue perplessità sulla presunta capacità omicida del giovane; è lui a pregare il celebre investigatore dalla testa ad uovo di… fermare il boia!

Un giallo dalla costruzione originale rispetto alle classiche storie d’indagine che vedono protagonista Hercule Poirot. Agatha Christie lo trasporta nella piccola Broadhinny senza concedergli quasi alcun punto di partenza: ci vogliono svariati capitoli perché l’investigatore belga si imbatta finalmente nell’acquisto di una semplice boccetta d’inchiostro da parte dalla signora McGinty (pochi giorni prima di essere assassinata) e riesca a saldare quel labile indizio ad una vicenda accaduta molti anni prima, giungendo infine all’imprevedibile soluzione che, in un colpo solo, confermerà la sua abilità e darà ragione all’intuito del sovrintendente Spence.
Non mancano i classici elementi che rendono fascinose le storie della Christie: una sottile analisi della psicologia dei diversi personaggi sospettabili e la consueta distanza, presente in certi individui, tra ciò che si vuole apparire e ciò che si è realmente.
Forse, a voler trovare un neo a questo romanzo, quest’ultimo elemento si ripete per più personaggi, “riempiendo” il finale oltre il necessario. E tuttavia è questo il modo in cui la Christie crea false piste nel corso del racconto e rende la sfida al lettore un rompicapo di ardua spiegazione.
Difficile arrivare alla soluzione da soli: molto meglio, nei capitoli finali, sedersi nel salotto dove Poirot ama riunire tutti i protagonisti della storia e ascoltare quel che l’infallibile omino tutto metodo e cellule grigie ha da dirci. Buona lettura.

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