Il detective è morto Il detective è morto

Il detective è morto

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Il «detective è morto» perché il vecchio modo di fare giustizia non funziona più. È morto Knapp, il re del traffico di droga nell’immaginaria città inglese dove si svolge la serie investigativa. Immediatamente si accende la lotta barbarica per la sua eredità e spuntano i primi cadaveri di due trafficanti ben noti alla polizia. Harpur sa chi sono gli assassini ma si rifiuta di fare il nome del suo informatore consentendo di fatto al proscioglimento dei colpevoli. Una storia intricata per Colin Harpur e Desmond Iles, gestori del disordine nella zona grigia tra legge e crimine.



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Il detective è morto 2013-10-23 13:22:19 Pelizzari
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Pelizzari Opinione inserita da Pelizzari    23 Ottobre, 2013
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L'informatore

Mini-giallo dai dialoghi serrati ed incisivi, spezzati ed aggressivi. E sono proprio questi la parte migliore di questa lettura, più che non la trama in sè, che proprio non ti appassiona nè ti intriga. L'autore ci vuole dimostrare che il vecchio modo di fare polizia è superato, da qui nasce il titolo e la filosofia di fondo del libro: l'arte dell'investigazione, così come la si è sempre intesa, è morta e la giustizia britannica è malata. Tendere tranelli è diventata l'unica arma a disposizione. Ma tutto il fascino che hanno le intuizioni, la ricerca dei collegamenti, le indagini psicologiche...dove è finito? Io non sono convinta che tutto ciò sia stato cancellato e credo ancora nel grande potere che ha l'intelligenza, usata come primaria arma di investigazione.

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