L'affronto L'affronto

L'affronto

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Sarah, bella signora di una famiglia ricca e potente del regno del Marocco, è stata violentata nella sua villa a Tangeri. Quella notte, Driss, il marito, era assente. È un funzionario di polizia di umili origini che ha fatto carriera grazie alla protezione del suocero. Le indagini, secondo un costume consolidato, si avviano in modo inerte; il vicecommissario di turno se la prende con un disgraziato qualunque, preoccupandosi soprattutto di salvaguardare se stesso. Finché Driss non prende in mano il caso e lo porta avanti in modo nevrotico. Circondato dall’invidia, non troppo sotterranea, dei colleghi, spinto da un sentimento diviso tra l’amore e la vendetta d’onore, arriva a lambire gli ambienti più privilegiati. È sottilmente bravo Yasmina Khadra a unire allo svolgimento incalzante della trama l’approfondimento psicologico di un conflitto importante. Il marito è sincero nel dolore, ma istintivamente sente oltraggiata la propria atavica supremazia proprietaria nei confronti della donna; la moglie avverte il proprio corpo «che ormai è solo carne contaminata», ma rifiuta di soccombere a una cultura che per tradizione la vuole colpevole e che giustifica la ripugnanza del marito. I romanzi di Khadra, da anni tradotti in tutto il mondo, sono polizieschi che mirano a rappresentare una realtà più vasta. Il gioco dei personaggi, la loro inconfondibile caratterizzazione, gli permettono di attraversare, registrandone cause e fenomeni, l’intera stratificazione sociale. Una società claustrofobica, impaurita e diseguale, ma non tanto lontana, in fondo, dalla nostra.



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L'affronto 2024-01-17 11:04:40 enricocaramuscio
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enricocaramuscio Opinione inserita da enricocaramuscio    17 Gennaio, 2024
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Carne contaminata

Tangeri. Sarah, moglie del vice commissario Driss Ikker, subisce uno stupro all'interno della sua abitazione, mentre il marito è fuori per un viaggio di lavoro. La scoperta del tragico evento fa precipitare immediatamente l'uomo in un baratro di disperazione e rabbia che lo allontana dalla consorte violata, quasi la donna, fino ad allora amata e rispettata, fosse ormai contaminata nel corpo e nell'anima. La sua mentalità maschilista mette in secondo piano il dolore e i bisogni di Sarah, l'amore che fino ad allora lo ha legato alla sua metà, l'empatia che, in momenti come questo, avrebbe dovuto avvicinare i coniugi ancora di più, per cedere il posto alla rabbia, alla sete di vendetta, all'orgoglio ferito. Sembra quasi che il vero torto lo abbia subito lui, marito e padrone, violato nella virtù e nel diritto di proprietà, e che quello patito dalla moglie sia soltanto un danno accessorio. Sarah cercherà in ogni modo di tornare alla vecchia complicità, all'ormai consolidata intimità, al solito menage, trovando però un muro invalicabile fatto di pregiudizio, maschilismo, furore. Estromesso per ovvi motivi dall'indagine per la ricerca del colpevole, disgustato dall'atteggiamento dei suoi colleghi, pronti a malmenare e gettare in galera il primo venuto pur di chiudere un caso di cui fondamentalmente non gli importa nulla, spinto dalla sete di vendetta, Driss seguirà un proprio filone d'inchiesta che, a partire da un gioiello ritrovato sul luogo del misfatto, lo porterà a ficcare il naso nei più altolocati ambienti tangerini, fino a giungere alla scoperta di una sorprendente e ancor più amara verità. Quello di Khadra è un noir con tutti gli elementi del genere, ma che va ben oltre l'aspetto poliziesco della vicenda, inoltrandosi nei recessi della mente umana e raccontando reazioni psicologiche diverse, alcune tutt'altro che condivisibili come quella del protagonista, che spiazzano e in un certo senso infastidiscono il lettore, ma che si rivelano purtroppo più vere e comuni di quanto si possa pensare. Sullo sfondo una società tangerina in particolare, ma in generale marocchina, magrebina, ma potremmo dire universale, sporca, corrotta, arrivista, dove dominano insaziabili l'ambizione, la sete di potere e denaro, la lussuria incontrollabile, dove la fallocrazia imperante tende troppo spesso a trasformare in colpevoli le vittime di violenza sessuale, dove l'onore machista conta più della tragedia fisica e mentale di chi lo stupro lo subisce sulla propria pelle, dove il corpo profanato diventa nient'altro che "carne contaminata", problema di minor conto rispetto a quello, considerato ben più grave, subito dall'uomo: l'affronto.

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L'affronto 2021-04-23 04:59:56 68
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68 Opinione inserita da 68    23 Aprile, 2021
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Attesa negata

Un thriller psicologico dalla connotazione politico-sociale ambientato in un paese, il Marocco, con una corruzione dilagante e l’obbligo di farsi largo attraverso una scalata sociale che prevede due sole strade, diventare magistrato o sbirro.
Un mondo femminile tenuto ai margini, degradato, dove il matrimonio è un obbligo, ogni zitella derisa e la violenza sulle donne vissuta come una perdita dell’ onore maschile.
Il protagonista è il vice commissario Driss Ikker, sparito dalla circolazione dopo che la moglie Sarah è stata violentata in circostanze misteriose all’ interno della propria abitazione.
Ikker è sconvolto, annientato dal dolore e dall’alcool, ferito nell’ onore, vaga senza meta, aspira a a giustizia privata e verità mentre la polizia, tra corruzione e pregiudizio, vaga nel buio.
È un uomo perseguitato da una sorte bugiarda, con un suocero potente che gli ha spalancato le porte della polizia, fuggito da un passato di povertà intuendo che lo studio non avrebbe potuto cambiargli la vita e che raccomandazioni e nepotismo hanno sempre la meglio su competenza e dirittura morale.
Oltre le malelingue Ikker è onesto, coraggioso, competente, non abusa della propria autorità, la moglie Sarah una donna bella, ricca, di carattere, figlia di un pezzo grosso, e lui è salito sul treno giusto.
Questo l’ inizio, il dopo è attesa di un’ indagine farraginosa che insegue piste sbagliate e inconcludenti in un presente deragliato dopo che qualcosa all’ interno del matrimonio si è guastato irrimediabilmente.
Un rapporto di coppia, dopo la violenza subita, spento, affossato, coperto da un silenzio inarrivabile, tra gelosia, rabbia e dolore, assenze ingiustificate, incarcerato nel proprio malessere. Ikker è smarrito, non riesce a consolare Sarah, ferito nel proprio orgoglio, e’ presente ma con la testa altrove, assediato dai ricordi e da fantasmi spaventosi.
Tangeri e il Marocco vivono la modernità all’ interno di una mentalità medioevale, e ci si domanda come fare chiarezza laddove le vittime femminili continuano a essere colpevoli e sono costrette a sentirsi in colpa. E allora il proprio onore cancella quello della consorte e si prova disprezzo per se’ stessi, la cosa peggiore.
Quale inganno per una violazione domestica senza traccia di dolo e una violenza privata che farebbe pensare alla vendetta personale, mentre il ritrovamento di un oggetto sul luogo del misfatto descrive tutt’altro. In realtà la verità è piuttosto evidente, più vicina di quanto sembri, difficile da digerire, con esiti nefasti.
Un giallo non giallo con un incipit che prevede una complessità presto negata, una risoluzione scontata all’ interno di una scrittura piacevole, un protagonista enigmatico, contorto e sfuggente, atmosfere soft dai contorni superficiali, una denuncia sociale poco credibile all’ interno di una identità culturale generalizzata, la descrizione di un reale e di una classe elitaria banalmente stereotipati, pochi e sbiaditi risvolti psicologici seducenti.

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