L'uomo che fu giovedì L'uomo che fu giovedì

L'uomo che fu giovedì

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Dopo un’animata discussione sul tema dell’anarchia, Luciano Gregory, poeta anarchico, riesce a convincere l’amico e collega Gabriele Syme della serietà delle sue argomentazioni e a condurlo a una riunione del Consiglio Centrale Anarchico. I membri della setta hanno fatto però una scelta bizzarra, decidendo di assumere per maggior sicurezza i nomi dei giorni della settimana, e quando Syme sceglie di entrare a farne parte, gli viene assegnato il nome di Giovedì. Ma Syme in realtà non è ciò che dichiara di essere, bensì un agente di Scotland Yard... Da questa sorprendente rivelazione prende l’avvio una girandola di false identità, misteriose allusioni e paradossali ambivalenze, perché ogni membro del Consiglio ha i suoi segreti, e la trama diventa un susseguirsi di eventi concitati e strabilianti, che convergono verso l’enigmatica figura del Presidente, che ha assunto il nome del settimo giorno, Domenica. Ma qual è la natura di questa misteriosa associazione e quali sono i suoi veri scopi? E chi si cela veramente dietro la figura di Domenica, che suscita in Syme una paura irrazionale?



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L'uomo che fu giovedì 2013-12-18 11:24:03 Pelizzari
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Pelizzari Opinione inserita da Pelizzari    18 Dicembre, 2013
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Giallo anomalo

Giallo un po’ anomalo, che tratta il tema dell’anarchia. Il protagonista è un personaggio molto autobiografico. La lettura non è semplice perché presenta molte allegorie, i temi trattati sono legati alla politica, alla sociologia, alla filosofia. E’ un libro-esplosione di idee più che non un classico giallo e le scene che vengono dipinte, così come gli incisi nel corso della lettura sono forse l’aspetto più caratteristico di uno stile che, di fatto, dà rilievo alla storia e che rende piacevole, anche se non facile, la lettura. Bisogna vincere l’inizio, che spinge forse un po’ ad abbandonare la lettura, ma, se si persevera, ne vale davvero la pena. Semplicità del linguaggio e potenza delle idee ne sono i punti di forza.

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