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Una donna. Il ventre squarciato. Intorno al collo, avvolti come un grottesco monile, gli intestini. Delaware e il tenente Milo Sturgis collaborano da tempo, ma stavolta sembrano non avere alcuna pista da seguire; e quando altri omicidi vengono compiuti seguendo lo stesso, atroce rituale, diventa evidente come tra le vittime manchi la minima connessione. Il solo indizio che l’assassino lascia dietro di sé è un pezzo di carta sul quale ha tracciato un punto interrogativo: un segno di scherno nei confronti della polizia o forse un’incongrua, disperata richiesta di aiuto. Nel tentativo di trovare una risposta, Delaware inizia a indagare su un vecchio istituto psichiatrico dove un tempo esisteva una speciale unità di cura: tra quelle mura potrebbe annidarsi una terribile verità, sepolta in un passato di disperazione e di violenza che non sarebbe mai dovuto riaffiorare.



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Vittime 2012-10-20 11:29:36 GLICINE
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GLICINE Opinione inserita da GLICINE    20 Ottobre, 2012
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SOLO OTTIME PREMESSE

L’inizio è promettente. Subito si entra prepotentemente sulla scena del crimine. Una donna di mezza età è stata strangolata e, l’assassino, si è poi divertito nell’aprirle l’addome avvolgendole intorno al collo i propri visceri. Il corpo è stranamente pulito e composto, nessuna impronta nessuna goccia di sangue presente, solo un cartone anonimo della pizza, con al suo interno, un foglio con stampato nella parte centrale un evidente punto di domanda.
Tocca al tenente della Omicidi di Los Angeles Milo Sturgis fare luce sull’omicidio e, lo stesso, contatta immediatamente il dottor Alex Delaware, psicologo, consulente della Polizia, per cominciare a farsi un’idea sulle caratteristiche psicologiche dell’assassino.
Un inizio quindi di tutto rispetto, come una bella torta che vedi ben lievitata e colorita nel forno! Subito ho pensato che mi avrebbe aspettato un thriller avvincente.
In realtà, a mio avviso, la storia non prosegue con fluidità e con effettivi e importanti colpi di scena che tengono alta l’attenzione del lettore (ho fatto fatica a terminarlo).
Nessun aspetto riguardante l’indagine viene messo in luce in modo significativo, tipo, la raccolta e catalogazione delle prove , gli esami della scientifica, la costruzione della griglia di informazioni sulle quali investigare; il tenente Milo ed il suo gruppo di lavoro hanno un’importanza , mi verrebbe da dire, secondaria.
Colui che “investiga” è proprio il Dottor Alex Delaware, che assume il ruolo di figura di primo piano, ma, pur essendo un personaggio forte nel libro, non evidenzia al meglio le caratteristiche della sua figura professionale, esponendo ipotesi dettagliate sulle caratteristiche psicologiche dell’assassino, ma è impegnato a fare il detective.
Per non parlare della figura del killer, che risulta a mio avviso non sviluppata al meglio, al punto da arrivare alla fine chiedendosi se un tipo del genere (ipoteticamente parlando), possa essere davvero stato in grado di compiere tali efferatezze, ma ancor di più di essere così accorto ed intelligente da non lasciare tracce….
Oltre ad aver notato diverse incongruenze legate ai legami tra i personaggi e azioni degli stessi.
Quindi, aprendo il forno alla fine della lettura la mia bella torta si è miseramente sgonfiata!!! E, per prendere spunto proprio dal thriller, alla domanda riguardante se la lettura mi ha lasciata soddisfatta, o incuriosita, o piacevolmente stupita rispondo con un unico segno: ?

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Lettura consigliata
Consigliato a chi ha letto...
Ribadisco il mio pensiero riguardante i gusti differenti di ognuno, ne consiglio comunque la lettura per avere nel mondo delle recensioni più voci simili o anche diverse che diano una visione del libro a 360°
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