Poesia Poesia italiana Scarti di Magazzino
 

Scarti di Magazzino Scarti di Magazzino

Scarti di Magazzino

Letteratura italiana

Editore

Casa editrice

La presentazione e la recensione di Scarti di magazzino, opera di Ivan Pozzoni edita da Limina Mentis.
In queste poesie di Ivan Pozzoni, il 'noi' è costantemente richiesto come l'ago di una bussola che punta ripetutamente verso i rifiuti speciali (...). E tuttavia la questione ancora è aperta, se il loro linguaggio assume a dignità di materia estetica e poetico-politica non la 'morte dell'arte', bensì la morte stessa dell'uomo e del cittadino in quanto animale rinchiuso nelle stalle della produttività delle identità 'brand', del loro consumo e del loro finire rifiuti pronti per le discariche del postmoderno depoliticizzante (...). La poesia 'politica' e la 'politica' della poesia (che non sia consenso alla politica-potere di regime), in questa raccolta di Pozzoni, pur nella sua autonomia semiologica, esce dalle camere depoliticizzate dell'intimità lirico-vittimistica e sentimentale e si fa acidità linguistica". (Antonino Contiliano)

Ivan Pozzoni è nato a Monza nel 1976; si è laureato in diritto con una tesi sul filosofo ferrarese Mario Calderoni. Ha diffuso molti articoli dedicati a filosofi italiani dell’Ottocento e del Novecento, e diversi contributi su etica e teoria del diritto del mondo antico; collabora con numerose riviste italiane e internazionali. Tra 2008 e 2012 ha curato i volumi: Grecità marginale e nascita della cultura occidentale (Limina Mentis), Cent’anni di Giovanni Vailati (Limina Mentis), I Milesii (Limina Mentis), Voci dall’Ottocento I II e III (Limina Mentis), Benedetto Croce (Limina Mentis), Voci dal Novecento I, II e III (Limina Mentis), Voci di filosofi italiani del Novecento (IF Press), La fortuna della Schola Pythagorica (Limina Mentis) e Pragmata. Per una ricostruzione storiografica dei Pragmatismi (IF Press); nel 2009 sono usciti i suoi: Il pragmatismo analitico italiano di Mario Calderoni (IF Press) e L’ontologia civica di Eraclito d’Efeso (Liminamentis).



Recensione Utenti

Opinioni inserite: 1

Voto medio 
 
4.5
Stile 
 
4.0  (1)
Contenuto 
 
4.0  (1)
Piacevolezza 
 
5.0  (1)
Voti (il piu' alto e' il migliore)
Stile*  
Assegna un voto allo stile di questa opera
Contenuto*  
Assegna un voto al contenuto
Piacevolezza*  
Esprimi un giudizio finale: quale è il tuo grado di soddisfazione al termine della lettura?
Commenti*
Prima di scrivere una recensione ricorda che su QLibri:
- le opinioni devono essere argomentate ed esaustive;
- il testo non deve contenere abbreviazioni in stile sms o errori grammaticali;
- qualora siano presenti anticipazioni importanti sul finale, la recensione deve iniziare riportando l'avviso che il testo contiene spoiler;
- non inserire oltre 2 nuove recensioni al giorno.
Indicazioni utili
 sì
 no
 
Scarti di Magazzino 2013-10-04 07:05:06 Renzo Montagnoli
Voto medio 
 
4.5
Stile 
 
4.0
Contenuto 
 
4.0
Piacevolezza 
 
5.0
Renzo Montagnoli Opinione inserita da Renzo Montagnoli    04 Ottobre, 2013
Top 10 opinionisti  -   Guarda tutte le mie opinioni

La crisi economica in poesia

Che la poesia possa avere temi molteplici è risaputo e fra questi, certamente non secondario, è quello politico, avvalendosi la stessa della forza della parola per portare avanti un discorso in genere più incisivo, meno retorico di quello proprio del politico di professione. E di poeti politici gli esempi sono tanti e tanto per citarne uno assai noto ricordo semplicemente Trilussa. Tuttavia ritengo doverosa una separazione fra chi è politico-poeta (e all’epoca dell’Unione Sovietica ve n’erano non pochi), tutto teso a osannare un’ideologia o un sistema e il poeta-politico, capace più degli altri, di evidenziare i limiti di regimi e anche di sistemi economici, al fine di rendere edotti di ciò che non va e perché non va.
Fra questi ultimi includerei, indipendentemente dal suo orientamento politico, anche Ivan Pozzoni, autore prolifico e di cui ho avuto modo di leggere questa silloge dal titolo emblematico Scarti di magazzino.
Complice l’attuale grave crisi economica questo poeta monzese ha saputo sciorinare con versi di notevole efficacia i mali che sono alla base del neoliberismo, più che una dottrina economica, una rapina economica camuffata da sistema definito come il migliore possibile, quasi idolatrato, al punto da creare permanenti squilibri e ai più una vita asfittica, incolore, quasi vegetativa, oggetti umani pronti ad essere buttati quando non servono più come accade per gli scarti di magazzino.
I versi di Pozzoni non sono satirici come quelli di Trilussa, ma inchiodano nella loro solare realtà, senza retorica, asciutti e densi, quasi stilettate nel cuore della generale indifferenza. Al riguardo esplicativi mi sembrano questi tratti da Milite ignoto e riguardanti il triste moltiplicarsi dei caduti sul lavoro:…/ Marciavi vivido nell’aere mattutino / fremendo brame d’amore adulterino, / senza intuire neanche di sfuggita / d’essere vittima di un crudele carovita; / marciavi lesto senz’ombra di tristezza, / diluendo i dubbi in avventatezza, / nei tuoi vent’anni di vita amara, / chiamati a chiudersi dentro a una bara.
E nelle poesie successive ci sono tutti i nomi e i fatti della crisi economica: dalla famigerata Lehman Brothers alla cassa integrazione, dalla solitudine esistenziale all’anoressia, dai nuovi eroi agli sconfitti di sempre, un giro panoramico sulla ruota di un mondo che sembra girare all’incontrario.
Anche chi non si riconoscerà nei personaggi di questi versi scoprirà però che l’unico rimedio all’indifferenza, spesso astratta, che ci accompagna e in cui lenti ci ha rinchiuso il capitalismo neoliberista, è il sorprenderci a pensare e a provare il timore di finire un giorno come il vecchio dell’Hotel Acapulco (…./ Abbandonata, nel lontano 2026, ogni difesa / d’un contratto a tempo indeterminato, / etichettato come squilibrato, / mi son rinchiuso nel centro di Milano, / Hotel Acapulco, albergo scalcinato, / chiamando a raccolta i sogni degli emarginati, / esaurendo i risparmi di una vita / nella pigione, in riviste e pasti risicati. / Quando i carabinieri faranno irruzione / nella stanza scrostata dell’Hotel Acapulco 7 e troveranno un altro morto senza testamento / chi racconterà la storia, ordinaria, / d’un vecchio vissuto controvento?)
Da leggere, senz’altro.

Indicazioni utili

Lettura consigliata
Trovi utile questa opinione? 
60
Segnala questa recensione ad un moderatore
 

Le recensioni delle più recenti novità editoriali

Un animale selvaggio
Valutazione Utenti
 
4.0 (1)
Ci vediamo in agosto
Valutazione Utenti
 
4.3 (1)
L'orizzonte della notte
Valutazione Utenti
 
4.2 (5)
Sepolcro in agguato
Valutazione Utenti
 
4.9 (2)
Five survive
Valutazione Utenti
 
4.0 (1)
Lucy davanti al mare
Valutazione Utenti
 
4.0 (1)
Compleanno di sangue
Valutazione Utenti
 
3.3 (1)
La prigione
Valutazione Utenti
 
4.0 (1)
Day
Day
Valutazione Utenti
 
3.3 (1)
Morte nel chiostro
Valutazione Utenti
 
4.0 (1)
Pesci piccoli
Valutazione Utenti
 
4.1 (4)
Cause innaturali
Valutazione Utenti
 
3.5 (1)

Altri contenuti interessanti su QLibri

Il porto sepolto
Vita d'un uomo
Adelchi
L'ultimo turno di guardia
Uno più uno fa uno
Aforismi e magie
Poesie dell'indaco
Diavolo di sabbia
L'ennesimo angolo
Haikugrafia
La strada dei colori
Se non mi confonde il vento
Forza e libertà attraverso Alda Merini
I passeri di fango
Cento poesie d'amore a Ladyhawke
Haiku della buona terra