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Biancaneve deve morire
 
Biancaneve deve morire 2011-08-08 09:31:22 Stefp
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4.0
Stile 
 
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Contenuto 
 
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Piacevolezza 
 
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Stefp Opinione inserita da Stefp    08 Agosto, 2011
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Biancaneve deve morire

Cerco di variare il genere delle mie letture e dopo Ginzburg e Burgess cercavo un thriller e non volendo tuffarmi nel mare di gialli scandinavi che ci hanno invaso sono stato attratto dalla copertina e dal titolo di questo libro: “Biancaneve deve morire” che già qualche sensazione distonica la dà, poi le goccioline di sangue su di un immagine simbolo della tranquillità come il gallo segnavento di un campanile... Inoltre la fascetta recita: “275 giorni numero uno in amazon.de 400000 copie vendute in Germania”. Detesto le fascette e cerco di non dargli peso, ma indubbiamente una qualche influenza ce l'hanno anche perché se ci fosse stato scritto “Flop editoriale. Solo 100 copie vendute nel paese d'origine” qualche dubbio in più se prenderlo o no l'avrei avuto. Quindi un thriller, testualmente: “che tiene avvinto producendo tensione e suspense”. In questo caso, definizione azzeccatissima e ...grazie alla fascetta! Letto in due giorni. Con tanti saluti al resto del mondo, sono sparito in questo piccolo paese perduto fra i monti tedeschi, Altenhain, trepidando per Tobias, maledicendo le piccole comunità chiuse, ipocrite e perbeniste, ammirando Pia, la detective e sentendomi in piena solidarietà con il suo comissario capo per le vicissitudini che leggerete. Insomma, rapito, coinvolto, thrillereggiato! Una scelta azzeccata, peccato che sia finito.
E….. andare qualche giorno in vacanza a Althenain? :-)))


Beh, un commento poco ortodosso, sarà il caldo.... per chi voglia una “recensione” più seria, eccola qua:


Tobias Sartorius esce di prigione dopo aver scontato una pena di dieci anni per aver ucciso due sue coetanee. Tobias, all'epoca minorenne, non ricorda quasi nulla di quella sera, era ubriaco, c'era una festa nel paese, ma si è sempre proclamato innocente. Il processo fu indiziario e i corpi delle due ragazze non furono mai trovati. Al suo ritorno ad Altenhain, il piccolo paese in Germania, scopre che oltre la sua vita anche quella della sua famiglia è stata devastata; la madre se n'è andata, il locale del padre, Il gatto nero è chiuso, parte delle loro proprietà sono state vendute e il resto è in rovina. La piccola comunità ha fatto pagare le colpe del figlio alla sua famiglia e il suo ritorno in paese farà l'effetto di un sasso gettato in uno stagno portando a galla misteri, orrori, colpe, sepolti da una coltre di perbenismo e ipocrisia.
Nele Neuhaus costruisce una vicenda avvincente, complessa, profonda e ricca di colpi di scena con personaggi ben delineati con le loro vite che si snodano al di là di quello che è il sentiero narrativo attinente al romanzo, come succede nella vita. Ambienta la storia in un piccolo paese fra i monti della Germania, e lo descrive benissimo, un mondo chiuso in sé stesso, una piccola comunità che fa quadrato per difendersi, per non cambiare, per non permettere che niente possa scalfire il loro status, i loro punti fermi, le loro certezze anche se in quel duplice omicidio di certo non c'è niente. Una narrazione avvincente, incalzante che non consente divagazioni, non lascia prendere pause e regala tensione. Solo, a mio parere, i troppi colpi di scena finali non gli fanno raggiungere il massimo dei voti.

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Commenti

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:))))...bellissima, Stefano!
Ciao Stefano!
E' veramente un piacere leggerti!!!
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Stefp
09 Agosto, 2011
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Grazie ragazze, una recensione con due lati, come i dischi di una volta :-))
Mi ero anche pentito, ma vedo che è piaciuta :-)
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gio gio 2
09 Agosto, 2011
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bravo, mi hai incuriosito...
Per il mio carattere... beh, io preferisco la prima parte! :)))
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gio gio 2
10 Agosto, 2011
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lo immaginavo:-)))
In risposta ad un precedente commento
piero70
04 Ottobre, 2011
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questa me l'ero persa!
anche io preferisco la prima versione!
HAHAHAHAHAAHA!!
:)))

04 Ottobre, 2011
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Ahah bravo! E a parte gli scherzi, lo voglio leggere!
Lys
04 Ottobre, 2011
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la prima delle due recensioni è davvero simpatica!
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