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Sotto i venti di Nettuno
 
Sotto i venti di Nettuno 2012-07-31 21:35:37 cuspide84
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cuspide84 Opinione inserita da cuspide84    31 Luglio, 2012
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LO SPALATORE DI NUVOLE NELLA TANA DI BARBABLU'

“Nel mio villaggio dei Pirenei c'era un vecchio che noi bambini chiamavamo “il nobile”. Gli adulti lo chiamavano con il suo titolo e il suo nome: il giudice Fulgence. Abitava da solo nel Maniero, una grande casa isolata circondata da alberi e da mura di cinta. Non frequentava nessuno, non parlava con nessuno, detestava i bambini e ci metteva una fifa blu. Ci riunivamo in gruppo per spiare la sua ombra quando la sera usciva nel bosco... era vecchio, molto alto, con i capelli bianchi lisci tirati all'indietro, le mani più curate che si siano mai viste al villaggio, gli abiti più eleganti che siano mai stati portati... un uomo freddo come una murena.”

In questo quarto caso il commissario Jean-Baptiste Adamsberg si ritrova ad affrontare un fantasma che riaffiora direttamente dal suo passato: un diavolo, un non-morto, un vecchio giudice che ha segnato la sua vita e quella di suo fratello, di cui non ha più notizie da parecchi anni, ovvero da quando venne accusato dell'omicidio della sua fidanzatina Lise.
Elisabeth Wind, ventidue anni, viene ritrovata tra i cespugli con tre ferite mortali all'addome; il sospetto, un ubriaco ritrovato vicino al luogo del delitto, non convince del tutto Adamsberg, proprio perchè le coincidenze con quanto avvenuto anni fa a suo fratello Raphael, sono talmente tante da fargli ritenere troppo semplice e troppo rapida la risoluzione di questo caso e da fargli temere il ritorno del misterioso Tridente, un assassino che ha alle spalle già dodici omicidi, tutti contrassegnati dallo stesso “marchio di fabbrica”: le ferite mortali inferte alle vittime con un tridente, simbolo del dio Nettuno.
A complicare le cose ci si mette un viaggio in Canada per uno stage sul dna; qui Adamsberg farà la conoscenza di numerosi personaggi, ognuno con una caratteristica particolare: il sergente Sanscartier, che adora le saponette alle mandorle, Ginette con la sua pomata miracolosa, Lalibertè con i suoi sbalzi di umore, la giovane Noëlla, francese trapiantata in Quebec per amore, lo scoiattolo Gerald sempre di guardia alla stazione di polizia.
Grazie all'aiuto morale (e culinario) di Clementine, all'acheressa Josette, al fido Danglard e alla dea polivalente Retancourt, Adamsberg riuscirà a dissipare le nebbie che si profilano all'orizzonte della sua vita, si riunirà col fratello e scoprirà chi è quel tizio che ha abbandonato Camille (la sua ex) con un bambino di pochi mesi.

Un giallo che ti convince e che ti tiene incollato alle sue pagine grazie ai dialoghi, sempre numerosi, sempre presenti e sempre stuzzicanti, a volte divertenti, a volte surreali, a volte sconclusionati; grazie alle descrizioni, precise, esaurienti e talmente belle da farti credere di essere lì su quel sentiero sul fiume Outaouais a passeggiare di notte insieme allo spalatore di sogni; e grazie ai suoi personaggi (ognuno descritto in maniera talmente minuziosa da sembrare di conoscerli da sempre), allo stesso tempo così reali e irreali, da essere lo specchio della natura umana... specchio in cui Adamsberg vedrà riflettersi il suo più grande nemico: se stesso.

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Commenti

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Bellissima recensione per un libro stupendo con un commissario meraviglioso!!! :)))))))
Ah, Adamsberg, se fosse vero, sarei follemente innamorata di lui!!! ahahah! :)
I gialli della vargas non mi hanno mai "preso" particolarmente, forse perchè trovo le vicende di Adamsberg molto surreali !.....però la recensione è ok :)
In risposta ad un precedente commento
cuspide84
01 Agosto, 2012
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Grazie Viola!!! Mi hai contagiata, mannaggia a te!!! :))
In risposta ad un precedente commento
cuspide84
01 Agosto, 2012
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Grazie Gabri!! :)) Si sono molto surreali, ma il loro bello è proprio quello: atmosfere strane, personaggi bizzarri...deve piacere il tipo di giallo, non c'è che dire!
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