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Oltre l'esilio. Diario di un sopravvissuto agli zombie
 
Oltre l'esilio. Diario di un sopravvissuto agli zombie 2014-04-24 08:18:22 Donatello92
Voto medio 
 
3.0
Stile 
 
5.0
Contenuto 
 
3.0
Piacevolezza 
 
2.0
Donatello92 Opinione inserita da Donatello92    24 Aprile, 2014
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Dannato diario dei dannati

Ripropongo per questo secondo volume della saga pressocché la stessa valutazione che avevo dato al prequel, e noto con "dispiacere" di non essere d'accordo con i miei colleghi del sito. Va bene che i gusti sono gusti, ma vorrei porvi una domanda: come diavolo fate a dargli voto 5/5 per quanto riguarda il contenuto? Che romanzo avete letto? Aveva forse delle pagine in più rispetto alla mia versione? Detto ciò, proseguo con quello che io penso del romanzo, specificando ovviamente che è tutto soggettivo...
Sostanzialmente, la storia prosegue da dove l'avevamo lasciata, grazie anche ad una breve introduzione dell'autore che ci ricorda fatti e persone dopo un pò di tempo dall'uscita precedente.
Anche le mie impressioni sono pressocché uguali: avevo già apprezzato il primo di questi diari, storcendo però il naso, e anche ora ho affrontato una lettura piacevole, ma altrettanto ambigua.
Il problema è sempre lo stesso, a mio parere: la forma di scrittura in "diario" (che, tral'altro, è la formula vincente della saga) rovina un bel pò il romanzo. Chi ha letto qualcos'altro del mondo zombie, saprà certamente che queste storie sono un turbine di orrore e realtà, suspance e speranza, ansia e combattimenti. Dunque, leggere le esperienze del protagonista quando le ha già vissute, rovina quest'atmosfera di attesa continua, presentandoci un'opera dove sappiamo già che andrà tutto bene. Per spiegarvi il mio stato d'animo, dal quale è derivata una copiosa noia durante la lettura, vi riporterò le parole del protagonista: "se sono qui a scrivere, vuol dire che ce l'ho fatta". E, tral'altro, non ci troviamo dinnanzi ad uno di quei diari terribili alla "resident evil", pieni di esperienze disastrose e coinvolgenti, ma ad uno scrigno di pensieri personali scritti pacatamente dopo aver mangiato, dormito e bevuto in abbondanza, a qualsiasi ora del giorno, circondati dai Marine. Il diario è quasi del tutto privo di disegni, note al margine o effetti particolari, ma ad un certo punto troveremo delle pagine "bagnate" e sporche, perchè il protagonista inciampa in un evento spiacevole e disastroso. L'incipit di quel capitolo riporta che "la situazione è pessima, e forse non riuscirà a sopravvivere". Ebbene, la mia ansia leggendo quelle parole è pari a quella che può procurare un cartone animato della Walt Disney, e questo accade per lo stesso motivo già esposto: mancano ancora 200 pagine, quindi stiamo sicuri che sono solo chiacchiere, non è successo un bel niente.
Non esiste una trama di fondo, quindi è anche faticoso trovare un appigglio per andare avanti, e i personaggi secondari sono numerosi e marginali, al punto che, se anche questa maledizione del "diario onnisciente" venisse infranta ammazzando il protagonista e passando il testimone a qualcun altro, o se morissero tutti i personaggi di contorno, poco me ne importerebbe ad essere sincero.
Non siamo davanti ad un romanzo, e non siamo davanti ad un diario.
E la suspance viene smorzata anche dal fatto che, talvolta, ci troviamo dinnanzi ad interi capitoli di 10 pagine, che tutto emanano fuorché l'impressione di un diario terribile scritto di fretta e furia nei momenti di tregua. Anzi, a dirla tutta, vi sembrerà che a leggerlo nel letto, stiate vivendo le esperienze di una persona felice e tranquilla che, nonostante il caos di contorno, non se la passa mai così male, ed ha una risorsa infinita su cui contare: se ci sono altre pagine nel diario, state sicuri che scriverà e sopravvivrà anche con il collo rotto. Qualcuno troverà il modo di aggiustarglielo e farlo guarire.
Il romanzo mi ha ricordato in certi punti una copia sbiadita de "io sono leggenda", diventando a tratti un elenco infinito di nomi e attrezzature da trasportare nel rifugio, armi e descrizioni di cavi elettrici ed eliche di areoplano. Zombie? Ah si, a volte ve li fanno scordare.
Tuttavia i miei voti non sono poi tanto bassi (e consiglio la lettura perchè, essendo il secondo capitolo di una saga, penso che stiano leggendo questa recensione coloro che hanno già acquistato il primo volume) perchè l'opera è scritta egregiamente. Che piaccia o meno, lo stile non fa una piega, il protagonista è distaccato, freddo e sistematico. L'assenza di dialoghi non si fa sentire, la trama è tanto semplice quanto scorrevole e l'esperienza militare dell'autore si fa sentire in ogni riga. Infatti opere ed oggetti sono descritti maniacalmente con precisione realistica e posso dire che, a differenza della quasi totalità di romanzi zombie a disposizione di questo panorama, il diario del sopravvissutto è quanto di più realistico si possa immaginare in una ipotetica apocalisse di morti viventi. Questa sensazione di veridicità, accostata ad un'atmosfera di devastazione totale, mi spingono a terminare la lettura della saga, e dovreste veramente farlo anche voi.
Un lavor ben riuscito. Se solo si fosse fatta più attenzione a renderlo veramente un diario, piuttosto che a scrivere un paio di date ed orari senza senso, sarebbe potuto essere un capolavoro del genere.

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