Dettagli Recensione

 
La leggenda del sesto uomo
 
La leggenda del sesto uomo 2015-12-09 07:48:46 Belmi
Voto medio 
 
2.8
Stile 
 
3.0
Contenuto 
 
2.0
Piacevolezza 
 
3.0
Belmi Opinione inserita da Belmi    09 Dicembre, 2015
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Tante descrizioni ma poca trama

Può succedere di iniziare un libro, trovarlo un po’ deludente ma arrivare comunque al finale e alla svolta, ed essere felice di averlo letto. Altre volte il libro può essere piatto dall’inizio alla fine e ti rammarichi di aver perso tempo a leggerlo potendolo invece dedicare ad altro. La cosa che personalmente mi delude di più è quando inizio un libro, che mi coinvolge subito, intrigante al punto giusto, tale da innescare aspettative e ad anche pensieri sulla trama, ma già a metà ritrovarmi a chiedermi, dove vuole andare a parare l’autore e alla fine..la delusione è doppia. Tutto questo preambolo solo per dirvi che purtroppo questo libro rientra nell’ultima categoria.

La Kristensen mi aveva subito portato nel freddo polare delle isole Svalbard, alla ricerca di una bambina, Ella, di cui si erano perse le tracce. Un paese in cui la leggenda del sesto uomo incute terrore:

“Dicono che è quello che segue le facce nere in fondo alla miniera, ma nessuno sa chi è… Quando stanno in fondo alla miniera a rompere il carbone. È molto buio, sai, più buio di qui. Ecco, allora, certe volte..magari uno si gira per guardare che fanno gli altri..e vede che ce n’è uno in più”.

Tutta questa magia però s’interrompe presto trasformando qualcosa “allo stile nordico” in qualcosa d’insapore. Se la trama avvincente dopo poco se ne va, quello che rimane è comunque interessante per l’ambientazione. La Kristensen ci racconta una realtà molto lontana dalla nostra, fatta di giorni bui, di freddo polare, di miniere, di violenza domestica, contrabbando e di depressione. In un paese in cui tutti si conoscono, pochi sanno realmente quello che avviene dentro le mura domestiche e chi invece lo sa, fa finta che il mondo vada bene così.

Con una scrittura molto descrittiva l’autrice sa il fatto suo, per quanto riguarda invece la trama poteva impegnarsi molto di più.

Chi anche doveva impegnarsi molto di più è la casa editrice “Iperborea”, il libro è pieno di errori ortografici davvero imbarazzanti.

Consigliarlo? Non saprei, io sarei più per il no, ma fate voi come sempre.

Buona lettura!

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