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Lettera al mio giudice
 
Lettera al mio giudice 2016-05-30 21:09:16 Antonella76
Voto medio 
 
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Stile 
 
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Contenuto 
 
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4.0
Antonella76 Opinione inserita da Antonella76    30 Mag, 2016
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L'uomo senza ombra...



Un grande Simenon...
Era da tempo che rimandavo la lettura di questo libro, senza un vero motivo, senza sapere che nulla accade per caso, senza sapere che il momento giusto per leggerlo era "adesso"...perché la "me" di qualche anno fa non avrebbe potuto capire, non avrebbe potuto apprezzare, non avrebbe potuto cogliere quanto di profondo c'è in questo romanzo.
Il flusso di coscienza da parte di un uomo impreparato all'amore, incapace di gestirlo perché per troppo tempo abituato ad essere ciò che gli veniva chiesto di essere, senza riconoscersi in quel ruolo, senza provare amore.
Il nostro uomo ha una moglie, due figlie, avventure senza importanza, una madre, una casa confortevole, un lavoro da medico, ma ha perso la propria "ombra"...
Come ci si sente ad essere privati della propria ombra quando tutti intorno a te ne hanno una?
E cosa succede se un giorno, per caso, quell'ombra ritorna nelle sembianze di una donna?
Succede che quando pensa di averla ritrovata, è così felice, stordito, da divenire ebbro di un sentimento che non sa maneggiare, e per la troppa paura di perderla inizia a perdere il contatto con la realtà, il senso delle cose, della misura, la gelosia lo divora...e l'amore diventa ossessione, malattia.
Vuole possedere non solo la sua persona, ma anche il suo passato, la sua infanzia...e non riesce ad accettare niente di quello che c'è stato prima di lui.
E i fantasmi lo inseguono ovunque...la "lei" che era prima d'incontrarlo lo acceca, lo tormenta...
Martine è una donna/bambina, con con voragini di "non amore" nel suo passato che cerca di colmare con cocktail, sigarette e uomini sbagliati, con il ventre "squarciato" fino all'ombelico.
Lei è la sua ombra ritrovata.
Con questa lunga lettera destinata al giudice del processo che lo vede imputato, il protagonista, Charles, ci parla di sé, della sua vita, del suo passato, dei suoi tormenti interiori, ma non cerca discolpa, niente giustificazioni, anzi...cerca di farci capire le sue motivazioni, rivendica la sua sanità mentale, il suo diritto ad esprimere con le parole...tutta la sua miseria.
Perché di questo si tratta.

"Siamo arrivati fin dove abbiamo potuto.
Abbiamo fatto tutto quello che potevamo.
Abbiamo voluto l’amore nella sua totalità."

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