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L'ombra dello Scorpione
 
L'ombra dello Scorpione 2016-09-20 13:49:27 Elisabetta.N
Voto medio 
 
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Stile 
 
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Contenuto 
 
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Elisabetta.N Opinione inserita da Elisabetta.N    20 Settembre, 2016
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L'ombra dello scorpione

La cosa più inquietante che ti possa capitare durante la lettura di questo libro è starnutire.
Sì perchè tutto inizia così anche nel libro, un virus che sembra inizialmente un raffreddore, ma che diventa uno spietato mietitore di vittime, "Capitan Trips", un virus creato in laboratorio che sfugge alle barriere create dall'uomo per un "errore umano" e in 19 giorni, poco più di due settimane, stermina quasi l'intera razza umana.
E così i punti di vista che sono molteplici e a volte disarmanti, pian piano diminuiscono fino ad arrivare a poche voci amiche che ci accompagnano per quasi 1000 pagine.
Un lavoro immenso, un mondo post-apocalittico che non sfocia troppo nella fantasia, ma rimane ancorato all'"attualità"..
Una lotta fra il bene e il male che nella desolazione dell'umanità diventa ancora più reale e anche gli eventi più incomprensibili diventano accettabili.
Un bene rappresentato da Mother Abagail, un ultracentenaria, e un male rappresentato da Randall Flag, l'Uomo che cammina, senza volto e senza età.
Una battaglia metaforica e vera.
Mi chiedo il perchè di questa rappresentazione. Beh, che il male sia giovane, bello e attraente è comprensibile... Anche la paura in fondo è una forma di attrazione. Ma il bene rappresentato nella debolezza degli anni (ma anche nella saggezza, ricordiamolo), vuole forse rappresentare la fine di un ciclo?

King è sempre un maestro nel rappresentare i difetti e le virtù di questo nostro mondo. I personaggi assumono corpo e diventano magicamente tangibili. Ammetto di aver avuto qualche personaggio preferito e speravo con tutto il cuore nel lieto fine. Ma King, non guarda in faccio a nessuno, e la sua mano, o meglio la sua penna, muove gli eventi in modo autonomo e, in qualche modo "giusto".
Ho sempre apprezzato i finali di King. molti lo definiscono il suo punto debole, ma il lieto fine, il vissero sempre felici e contenti, è quanto più lontano ci sia dalla realtà costruita da King in questo romanzo e anche in questo caso non c'è una netta presa di posizione.
Dirò solo che ho apprezzato il romanzo e, il finale era esattamente quello che ci voleva.
Di sicuro ti fa venire la voglia di prendere in mano immediatamente un altro libro di King.

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