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Incubo
 
Incubo 2017-04-14 10:43:25 Vincenzo1972
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Stile 
 
5.0
Contenuto 
 
4.0
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4.0
Vincenzo1972 Opinione inserita da Vincenzo1972    14 Aprile, 2017
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Là fuori ci sono un sacco di lupi...

... lupi travestiti da agnelli.

Simon è in macchina in viaggio con i suoi genitori, è seduto sul sedile posteriore, inganna il tempo ascoltando la sua musica preferita dagli auricolari e giocando a Cross Road sul suo smartphone.
Zia Tilia abita a Fahlenberg, alquanto distante da casa loro, ma Simon è contento sia perchè pregusta già il buon pranzo che sua zia gli riserverà come da abitudine sia perchè potrà rivedere suo fratello Mike che già da tempo vive con la zia, avendo trovato un lavoro in quella città.
Una giornata felice per Simon, nonostante la noia dovuta al lungo viaggio in macchina, perchè vissuta con le persone a cui vuole bene e che rappresentano una certezza nella sua vita, un punto fermo.
E Simon ha bisogno di certezze, di ordine, di razionalità: soffre di una forma lieve di autismo che spesso lo disorienta e lo rende debole e fragile agli occhi degli altri; non tutti poi sono come sua madre o come suo fratello, pronti a sorreggerlo nei momenti di difficoltà.
Molti, soprattutto i suoi compagni di scuola, lo deridono e si prendono gioco di lui; per questo motivo, Simon vive con immensa gioia i rari momenti in cui è circondato da persone che ama e che lo amano, persone che non lo fanno sentire solo.
Sarebbe bello per Simon se la vita fosse piena di momenti come questi, sereni e spensierati; tutto sarebbe più facile per lui se la vita fosse come la matematica, governata dalla linearità delle sue leggi e teoremi.
E non dal caos, dal destino, quella componente incontrollabile ed imprevedibile della vita a causa della quale la macchina su cui sta viaggiando con i suoi genitori si ribalta per strada e prende fuoco.
E Simon sarebbe dovuto morire come i suoi genitori, carbonizzato tra le lamiere, piuttosto che uscirne miracolosamente indenne; era proprio vero quello che gli diceva sempre il padre, la fortuna non lo abbandona mai.
Ma può veramente ritenersi fortunato Simon? Chi si prenderà cura di lui ora che i suoi genitori non ci sono più? Non ha più una casa, sua zia e Mike hanno deciso di vendere tutto e come se non bastasse lo hanno anche iscritto in un nuovo collegio per riprendere gli studi e suo fratello Mike a breve si trasferirà in città con Melina, la sua nuova ragazza.
Niente è più al posto giusto nella sua vita: persino Mike, il fratello che lo ha sempre protetto e seguito sin da piccolo sembra ora volersi allontanare da lui.
"Il suo mondo sarebbe crollato. Nessuno sarebbe stato più in grado di riaggiustarlo. Non era giusto! Le cose dovevano restare com'erano. Altrimenti tutto sarebbe precipitato nell'incertezza, come in un buco nero."
La realtà diventa per Simon più terrificante e triste del peggiore dei suoi incubi, incubi che lo assalgono anche di giorno, come fossero allucinazioni, e che sono sempre più frequenti dopo l'incidente.
Immagini così invasive nella sua mente che spesso si mescolano alla realtà deformandola o, al contrario, traendo spunto da essa.
Proprio in quei giorni infatti una ragazza sedicenne risulta scomparsa senza lasciare tracce, molti pensano sia stata aggredita e violentata.
Forse il colpevole è la stessa creatura mostruosa dalle sembianze di un lupo sempre presente negli incubi di Simon? Forse.
Ma gli incubi, per quanto angoscianti possano essere, scompaiono una volta svegli; la realtà invece no, quella resta e ti travolge.

Incubo è un thriller psicologico che non incute paura, perlomeno non in misura proporzionale a quanto il titolo lascerebbe presagire e sicuramente non per chi, come me, è appassionato del genere e potrebbe sicuramente citare 'incubi' letterari ben più incisivi e coinvolgenti.
La paura è un'emozione forte, intensa e trasmetterla attraverso le pagine di un libro è compito arduo perchè va alimentata gradualmente, come un fuoco acceso con pietre scheggiate, a piccole dosi e prestando massima attenzione evitando che la fiamma si disperda e si spenga.
E tutto deve concorrere ad innescare quell'atmosfera di crescente tensione che precede la paura: dalla descrizione dei personaggi a quella dei luoghi in cui si muovono.
Wolf Durn si destreggia abilmente in tutto ciò: ho apprezzato in particolar modo la perizia con cui spezza il ritmo narrativo introducendo pause descrittive paesaggistiche che moltiplicano e non sminuiscono la carica emotiva, complice forse l'ambientazione ricca di boschi, territorio di ombre e penombre, quasi fiabesca, che riporta alla mente la cupa Foresta Nera di Hansel e Gretel.
Tuttavia, ciò che a mio parere debilita questo romanzo è la scarsa originalità o, se preferite, la prevedibilità.
Un incubo già vissuto, letto e riletto in diverse forme, come potete ben immaginare, non spaventa più.

"La vita è come un giardino, esistono i momenti perfetti ma non possono durare per sempre, tranne che nel ricordo." (Leonard Nimoy)

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