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Io sono Dot
 
Io sono Dot 2017-04-27 06:49:01 68
Voto medio 
 
3.5
Stile 
 
4.0
Contenuto 
 
4.0
Piacevolezza 
 
3.0
68 Opinione inserita da 68    27 Aprile, 2017
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Solitudini affrante e possibili rinascite

...." Mio padre è uscito per comprare le sigarette e non è più tornato "....
Texas, Dot è una diciassettenne come tante, con una famiglia disgregata, povera, che si nutre di miseria e poco altro, vive in una roulotte, è arrabbiata con il mondo, con se stessa, con la vita.
Una vita che un adolescente non gradirebbe, costretta ad abbandonare gli studi, a lavorare in un pub, prevalentemente sui pattini, principale sostegno di famiglia, con una madre che soffre ancora il trauma dell' abbandono del tetto coniugale da parte del marito ma sarebbe disposta a riaccoglierlo, una nonna che vive di ricordi, un fratello più piccolo, un padre scomparso nel nulla.
Poi, un giorno, emerge dall' ombra zio Elbert, almeno così si presenta, un individuo strano, misterioso, che racconta una storia fatta di solitudine, di galera, di abbandono ed errori pregressi.
Elbert ceca di entrare nel mondo di Dot, osserva, domanda, giudica, con una sorprendente saggezza che contrasta con il proprio passato, con un presente fatto di nulla ed un' idea nella testa, evitare alla ragazza un destino apparentemente segnato, allontanarla da quella rabbia che potrebbe distruggerla.
Dot è una ragazzina intelligente, scaltra, forgiata dall' asprezza della vita, costretta a " crescere " in fretta, che ha vissuto il dolore di una perdita immotivata ( il padre ), che non si sente all' altezza e teme le relazioni, da sempre circondata da violenza e noncuranza. Ma è comunque un adolescente, con impeti pulsionali, il desiderio di amare ed essere amata, di costruirsi una vita, di crescere ed esperire. In lei convivono costruzione e distruzione, in prevalenza un desiderio autodistruttivo, frutto di quello che è stato, in fondo solo paura di vivere .
Per potere cambiare dovrebbe scrollarsi di dosso quella rabbia, non dimenticarla, semplicemente lasciarla andare, ma è difficile per chi è cresciuto tra violenza ed abbandono, miseria e trasandatezza.
Elbert e Dot, nelle proprie solitudini affrante, imparano a conoscersi, a fidarsi l' uno dell' altra, costruiscono il proprio sogno, una relazione che potrebbe essere quella tra un padre ed una figlia, una semplice amicizia a cui affidare ricordi, sentimenti e speranze, anche se la verità si nasconde nell' ombra e tende improvvisi ed inaspettati tranelli, la vita non si mostra sempre per quello che è ed un attimo può rigettare certezze ed infrangere sogni.
Ma, in fondo, se una morale esiste, ... " siamo tutti responsabili di ciò che facciamo, non è sempre colpa degli altri, o della genetica, o di come ci hanno fatto crescere, scegliamo di essere quello che siamo, diventiamo quello che vogliamo essere..."
L' ultimo Lansdale ha il respiro e la traccia del proprio autore, quella rappresentazione reale, aspra, cruda di vite e relazioni complesse, disgregate, problematiche, irrisolte, inserite in una quotidianità problematica. Questa è una storia famigliare, semplice, scarna, attorno alla quale costruire il mondo di Dot e di una adolescenza tanto problematica quanto affascinante.
La prima parte del romanzo accarezza profondità personali, descrittive e relazionali che hanno l' aspro volto di personaggi complessi e camaleontici, con una penna che sappiamo capace di coglierne e descriverne l' intima essenza.
La seconda parte, a mio avviso, è meno riuscita, un po' trascinata, in quel desiderio di lieto fine che prevede un cambiamento di rotta con l' inserimento di temi e figure piuttosto stereotipate. Penso a quel giuoco-guerra sui pattini ( il tema del conflitto perenne, del vinto e del vincitore, la lotta dell' individuo con il mondo per realizzare i proprio sogni ) o alla figura del buono ( Herb, giovane innamorato di Dot, principe azzurro disinteressato al proprio denaro ed alla noiosa perfezione della propria famiglia, romantico, amorevole, pieno di buon senso ) o ad una possibile ed un po' mielosa redenzione, perdono delle colpe altrui con conseguente possibile ritorno ad una quiete domestica.
Sicuramente un buon romanzo, per temi e contenuti, ma, considerando lo sconfinato campo di azione e di generi del proprio autore, non tra le sue opere migliori.

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