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La casa dei Krull
 
La casa dei Krull 2017-11-07 13:35:35 Renzo Montagnoli
Voto medio 
 
4.3
Stile 
 
5.0
Contenuto 
 
4.0
Piacevolezza 
 
4.0
Renzo Montagnoli Opinione inserita da Renzo Montagnoli    07 Novembre, 2017
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Il (presunto) nemico in casa

Se qualcuno pensasse che questo romanzo sia stato scritto da poco, tanto è attuale, incorrerebbe in un grossolano errore, perché l’anno di stesura è stato il lontano 1938. Viene allora da chiedersi per quale motivo Simenon abbia ideato quest’opera, in cui l’elemento cosiddetto giallo è solo un pretesto, ma a questa domanda non c’è risposta, o meglio si potrebbe dire che quelle caratteristiche di veggenza che si riscontrano sono dovute esclusivamente alle intuizioni di un autore capace come pochi di sondare l’animo umano. Siamo sinceri, nel 1938 non c’era nulla che lasciasse supporre prossimo o abbastanza prossimo il fenomeno dell’emarginazione sociale dello straniero, nel caso specifico di una famiglia tedesca, i Krull, la quale, suo malgrado, si vedrà coinvolta nelle indagini per il brutale assassinio, preceduto da violenza carnale, di una giovane ragazza. E’ proprio questo l’innesco che fa esplodere nella popolazione quell’odio a lungo sopito, quel guardare quegli esseri umani, originariamente tedeschi e poi naturalizzati francesi, come un bubbone insito nella collettività, frutto di parole dette a bassa voce, di maldicenze e anche di sciocco e inutile ostracismo. La tensione, che negli anni precedenti non si scorgeva, limitando la gente a non fraternizzare, cresce lentamente e a dismisura, si vuole passare dalle parole ai fatti e buon per i Krull che la polizia riesce a dissuadere i facinorosi. Resta in ogni caso una domanda: l’inibito Joseph Krull, prossimo alla laurea in medicina, è colpevole, oppure no, dell’orrendo delitto? Non c’è una risposta diretta, anzi ce n’è una indiretta che lascia nell’incerto e nel vago il lettore che desidera, invano, sapere il nome dell’assassino. Ma non era l’omicidio e la successiva indagine lo scopo del romanzo di Simenon, era invece un ammonimento per il futuro, perché la gente non dovesse considerare diversi degli esseri umani solo perché di altra nazionalità. Dal 1938 di anni ne sono trascorsi molti, c’è stata una seconda guerra mondiale con le brutture naziste, con l’olocausto, e poi, dopo un periodo di relativa quiete, ha preso il via il fenomeno dell’immigrazione, un evento lasciato colpevolmente a se stesso che ha visto e vede i nativi di tanti paesi europei, il nostro compreso, insicuri e timorosi, ben poco propensi all’accoglienza e più che disponibili a ricacciare gli stranieri che approdano sui nostri lidi.
Anche in quest’opera, oltre a un Simenon dalle solite elevate inalterate capacità, troviamo un autore che lancia un allarme, ma che come Cassandra resterà inascoltato.
Da leggere, non c’è dubbio.

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Commenti

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siti
08 Novembre, 2017
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Dovremmo riflettere seriamente su questi temi e magari iniziare a capire le ragioni di quel divario tra sud e nord del mondo che in termini di ricchezza non fa piacere a nessuno degli occidentali scoperchiare o magari rileggere la storia per capire. O ancora riflettere sull'andamento demografico mondiale e pensare ai tassi di natalità del sud del mondo paragonandoli a quelli dell'emisfero boreale dove la politica dovrà arrancare a trovare soluzioni per sostenere l'alta speranza di vita dei suoi cittadini che intanto si ostinano ad essere consumatori sfrenati ad un ritmo non più sostenibile. Che sconforto!
Ci vuol poco; basta pensare a questo principio inconfutabile: se non ci fossero i poveri non ci sarebbero i ricchi. La miseria può essere vinta a patto di non cercare la ricchezza fine a se stessa.

Bella recensione Renzo, libro già letto, che ho apprezzato!....bisognerebbe anche smettere di considerare gli stranieri come colpevoli dei malesseri della nostra società, come capri espiatori verso i quali riversare l'odio e le frustrazioni personali.
In parte concordo, anche se un flusso massiccio di stranieri porta sempre inevitabilmente a dei problemi complessi.
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