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La ragazza di Brooklyn
 
La ragazza di Brooklyn 2018-06-22 23:06:53 La Lettrice Raffinata
Voto medio 
 
3.5
Stile 
 
4.0
Contenuto 
 
4.0
Piacevolezza 
 
3.0
La Lettrice Raffinata Opinione inserita da La Lettrice Raffinata    23 Giugno, 2018
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Comprendere la verità per accettarla

Mentre si legge un romanzo è inevitabile esprimere dei giudizi sulla trama o sui personggi ben prima della fine; ma c’è un genere letterario che non si merita affatto una valutazione affrettata, ed è il thriller.
Purtroppo questa volta non sono proprio riuscita ad aspettare e, già dai primi capitoli, mi sono sentita in diritto di emettere sentenze su “La ragazza di Brooklyn”. In particolare, trovavo molto avvincente la trama, ma non riuscivo a comprendere appieno le azioni dei personaggi, e quindi a comprenderne le scelte.
A chi sta leggendo o progetta di leggere questo romanzo, posso consigliare di cuore di arrivare al finale, dove molti interrogativi trovano una risposta del tutto razionale e logica.
La trama viene sviluppata su più livelli, cosicché quando il protagonista (e con lui il lettore) riesce a risolvere un filone dell’indagine subito ne compare uno nuovo, rendendo via via più complesso un intreccio narrativo che, dalla sinossi, si presentava abbastanza semplice.
I misteri presenti nel romanzo, sono principalmente due; sebbene l’autore cerchi di unirli, il collegamento risulta credibile seppur labile.
Il volume segue l’indagine amatoriale di Raphaëll Barthélémy, alla ricerca della compagna, “Anna”, che scoprirà nascondere un passato molto doloroso. Ad affiancare il protagonista, in buona parte della sua investigazione, troviamo l’ex poliziotto Marc. Il romanzo è arricchito dalla presenza di molti altri personaggi che, seppur secondari, sono generalmente ben caratterizzati; in particolare ho apprezzato il giovane e tormentato Maxime Boisseau e la combattiva giornalista Florence Gallo.
Ci sarebbe molto di più da dire sulla trama, ma penso che ognuno dovrebbe scoprire durante la lettura tutti i colpi di scena che il volume ha da offrire. L’unico imperativo da tenere a mente, per comprendere tutti i retroscena del mistero, è che in un caso è sufficiente l’omissione di un piccolo dettaglio da parte di ogni persona coinvolta per rendere impossibile risalire alla verità.
Come già accennato, a tratti ho trovato arduo empatizzare con i protagonisti. Raphaël dimostra un amore quasi cieco verso “Anna”, che lo porta a compiere azioni spesso estreme o improvvise; solo nel suo ultimo capitolo POV, Musso giustifica quanto fatto dal suo protagonista, che per molti aspetti si potrebbe considerare il suo alter ego.
Con Marc la situazione si fa già più complessa, perché sarebbe necessario scindere tra le motivazioni che muovono il personaggio e il suo temperamento: l’autore ce lo presenta come lo stereotipo del poliziotto nei film d’azione americani, anche per quanto riguarda l’aspetto fisico, tanto che neppure la spiegazione finale permette di rivalutarlo del tutto.
Il personaggio meglio strutturato è invece “Anna”, sebbene le siano concessi ben pochi capitoli per illustrare il suo POV al lettore. Il piccolo Théo si aggiudica a mani basse il premio del personaggio peggio scritto: vi basti sapere che, per farci capire quanto sia piccolo, Musso gli fa ripetere sempre le stesse parole, come un Pokémon”
Il romanzo ha una struttura particolare, senza una divisione in capitoli veri e propri; sono presenti dei brevi paragrafi che ogni tanto si concludono con un degno cliffhanger, ma più spesso troncano senza motivo una scena. Il volume è comunque godibile, grazie all’ottima edizione italiana, che presenta delle utili note e una copertina di qualità, seppur flessibile.
Ho apprezzato lo sviluppo adrenalinico della storia, che si articola in una manciata di giorni, con una netta predominanza delle scene d’azione e dei dialoghi. Trovo azzardata invece la scelta di alternare la narrazione in prima persona da più POV a quella in terza persona, con l’aggiunta di alcune scene in cui il narratore infrange la quarta parete per rivolgersi al lettore (“Anna”).
Particolarità del romanzo è l’essere perfettamente calato nel mondo reale e contemporaneo, tanto che mi sono spesso chiesta se alcuni fatti narrati fossero vero.

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