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L'assemblea dei morti
 
L'assemblea dei morti 2019-08-07 11:43:15 Scavadentro
Voto medio 
 
2.3
Stile 
 
3.0
Contenuto 
 
2.0
Piacevolezza 
 
2.0
Scavadentro Opinione inserita da Scavadentro    07 Agosto, 2019
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In Africa è un'altra cosa

L'autore è stato inviato di varie testate per molti anni in Tunisia, Marocco, Mauritania ecc.. Profondo conoscitore di quella parte di mondo ha voluto tessere una trama pseudo gialla/intrigo politico militare che a mio modesto avviso non convince molto. Sinteticamente una banda di delinquenti spagnoli capeggiata da El Guapo, in un momento di crisi economica e vari problemi personali (chi per la prossima gravidanza della compagna, chi per debiti con gli strozzini, chi per la ninfomania della compagna...) vengono ingaggiati per effettuare un colpo presso una banca di Marrakech, in Marocco. La proposta viene effettuata da un gioielliere losco, come infidi ed ambigui risultano tutti i personaggi del libro. Affiancato al gruppetto e organizzatore-accompagnatore è il Saharawi (etnia arabo berbera) che fa da garante, guida, uomo di logistica che ovviamente nasconde fini che i quattro mentecatti e violenti ispanici non sospettano. Seguiamo il viaggio in pulmino modificato per scopi rapinosi, che porta i protagonisti e tre delle compagne sino a Gibilterra e poi nel nord Africa. In questi frangenti gli spagnoli danno il peggio di se, sempre calmierati dal berbero che media, contatta, spiega. Il messaggio pare: “Vedete come sono cafoni, violenti, irrispettosi, ignoranti, stupidi gli europei e viceversa come sono nobili, ispirati ad ideali superiori, belli, dotati e caparbi i nordafricani?”. La vicenda parallela del gioielliere, della Guapa a casa gravide e ignara, la polizia e le forze dell'ordine in genere, contribuiscono a complicare una trama confusa di per se, leggermente elevata da dialoghi a volte divertenti e sagaci, ma spesso connotati da una filosofia di fondo forzata e elementare. Si salva l'ambiente e alcune descrizioni, la discrepanza tra Africa ed Europa negli atteggiamenti e nelle etnie. Senza svelare troppo il finale è veramente deludente o comunque criptico, e nemmeno troppo catartico. L'idea di partenza, in fin dei conti buona, risulta quindi scarsamente sviluppata.

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