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Zona pericolosa
 
Zona pericolosa 2019-08-16 20:40:22 Giant Steps
Voto medio 
 
3.0
Stile 
 
3.0
Contenuto 
 
3.0
Piacevolezza 
 
3.0
Opinione inserita da Giant Steps    16 Agosto, 2019

Invincibile

E' chiaro che un libro del genere non può essere paragonato neppure lontanamente a un libro di un autore come Stephansson; ma anche a qualsiasi altro autore che fa un genere mainstream, cioè una narrativa non di genere e che ha delle pretese artistiche e autoriali e magari, perché no, anche liriche e poetiche. Imparagonabile non perché uno sia per forza di cose migliore dell'altro, ma perché di fatto, sono molto diversi. Di positivo c'è che Lee Child scrive bene. Dal punto di vista strutturale questo libro è molto ben congegnato e soprattutto la vicenda è ben spalmata nelle circa cinquecento pagine. I ritmi narrativi soprattutto, sono ben dosati e se all'inizio appare frenato e prolisso (ma ciò è voluto e studiato), nel finale l'azione si spreca e, in poche pagine, accade di tutto. D'altronde è un libro che ricerca a ogni costo l'adrenalina, scivolando spesso sul buon gusto e sul buon senso. Gli sviluppi in varie occasioni sono illogici, ma funzionali all'azione e al concetto del grande eroe integerrimo e invincibile, che è il marchio di fabbrica di questa serie di enorme successo. Ripeto in un libro come questo apprezzo il "mestiere" dell'autore, la preparazione tecnica sugli argomenti generali che fungono da cardine e muovono il romanzo (vedi sistema di produzione della moneta, concetti di economia, eccetera), non apprezzo il gusto per la violenza e la banalità, insita nei personaggi, che sono sempre o buoni o cattivi, o l'assenza di sfumature e di dubbi del protagonista anche nella storia d'amore, che definire stereotipata è dire poco. Ho molto apprezzato invece i riferimenti cronologici e musicali su Blind Blake, vecchio bluesman ante litteram, che donano una spruzzata di poesia e di realismo in un romanzo che, da buon prodotto commerciale, pur presentando un eroe che è di per sé stesso la quintessenza del superomismo, insegue a tutti i costi il politically correct. Insomma questa per me è narrativa di genere e non solo da spiaggia, che ha delle sue precise caratteristiche e che potrebbe essere intercalata a una letturatura "più alta", per variare ed esplorare e per non fossilizzarsi. Così da apprezzare meglio i contrasti e le differenze. L'arte in fondo si basa anche sulle differenze. Non è vero?

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