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La risposta
“Gli uomini primitivi hanno impiegato milioni di anni per passare dalla scoperta del fuoco all’invenzione della ruota. Poi è bastato qualche migliaio d’anni per inventare la stampa. E poi duecento anni per costruire un telescopio. Nei secoli seguenti, a intervalli temporali sempre più brevi, siamo passati dalla macchina a vapore alle macchine a benzina, allo space shuttle! E poi, in soli due decenni abbiamo iniziato a modificare il nostro DNA!”
Nel corso di una serata che avrebbe dovuto cambiare la storia dell’umanità, Edmond Kirsch crolla a terra in mondovisione da Bilbao, colpito in piena fronte: qualunque fosse la sua soluzione a due delle domande ataviche che il genere umano si pone – da dove veniamo? Dove andiamo? –, qualcuno ha ritenuto che sia troppo destabilizzante per essere rivelata al mondo.
Mentre il corpo di Kirsch giace a terra tra le urla di sgomento del pubblico, e gli uomini della sicurezza tentano di mettere le mani sull’esecutore materiale di quello spericolato omicidio, due persone si rendono conto che la loro sorte è in pericolo: la bellissima Ambra Vidal, direttrice del museo Guggenheim di Bilbao dove Kirsch ha organizzato lo straordinario evento, oltre che – particolare non trascurabile – sposa designata del futuro re di Spagna; e Robert Langdon, professore di simbologia e iconografia religiosa all’università di Harvard, presente alla serata su diretto invito di Kirsch, suo amico personale.
Langdon e Vidal capiscono che devono scappare da lì al più presto, e che, per farlo, devono unire le forze nella corsa contro il tempo verso un’unica possibilità di salvezza: fare in modo che le risposte di Kirsch siano comunque rivelate al mondo, prima che (per loro) sia tardi.
Edmond Kirsch – il personaggio posto da Dan Brown al centro del suo ultimo bestseller – è una versione temeraria ed esasperatamente “tecno-atea” di Steve Jobs o Bill Gates: un geniale futurologo che, pur costruendo un impero economico con la sua sola visionarietà, non ha mai abbandonato l’obiettivo di dimostrare la supremazia della razionalità scientifica sulla fede religiosa.
Squadra che vince non si cambia, però. Così, quando Kirsch esce drammaticamente di scena, a conquistarne il centro è il personaggio più famoso di Brown: quel Robert Langdon già protagonista dei suoi precedenti successi letterari.
Dan Brown non perde il suo “marchio di fabbrica”: i suoi libri sono fatti per nove decimi di azione, mescolata a tutta una serie di richiami e riferimenti alle cose del mondo (qui si va dalla visione architettonica, e futuristica, di Gaudì a quella delle maggiori confessioni religiose, dalle vicende della monarchia spagnola alle ultime creazioni dell’intelligenza artificiale, e via dicendo). Per alcuni, questo potrebbe bastare. Per altri è il “copia e incolla” di quanto già visto nei libri precedenti, con poche varianti.
Ma in “Origin” ciò che tiene realmente inchiodati è proprio il tema centrale: quale è la scoperta di Edmond Kirsch che – dopo i vani tentativi di filosofi, uomini di religione, scienziati, studiosi vari – può indicare la via all’umanità? Doppia scoperta, anzi: da pag.462 a 502 (sicuramente le migliori del libro), il futurologo dà la sua risposta ad entrambe le domande sull’origine e il destino dell’uomo. E sono risposte che, per quanto teoriche, affascinano, precedute da un percorso esplicativo anche più affascinante (per la verità, è la risposta alla domanda “da dove veniamo?” ad apparire come la più dirompente, sebbene il libro tenti di sostenere il contrario).
Dan Brown non può essere annoverato tra i massimi scrittori; l’azione presente nei suoi libri è spesso ridondante (sia perché infarcita di piste secondarie che potrebbero anche essere eliminate senza sottrarre alla storia, sia perché spettacolarizzata all’inverosimile). Ma ha una innegabile abilità: sa pescare in tematiche interessantissime, componendole e scomponendole a suo modo. In questo solco, “Origin” possiede un nucleo potenzialmente infinito in termini di riflessioni sulla condizione culturale ed organica dell’umanità: a chi è interessato a questi temi, letto “Origin”, verrà da pensare e ripensare...
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Detto questo, Marianna ed Emilio, l'autore non mi entusiasma particolarmente, ma le pagine che ho indicato nella recensione sono molto interessanti, a mio parere, e hanno il pregio che possono leggersi anche a prescindere dall'intera trama. Di recente ho letto un libro su "dove stiamo andando" con le applicazioni sull'intelligenza artificiale,e devo dire che Brown si è certamente documentato, riuscendo poi a trasporre il tutto in romanzo.
Non so se rileggerò altri suoi libri ... non nell'immediato comunque.
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Forse devo cominciare a sciogliere certi indugi dettati dal pregiudizio....