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Carrie
 
Carrie 2020-04-03 13:33:05 Valerio91
Voto medio 
 
4.0
Stile 
 
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Contenuto 
 
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Piacevolezza 
 
4.0
Valerio91 Opinione inserita da Valerio91    03 Aprile, 2020
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Origini

In questo romanzo, che è la prima opera di Stephen King, c'è il germe di diverse tra le sue storie future, soprattutto per quanto riguarda la telecinesi (TK). Questa sua idea è rimasta viva e coerente nelle opere del “filone” anche delle sue pubblicazioni più recenti: penso a “L’istituto", che pare quasi ambientato nella stessa realtà, a un tempo in cui le vicende di Carrie White sono Storia; l'origine di un qualcosa che ha scatenato altri eventi di quel mondo creato da King.
Seppur slegato dal valore dell'opera in sé (non è infatti dimostrabile che l'autore avessi quest'idea, ai tempi del suo romanzo d'esordio), mi è sembrato un aspetto interessante.
Ma passiamo a “Carrie”: l’opera appartiene decisamente al "vecchio" King, è palese infatti l'impronta meno mainstream che gli permetteva di essere più fedele a sé stesso, senza i compromessi richiesti da un pubblico così ampio che può includere anche elementi impressionabili, a cui bisogna andare in contro. La tragedia di Carrie White ci è presentata senza alcun tipo di filtro, come è giusto che sia; la vita della ragazzina non lascia infatti spazio a spiragli di luce e "indorare la pillola" sarebbe risultato artificioso. Carrie è, infatti, una ragazzina influenzata da una crescita problematica, causata dal fondamentalismo religioso (che purtroppo è un'influenza a volte importante nella crescita dei bambini, anche se voglio sperare non arrivi ai livelli descritti da King) della madre, e del conseguente problema sociale che si porterà dietro a scuola, dove diventa costante bersaglio di ingiurie e scherzi crudeli. Il libro, che ha una narrazione che si divide tra il puro racconto in terza persona e le citazioni giornalistiche e letterarie fornite dai personaggi, comincia proprio quando questa situazione raggiunge il punto critico, alle porte della tragedia che ne sarà conseguenza.
Pur non essendo, secondo me, il miglior libro del Re, è una valida lettura (e forse un must) per chi lo apprezza. Per quanto negli ultimi anni si notino dei timidi segnali di ripresa, il primo King è certo quello che preferiamo.

“Le conseguenze del caso White fanno sorgere gravi e difficili problemi. Le nostre precedenti nozioni su come agiscano e reagiscano le leggi naturali sono state scosse da un terremoto. Si può rimproverare un fisico pur famoso come Gerald Luponet per avere asserito che tutta la faccenda non è che un trucco è una frode, anche di fronte a prove così schiaccianti come quelle presentate dalla commissione White? Perché, se Carrie White è una verità, allora dove va a finire Newton?”

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