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L'uomo in fuga
 
L'uomo in fuga 2022-06-13 20:02:50 alessio
Voto medio 
 
4.3
Stile 
 
5.0
Contenuto 
 
4.0
Piacevolezza 
 
4.0
alessio Opinione inserita da alessio    13 Giugno, 2022
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Ben Richards

L’uomo in fuga è un romanzo di fantascienza scritto da Stephen King nel 1982 con lo pseudonimo di Richard Bachman.
La storia è ambientata in un’America futuristica, violenta e impassibile del 2025, le classi sociali sono prettamente due, ricco o povero non c’è via di mezzo, i livelli di inquinamento sono talmente alti che per respirare è necessario indossare dei filtri nasali, in modo tale da non incorrere a malattie mortali.
Per le persone povere trovare un lavoro stabile per avere un futuro dignitoso è un sogno praticamente irrealizzabile. Ma, nonostante le molteplici difficoltà, quello che non manca in ogni casa e la tv o meglio la tri-vu, un dispositivo simile ad un televisore in grado di proiettare immagini tridimensionali, dove vengono trasmessi ad ogni ora della giornata una serie di show d’intrattenimento e giochi in cui si vincono premi in denaro.
Fin qui si potrebbe pensare che non c’è a nulla di strano, anzi, sembra una realtà piuttosto attuale, quasi “innocente”, ma in verità in questi programmi, i giochi non sono poi così allegri, infatti i concorrenti sono proprio le persone povere, spesso malate che sono disposte a tutto, anche a mettere in pericolo la propria vita, pur di riuscire a guadagnare qualche soldo.
Tra milioni di poveri la storia si concentra su uno in particolare, Ben Richards.
Il nostro protagonista è un uomo di ventotto anni che vive nel quartiere popolare di Co-Op City insieme a sua moglie Sheila e la loro bambina di 18 mesi Cathy, che sfortunatamente è molto malata.

Dopo aver svolto differenti lavori, vive ormai in uno stato di disperata disoccupazione che non gli permette di garantire le cure adeguate a sua figlia tant’è che la moglie è costretta a prostituirsi per portare a casa qualche soldo.
Stanco e stufo di questa situazione, una mattina si dirige verso il grattacielo del Network Games Building dove decide di sottoporsi alla prova per poter partecipare a uno dei giochi proposti dalla Tri-vu.
Dopo ad una lunga serie di test, visite psicologiche e fisiche, viene selezionato per partecipare al gioco più famoso e remunerativo ma alquanto pericoloso:
Uomo in Fuga.
Lo scopo del gioco è molto semplice, deve fuggire e rimanere in vita per trenta giorni per vincere il Primo Premio: un miliardo di dollari.
Ma non è finita, il concorrente o la sua famiglia riceve 100 dollari per ogni ora che resta vivo, ha dodici ore di vantaggio, per organizzare al meglio la sua fuga, può procurarsi tutte le armi che vuole, può usare qualsiasi travestimento e spostarsi in qualunque stato, inoltre guadagna ulteriori 100 dollari per ogni Cacciatore ucciso, (spietati mercenari pronti a inseguirlo e ammazzarlo).
Come unica regola gli viene consegnata una telecamera, in modo tale da spedire alla trasmissione televisiva due cassette contenenti due brevi video, utili per lo show.

Richards non può far altro che accettare, per il bene di Cathy, per curarla, e non permettere più a sua moglie di vendere il suo corpo sulla strada.

Riuscirà Richards a vincere il Primo Premio?

Inseguiamo il protagonista nei suoi vari spostamenti, si percepisce molto l’ansia che prova, e tutti gli stati d’animo, ben descritti i luoghi e le scene, scopriamo pian piano tutto il marcio che logora l’America, le bugie, le manipolazioni mediatiche e la miseria.


E sono proprio le manipolazioni mediatiche a plagiare le menti dei ricchi, modificando le fotografie dei soggetti facendoli apparire come individui spietati, malvagi e disumani, in modo tale da portare ancora più odio verso i concorrenti.
Ben appare come un angelo della morte pronto a mietere le sue vittime e con una moglie che appare come un’insulsa sciattona.
Come per le immagini anche i video che Richards invia vengono modificati per dare un messaggio differente, tutto per nascondere la verità che Ben Richards cerca ogni volta di rivelare.

Nonostante la trama avvincente e l’idea originale questa storia non mi ha colpito ed entusiasmato secondo le mie aspettative, non ho trovato quei colpi di scena che avrei voluto o immaginato di trovare, ho riscontrato che alcune scene siano un po’ surreali e la prima parte del libro l’ho trovata un po’ lenta e a tratti noiosa.
Sulla parte finale del libro le aspettative sono state in parte riscattate, interessante il finale poco adatto ai deboli di stomaco, dove personalmente lo avevo immaginato diversamente.
Bella l’idea di strutturare il romanzo di 101 capitoli intitolati come un conto alla rovescia, da “meno 100…” a “…000”.
Da questo libro è stato tratto un film, L'implacabile, con protagonista Arnold Schwarzenegger, di cui ne suggerisco la visione.

Buona lettura.

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