Dettagli Recensione

 
L'arte di amare
 
L'arte di amare 2015-12-23 15:55:08 FrankMoles
Voto medio 
 
4.3
Stile 
 
5.0
Contenuto 
 
4.0
Piacevolezza 
 
4.0
FrankMoles Opinione inserita da FrankMoles    23 Dicembre, 2015
Top 500 Opinionisti  -   Guarda tutte le mie opinioni

Insegnare l'amore

L’Ars Amatoria è generalmente considerata uno dei vertici della produzione di Ovidio, come dimostrato dall’ingente fortuna successiva del testo. Si tratta di un poemetto didascalico sui generis articolato in 3 libri.
La caratteristica principale dell’opera è la distorsione del genere che l’autore attua. Pur inserendosi nella tradizione della poesia didascalica, infatti, Ovidio marca la sua originalità nel rapporto che instaura col genere letterario. Già il titolo è indicativo: Ars Amatoria è infatti un’espressione concettualmente ossimorica, dal momento che si vuole insegnare una doctrina per un sentimento, quale la passione amorosa, che di per sé sfugge ad ogni controllo e ad ogni regola. La materia di questo pseudo-poema didascalico induce poi Ovidio ad utilizzare non l’esametro epico, ma il distico elegiaco tipico della poesia d’amore. Questi elementi, unitamente al linguaggio tipico del trattato scientifico, contribuiscono a generare l’ironia ovidiana, che mette in diretta comunicazione l’autore coi suoi lettori.

I primi due libri sono dedicati ai ragazzi, che il poeta istruisce su dove trovare le donne, come approcciarsi a loro per sedurle, come conquistarle e come tenerle poi saldamente legate a sé. Il terzo libro è invece dedicato alle donne, cui si forniscono consigli di seduzione, di bellezza, di conquista e asservimento degli uomini. Al termine del secondo e del terzo libro l’autore pone un suo sigillo autoriale.
Ovidio si pone dunque come praeceptor amoris, proponendosi di insegnare l’amore ai suoi lettori e non mancando comunque di sottolineare la difficoltà della sua missione, dal momento che le tecniche di corteggiamento variano da persona a eprsona. Tuttavia, a differenza dei poeti elegiaci che lo avevano preceduto in questo ruolo (Tibullo, Properzio), egli scinde la sua esperienza d’amante da quella di insegnante, cosicché il patrimonio elegiaco viene dal poeta ereditato e rielaborato nell’ambito delle strategie seduttive. I principali metodi di seduzione e conquista proposti sono l’inganno e la simulazione/dissimulazione. Essi sono infatti le armi più efficaci che gli amanti hanno a disposizione e che si concretizzano in doni e trucchi, finte blandizie e lacrime, false scenate di gelosia e tradimenti accettati, da una parte e dall’altra. In questo modo, quasi in una parodia dei topoi elegiaci, ha luogo l’amore, in cui ogni aspetto prettamente sentimentale è assente a favore della ricerca del piacere sessuale. L’amore è presentato quindi come un "lusus", un gioco piacevole e gradito ed è descritto in una dimensione mondana e pubblica; ciò rende l’opera una splendida testimonianza della vita degli ambienti galanti della Roma augustea, rappresentata in uno stile di grande eleganza e, peraltro, arricchito dall’ingente patrimonio mitico, che interviene di frequente a esemplificare gli insegnamenti e a spezzare la monotonia di un’enumerazione di precetti.

L’opera è dunque con tutta evidenza una delle migliori testimonianze dell’abilità e della consapevolezza artistica di Ovidio, che tuttavia non fece adeguatamente i conti con i rischi socio-culturali che essa comportava. L’Ars amatoria, infatti, contrastava ampiamente con il programma di restaurazione morale all’insegna dei prisci mores proposto da Augusto, in particolare nella sezione riguardante le donne. Di questo il poeta doveva con tutta probabilità esser consapevole, come dimostra il fatto che più volte nell’opera egli dichiari apertamente di rivolgersi alle donne libere, dunque le schiave e le liberte, e non alle matrone romane, madri di famiglia e maritate a uomini insigni. Tuttavia ciò non bastò e fu questo il "carmen" che, unitamente all’"error" (probabilmente il coinvolgimento di Ovidio in uno scandalo erotico di corte con al centro Giulia, figlia di Augusto), procurò al poeta l’ingiunzione di esilio nella barbara Tomi, dove egli concluse la sua vita nel rimpianto della mondanità romana da lui tanto amata.

Trovi utile questa opinione? 
130
Segnala questa recensione ad un moderatore

Commenti

4 risultati - visualizzati 1 - 4
Ordina 
Per inserire la tua opinione devi essere registrato.

Ciao Frank.
Recensione colta e ben contestualizzata. Solo così ci si può approcciare a questo libro.
Grazie Frank per questa bellissima recensione!
amo la letteratura latina anche se mi rendo conto che ai tempi del liceo non l'ho approfondita a sufficienza
In risposta ad un precedente commento
FrankMoles
23 Dicembre, 2015
Segnala questo commento ad un moderatore
Grazie Silvia! Non è mai troppo tardi per approfondire, anzi magari da soli si riesce a farlo anche in maniera più personale!
In risposta ad un precedente commento
FrankMoles
23 Dicembre, 2015
Segnala questo commento ad un moderatore
Grazie mille Emilio!
4 risultati - visualizzati 1 - 4

Le recensioni delle più recenti novità editoriali

Un animale selvaggio
Valutazione Utenti
 
4.0 (1)
Ci vediamo in agosto
Valutazione Utenti
 
4.3 (1)
L'orizzonte della notte
Valutazione Utenti
 
4.3 (3)
Sepolcro in agguato
Valutazione Utenti
 
4.9 (2)
Five survive
Valutazione Utenti
 
4.0 (1)
Lucy davanti al mare
Valutazione Utenti
 
4.0 (1)
Compleanno di sangue
Valutazione Utenti
 
3.3 (1)
La prigione
Valutazione Utenti
 
4.0 (1)
Day
Day
Valutazione Utenti
 
3.3 (1)
Morte nel chiostro
Valutazione Utenti
 
4.0 (1)
Pesci piccoli
Valutazione Utenti
 
4.1 (4)
Cause innaturali
Valutazione Utenti
 
3.5 (1)

Altri contenuti interessanti su QLibri

Il porto sepolto
Vita d'un uomo
Adelchi
L'ultimo turno di guardia
Uno più uno fa uno
Aforismi e magie
Poesie dell'indaco
Diavolo di sabbia
L'ennesimo angolo
Haikugrafia
La strada dei colori
Se non mi confonde il vento
Forza e libertà attraverso Alda Merini
I passeri di fango
Cento poesie d'amore a Ladyhawke
Haiku della buona terra