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I 57 giorni che hanno sconvolto l'Italia
 
I 57 giorni che hanno sconvolto l'Italia 2015-11-04 16:42:54 cuspide84
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cuspide84 Opinione inserita da cuspide84    04 Novembre, 2015
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ANCORA UNA VOLTA PER NON DIMENTICARE

Alla fine del libro l'autore accomuna gli attentati a Falcone e Borsellino all' 11 settembre americano, dice con molta semplicità che ogni italiano si ricorda esattamente dove fosse e cosa stesse facendo in quel preciso istante. Ed è vero.

Il 23 maggio 1992 avevo 7 anni, stavo facendo i compiti in cucina e avevamo la tv accesa proprio su rai 1, ricordo che si interruppero le trasmissioni e che iniziò la sigla dell'edizione straordinaria del TG, poi vidi le immagini, macchine stravolte, distrutte, parlavano di autostrada, ma quale strada? Vedevo solo un ammasso di macerie, gente, casino, sirene e la giornalista che parlava di attentato... i miei occhi di bambina restarono colpiti da tutto ciò e quando meno di due mesi dopo si ripetè la stessa scena ormai avevo associato edizione straordinaria=tragedia, ma non ero più a tavola, bensì sotto di essa, a guardare, ad ascoltare... da allora mi porto dietro quella curiosità di capire perchè, cosa spinge a uccidere, in quel modo poi, come se non ci fosse un domani, non ci fossero conseguenze per nessuno... come se l'unica legge fosse quella della mafia e basta.

Questo libro è l'ennesimo che leggo su questa bruttissima pagina di storia italiana, è scritto molto bene e nonostate l'argomento sia più che noto, non annoia mai e ciò è un grande pregio per una lettura di questo tipo.

Dopo l'ultima pagina arriva la riflessione, arriva ancora una volta la voglia di giustizia, di capire i giochi sottili tra stato e mafia, giochi che forse non verranno mai allo scoperto del tutto, ci si chiede come sia stato possibile tutto ciò, tante domande ... un'unica certezza: le vittime di queste stragi non sono e non verranno mai dimenticate.

"Credo che ognuno di noi debba essere giudicato per ciò che ha fatto. Contano le azioni, non le parole"
Giovanni Falcone

"E' bello morire per ciò in cui si crede"
Paolo Borsellino

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