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The Game
 
The Game 2019-03-26 21:45:34 Vincenzo1972
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Vincenzo1972 Opinione inserita da Vincenzo1972    26 Marzo, 2019
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Dio creò l'uomo, Berners-Lee l'iperuomo

Cosa sta succedendo al mondo oggi? Credo che molti si siano posti questa domanda, pochi - molto pochi - forse si sono fermati più di dieci minuti per rifletterci cercando di formulare una risposta: ma la risposta non è immediata, non è così evidente e sempre meno gente al giorno d'oggi ha tempo da dedicare a riflessioni di questo tipo. Ecco il tempo: forse il tempo è uno degli effetti collaterali più palesi della mutazione in atto, il tempo scarseggia, non è più sufficiente, perchè il mondo ora gira con una marcia più alta, va più veloce e 24 ore non bastano per scandire il ritmo frenetico a cui viaggia l'umanità. Ma non è l'unico effetto: che ci sia una mutazione in atto, anzi meglio, che si sia già compiuta una mutazione nel corso dell'ultimo decennio è ormai innegabile, cieco è chi non lo nota: basta osservare i giovani, la nuova generazione, 'umanità aumentata' come la definisce brillantemente l'autore, perchè hanno una percezione del mondo potenziata, il loro sguardo supera l'orizzonte del mondo reale sfociando verso "l'oltremondo", che sarebbe riduttivo definire virtuale, perchè in effetti non lo è più, ormai, solo 'virtuale': è un mondo parallelo a quello reale, interscambiabile, una realtà a due cuori, è una sua estensione raggiungibile con un click.. pardon, non più con un click, i topolini sono estinti quasi.. raggiungibile con un velocissimo touch, una fuggevole carezza. Quindi, se ci prendiamo il tempo necessario per riflettere, non è complicato rendersi conto che siamo proprio nel bel mezzo di una rivoluzione, di un cambiamento epocale, tra qualche anno, o secolo, saremo citati sui libri di storia (pardon.. sugli e-book di storia) alla stessa stregua di chi ha vissuto in prima persona le altre grandi rivoluzioni dell'umanità, il Rinascimento o l'Illuminismo, per esempio: e definirle rivoluzioni non rende pienamente l'idea della loro portata, sono vere e proprie mutazioni genetiche che non hanno solo modificato la vita degli uomini ma hanno trasformato l'uomo stesso cambiando il suo modo di pensare, la sua mente. Non so voi, ma io lo trovo .. elettrizzante! Quando ci capiterà più di far parte della storia! E onore al merito a Baricco che con questo suo saggio ci aiuta a capire: con grande dedizione ed ostinazione Baricco ha raccolto le tracce di tale mutazione sparse nel tempo e nello spazio (sebbene fortemente concentrate nel continente americano durante l'ultimo ventennio del XX secolo), le ha catalogate, analizzate con perizia quasi chirurgica, eliminando i falsi indizi e disegnando così una vera e propria mappa del nuovo mondo emerso dalle rovine della cultura novecentesca, ossessionata dal confine, dalle linee di demarcazione: 'che fosse il confine tra diversi Stati-nazione, o quello tra un'ideologia e un'altra, o quello tra una cultura alta e bassa, se non addirittura quello tra una razza umana superiore ed un'altra inferiore, tracciare una linea e renderla invalicabile rappresentò per almeno quattro generazioni un'ossessione per la quale era sensato morire e uccidere.'
Ecco da dove è nato il nuovo mondo, da gente in fuga, 'stavano evadendo da un secolo che era stato tra i più orribili della storia degli umani e che non aveva risparmiato nessuno', era gente che demonizzava l'immobilismo culturale, 'il ristagno piombato delle informazioni aveva portato i loro padri a vivere in un mondo in cui si poteva fare Auschwitz senza che nessuno lo sapesse, e sganciare una bomba atomica senza che la riflessione sull'opportunità di farlo riguardasse più di una manciata di persone'. Era gente che assumeva il movimento, come valore primo, indiscutibile, voleva 'boicottare i confini, tirare giù tutti i muri, allestire un unico spazio aperto in cui ogni cosa era chiamata a circolare'. Così è nato il nuovo mondo, così è nato The Game.
Già, se proprio si volesse dare un nome al nuovo mondo sarebbe proprio il nome di un gioco, di un video-gioco, Space Invaders per esempio, che i miei coetanei sicuramente ricorderanno, essendo forse il progenitore degli attuali video-games. Non riuscite a vedere il nesso?
Eppure c'è, ve lo assicuro, ma Baricco fa di più, ve lo dimostra e lo spiega in modo impeccabile. A prova di stupidi. Potrei quasi definire il suo libro "L'era digitale for Dummies". In quell'orribile mobiletto dotato di schermo e tasti non c'erano solo invasori alieni simili a ragnetti che scendevano dall'alto verso il basso, c'era un nuovo mondo lì dentro, infiniti mondi tanti quanti sono i giochi che poteva contenere: quel gioco nasce da un desiderio di evasione, di movimento, di libertà, di velocità, di fluidità e di.. leggerezza, di gioco.
E se pensate ora alla presentazione del primo Iphone lo vedete il nesso? Cosa c'è sul volto del suo creatore Jobs e su quello dei presenti: c'è il sorriso e lo stupore di un bambino di fronte ad un nuovo gioco, l'Iphone era divertente con quelle icone colorate sulla schermata principale ed ancor più divertente era usarle. 'Era come un gioco. Era disegnato per degli adulti bambini, sembrava disegnato da bambini adulti.'
Generare cambiamento sfornando strumenti che se non sono giochi almeno gli assomigliano. 'Siamo divinità festive, che creano nel settimo giorno, quello in cui il dio vero riposa'.
E il Web cos'è se non movimento allo stato puro, all'ennesima potenza, infinite direzioni percorribili in pochi istanti e senza schemi predefiniti se non quelli dettati dal flusso dei propri pensieri, senza catene: il Web 'non si limitava a smaterializzare le cose, smaterializzava gli umani! Di ipertesto in ipertesto, l'uomo che viaggiava là dentro finiva per avere una percezione di sé stesso come di un IPERUOMO. Non è che ti sentivi un dio in terra, o un supereroe con super poteri. E' che ti sentivi un iperuomo: un uomo che non era costretto ad essere lineare. Ad essere inchiodato in un luogo mentale. A farsi dettare dal mondo la struttura dei suoi pensieri e i movimenti della sua mente. Un uomo nuovo verrebbe da dire'. Una rivoluzione mentale.

Allora la mia ammirazione verso Baricco diventa duplice, sia come scrittore di grande pregio sia come insegnante: è facile, infatti, spiegare l'Illuminismo a due secoli di distanza, a giochi ormai fatti, col senno del poi è facile analizzare cause ed effetti di quella rivoluzione. Ma Baricco va oltre, Baricco studia e ci spiega una rivoluzione mentale che è ancora in atto ed i cui effetti sono ancora incerti perchè chi l'ha iniziata voleva solo liberà di movimento, voleva portare in superficie l'anima del mondo rendendola disponibile a tutti piuttosto che lasciarla sepolta in un baratro accessibile solo a pochi eletti, un'elite di sacerdoti: 'Il modo migliore per disfarsi di un sacerdote è mettere tutti in grado di compiere miracoli'.
Ed il risultato è stato raggiunto, come evidente agli occhi di tutti: il Web, i social, Obama, il Movimento 5 Stelle ne sono testimonianza.
Ma la direzione che sta prendendo questa rivoluzione non era prevedibile neanche dai suoi padri, il nuovo mondo non è più un gioco per tutti, può diventare anche un habitat ostile per chi usa gli strumenti offerti dalle nuove tecnologie senza la giusta consapevolezza delle loro potenzialità; tanto più che istituzioni come la scuola, deputate all'educazione delle nuove generazioni, sono rimaste fossilizzate su programmi, insegnamenti, metodi rigidi e monolitici che vanno contro il desiderio di movimento e libertà su cui si fonda il nuovo mondo. E poi ci meravigliamo di quei bambini, e li condanniamo quasi come fossero indemoniati, quando invece sono solo iper-attivi, perchè sono figli del Web, perchè sin da piccoli sono abituati a spaziare da un contenuto all'altro seguendo link di ogni genere, e pretendiamo che si rassegnino a passare un dito sulla foto di un libro di scuola senza vederla scorrere, ci illudiamo che possano trovare interesse da una paginetta di storia quando in pochi minuti potrebbero spostarsi ovunque nel tempo e nello spazio.
Baricco, pertanto, elabora una teoria, sulla rivoluzione digitale, sui fattori che l'hanno alimentata e sulle conseguenze che determinerà nei prossimi anni; giusta? sbagliata? Impossibile esprimersi ora, siamo ancora troppo coinvolti, la stiamo ancora vivendo. Ma è una teoria che mi ha convinto e che mi ha offerto innumerevoli spunti di riflessione ed una più ampia prospettiva critica verso il mondo che sta cambiando. Un saggio divulgativo sull'evoluzione dell'umanità negli ultimi decenni esposto in modo brillante, a tratti rigoroso a tratti piacevolmente informale, con una scrittura fluida nella frase ma ricca nel linguaggio e nei contenuti, da un autore che si conferma ancora una volta un grande scrittore.
Baricco ci presenta il suo 'game' come Steve Jobs ci aveva presentato il suo. Consigliatissimo.

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Complimenti Vincenzo. La tua recensione è a dir poco perfetta. Mi hai fatto venir voglia di riprendere in mano Baricco, che come divulgatore è probabilmente superiore al Baricco romanziere.
Grazie Giulio. Non te ne pentirai.
Chapeau, una recensione monumentale!!!
Riflessioni infinite... :)
Grazie Laura, questo libro mi è veramente piaciuto, l'ho letteralmente studiato quasi fosse un libro di ..storia.
E ti posso garantire che offre infiniti spunti di riflessione... infatti quando ho scritto la recensione ho dovuto tagliare diverse parti perchè il testo sforava il limite consentito... ;-)
tra l'altro, Laura, quello che scrive Baricco l'ho constatato sulla mia pelle.. quel movimento 'mentale' iniziato dai videogiochi ha colpito anche me ed è stato il seme su cui sono .. germogliato.. :-)
Ciao Vincenzo, bella recensione , mi invoglia a leggere Baricco che non amo come romanziere (più volte mollato!). Un unico appunto alle tue affermazioni, quelle sulla scuola: certi saperi hanno necessità, secondo me,di strumenti tradizionali ( prima elementare: corpo, gioco, mano, occhio, coordinazione no- touch, matita, carta, sudore e fatica, capacità fonatorie adeguate a riprodurre i suoni: vedi aumento disturbi del linguaggio), l'esposizione ai video è pregnante e sta modificando , non so dirti in quale misura, i processi alla base dell'apprendimento, i nativi digitali hanno solo l'approccio fluido alla conoscenza e non conoscono gli strumenti per essere a loro volta produttori di contenuti digitali. La scuola li sta educando all'approccio graduale, consapevole e mirato alla fruizione attiva e alla produzione di contenuti, inconsapevole di come le strutture psichiche stiano adattandosi a tali cambiamenti. La letteratura delle neuroscienze presto dirà la sua...
In risposta ad un precedente commento
Vincenzo1972
01 Aprile, 2019
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Ciao Laura non sono certo un esperto in materia ma mi sembra evidente che l'istituzione scolastica sia assolutamente impreparata a tale.. cambiamento. Non ho detto che sia necessario bandire del tutto gli strumenti tradizionali ma che sia necessario adeguare programmi e metodi non solo alle nuove tecnologie ma soprattutto alla nuova forma mentis. Né tantomeno mi sembra che qualcuno a livello ministeriale si sia posto questo problema.. Anche perché di fronte a strutture fatiscenti e personale docente carente dubito ci sia qualcuno che abbia tempo e volontà per affrontare queste tematiche....
In risposta ad un precedente commento
siti
02 Aprile, 2019
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Anche se a denti stretti spezzo una lancia a favore del MIUR: sta formando gli insegnanti in questo senso ( vedi PNSD), per il resto sono le classiche nozze con i fichi secchi!
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