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The Game
 
The Game 2019-06-20 20:15:58 AndCor
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AndCor Opinione inserita da AndCor    20 Giugno, 2019
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Anno 1978: ieri è nata la civiltà di domani

Benvenuti nel viaggio in cui Baricco racconta, 'da questa prospettiva strana di cartografo ritardatario e sapiente disinformato', la crisi culturale della generazione attuale: una vera e propria stasi cognitiva che si manifesta attraverso l'aumento dell'artificialità nel nostro quotidiano, la dipendenza dallo schermo di uno smartphone o di un Pc e la distruzione di Umanesimo, Illuminismo e Progresso.

Alla base di tutto, una "rivoluzione-terremoto" causata dall'avvento del digitale, che ha tradotto colori, suoni e lettere in numeri archiviabili nelle macchine: si è determinata così la dicotomia fra l'analogico, più poetico e più datato, e il digitale, meno suscettibile alle sfumature in continuo divenire della realtà. L'anno d'innesco di questa "tettonica delle placche" è il 2002, tuttavia per comprendere l'intero processo tecnologico-mental-(evolutivo?) è necessario tornare indietro di oltre due decenni e suddividerlo in tre macrofasi:
- la 'vertebra zero' ci riporta al 1978 con il videogame dalla grafica arcade 'Space Invaders' e con il concetto di 'consistenza dell'esperienza'. Il salto temporale che arriva fino al 1998 sdogana la postura 'uomo-tastiera-schermo' e sedimenta la neonata civiltà liquida;
- fra il 1999 e il 2007, vari rigurgiti dell'epoca pre-digitale vengono messi a tacere dallo sbarco definitivo dell'uomo nell'oltremondo. Una menzione a parte la merita l'iPhone, risalente al 2007 e potenziale contenitore dell'infinito come il capostipite Space Invaders, ma molto più bello a livello puramente estetico: nasce così il concetto di esperienza come 'conseguenza divertente di gioco'. Il Game ha gettato così le sue basi fondative, e i device sono ormai assimilati come prolungamenti organici del corpo;
- fra il 2008-2016, la seconda guerra di resistenza novecentesca tenta invano di fermare i colossi del Game, mentre questi ultimi sfruttano la disillusione verso la vecchia politica affermando la 'democrazia digitale' prima con la vittoria di Obama alle presidenziali USA e poi con la nascita del Movimento 5 Stelle in Italia. Last, but not least, il 4-1 a Go che un software di Google rifila al numero uno mondiale di categoria certifica definitivamente il trionfo dell'intelligenza artificiale.

Al grido di 'stay hungry, stay foolish', caposaldo incrollabile della controcultura californiana, Baricco ci regala questo meraviglioso spaccato di modernità senza mai dimenticare l'obiettivo dichiarato di fare luce sugli interrogativi e sui punti oscuri dell'intero movimento.
Si parte da un mondo razionale a trazione diretta per allontanarsi progressivamente dall'empirismo, mentre si sgretolano le mediazioni a vantaggio di un unico algoritmo oggettivo e immateriale: l'esempio lampante è l'anno 1989, nel quale, oltre al Muro di Berlino, crolla anche il muro mentale occidentale con la combinazione fra la globalizzazione e la neonata UE.
Le basi del galateo digitale implicano conseguenti riflessioni riguardo i tool, la frammentazione dell'esperienza, la struttura breve di problema/soluzione a difficoltà crescente e la post-esperienza, anche se il Game non è esente da un intrinseco darwinismo sociale che sfocia nell'oligarchico individualismo di massa e nella denuncia di un suo sviluppo non preventivato.
Coloro che rimangono esclusi vengono, dunque, archiviati in un anonimo 'dimenticatoio crepuscolare' a discrezione del player potente di turno, anche se l'autore ha già pronte tre possibili vie di fuga: le scoprirete solo nell'ultimo capitolo, non prima di aver riflettuto su ogni singolo particolare dell'insurrezione un po' umanista un po' smart che era nata per liberare il mondo e che è diventata prigioniera delle proprie catene.

'Non puoi cambiare la natura degli umani; quello che puoi fare è cambiare gli strumenti che usano, cambiare le tecniche. Allora, cambierai la civiltà.'

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