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Diritti per forza

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La domanda alla quale queste pagine abbozzano una risposta è nella alternativa seguente. La causa di questo mondo detestabile è da cercare presso presunti nemici dichiarati dei diritti, che del resto sarebbero difficili da individuare, e quindi in un dato esteriore ai diritti, cioè nella loro attuazione difettosa, onde il rimedio debba cercarsi nel loro potenziamento? Oppure, la causa è diversa ed è intrinseca alla concezione stessa dei diritti, in un mondo come l'attuale, che si rivela sempre piú ingiusto e violento e sempre piú piccolo, non nel senso di complicato ma nel senso etimologico di totalità dove ogni parte sta in rapporto di interdipendenza con ogni altra parte? Questo nostro mondo è tenuto insieme da forze attrattive centripete potenti. Paradossalmente, la rivendicazione di diritti, invece che promuovere diversità e diversificazione, rischia di spingere all'uniformità e all'omologazione



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Diritti per forza 2017-05-25 09:31:55 Mian88
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Mian88 Opinione inserita da Mian88    25 Mag, 2017
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I diritti oggi

Classe 1943, Gustavo Zagrebelsky, professore emerito nell’Università di Torino, è uno dei più illustri giuristi sul piano italiano. Giudice costituzionale (dal 1995 al 2004) , Presidente della Corte Costituzionale (2004), scrittore, docente, lo studioso si propone, con questo volumetto, di dare risoluzione ad una delle controversie più rinomate del momento, ovvero, si propone di trovare risposta al perché questo mondo è così destabilizzato, al perché esso si rivela sempre più ingiusto e violento, al perché quei diritti – a cui conseguono naturali doveri – faticano ad aprirsi uno spiraglio in quel sistema etimologico di totalità ove ogni parte è in rapporto di interdipendenza con ogni altra.
Ed è proprio partendo dalle analisi di Norberto Bobbio (autore de “L’età dei diritti”) che ha avvio la riflessione del costituzionalista. Una riflessione, questa, che abbraccia molteplici problematiche, che si interroga sulla fragilità di quel mondo che si sogna in teoria, che mette in evidenza la distanza tra il diritto e il fatto, tra potenti e deboli, che analizza la concezione – sin dalle origini – di doppia anima dei diritti, che mette in evidenza il legame indissolubile di parole quali libertà, soggezione, pretesa, garanzia, parole queste tra loro indivisibili nonché riconfluibili in quell’unico calderone a sua volta denominato “diritti”, al concetto di felicità quale sommo diritto, ai beni comuni, e molto molto altro ancora… E pur non riuscendo a dare alla fine una risposta decisiva, risolutiva alle argomentazioni oggetto d’esame, l’autore invoglia alla riflessione, invita alla ponderazione, all’interrogazione dell’avventuriero conoscitore.
Stilisticamente l’opera è intrisa del linguaggio giuridico proprio di ogni giurista, eppure, arriva prestandosi, di fatto, ad una lettura rapida ed esaustiva. Interessanti gli approfondimenti nonché le quaestio juris e la quaestio facti sottese.
Sono trascorsi molti anni dal giorno in cui, durante gli studi di scuola media superiore, mi sono ritrovata tra le mani, per la prima volta, quel manuale di diritto privato firmato Gustavo Zagrebelsky. Ha avuto inizio così la mia conoscenza con il costituzionalità, ha avuto inizio così la familiarità con quei tomi giuridici che mi hanno accompagnato – e che ancora oggi mi accompagnano – nello scorrere del tempo. Non solo. Con il sopraggiungere dell’età adulta, ho avuto anche modo di ascoltarne, in svariate occasioni, le parole dal vivo.
Ecco perché, mi sento sinceramente di consigliare la lettura di detto ricercatore a tutti coloro che, digiuni della materia, desiderano avvicinarvisi. Per avere un’infarinatura, per poter riverberare, ma anche semplicemente per potersi avvicinare ad un mondo che ama complicarsi la vita, per natura.

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