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La presentazione e le recensioni di Land grabbing, opera di Stefano Liberti edita da Minimum Fax. Stefano Liberti, giornalista vincitore nel 2010 del prestigioso Premio Indro Montanelli, torna in libreria dopo A sud di Lampedusa con il primo reportage al mondo sull’allarmante e dilagante fenomeno del land grabbing. A partire dalla crisi alimentare e finanzia ria del 2007, paesi come l’Arabia Saudita, gli Emirati Arabi, la Libia, la Corea del Sud, che dispongono di grandi risorse economiche ma non di spazi sufficienti per garantire la sicurezza alimentare ai propri abitanti, hanno cominciato a negoziare l’acquisto o l’affitto di enormi quantità di terra nelle nazioni africane o sudamericane; lo stesso stanno facendo le grandi multinazionali dell’agrobusiness — interessate a creare sterminate piantagioni per la produzione di biocarburanti — nonché una serie di società finanziarie, che hanno compreso che l’investimento in terra può garantire ricavi sempre più alti e sicuri. Questa corsa all’accaparramento delle ter re, detta land grabbing, nasconde però una forma insidiosa di sfruttamento e rischia di instaurare un nuovo colonialismo. Viaggiando fra le valli dell’Etiopia, le fo reste dell’Amazzonia, la Borsa di Chicago, le convention finanziarie a Ginevra, gli uffici della FAO, Liberti porta per la prima volta alla luce in ogni sua componente questo fenomeno complesso, e ci svela come i legami fra politica interna zionale e mercato globale stiano cambiando il volto del mondo in cui viviamo.



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Land grabbing 2012-01-13 20:02:20 Sancara
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Sancara Opinione inserita da Sancara    13 Gennaio, 2012
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Una strordinaria inchiesta

Il libro di Stefano Liberti, pubblicato nel giugno 2011 da Minimum Fax, casa editrice romana, Land Grabbing. Come il mercato delle terre crea il nuovo colonialismo è, come viene sottolineato in quarta di copertina "il primo reportage al mondo sull'allarmante e dilagante fenomeno del land grabbing". Il Land Grabbing, letteralmente "accaparramento di terra", è un fenomeno iniziato in modo massiccio dopo la crisi alimentare del 2007-2008, in cui paesi che dispongono di denaro (o multinazionali dell'agrobusines), affittano o comprano terre fertili in altri paesi (generalmente poveri) dove coltivano generali alimentari per i propri bisogni o prodotti per i biocarburanti.
Il lavoro di Liberti è quello della vera e propria inchiesta giornalistica, quella che non parte da un pensiero pre-costruito, ma raccoglie, attraverso l'indagine sul campo, le interviste con gli interessati e lo studio dei documenti, tutte le informazioni necessarie per permettere al lettore di comprendere i meccanismi che sottostanno al fenomeno e di conseguenza conoscerne pregi e vantaggi, difetti e pericoli. Un lavoro appassionato e rigoroso, come oramai è sempre meno frequente vedere, che ci guida nell'intrigato mondo della politica internazionale e del mercato globale che con la corsa all'acquisizione delle terre stanno cambiando il volto del Sud del mondo
Il libro si apre con il caso Etiopia, forse quello più importante e massiccio, per poi trasfreirsi in Arabia Saudita, Brasile, Tanzania e gli Stati Uniti, oltre che la FAO e le sedi degli incontri finanziari. L'Etiopia, come ci documenta Liberti, rappresenta per le sue caratteristiche il luogo ideale per gli investitori della Penisola araba: e' molto vicino geograficamente, ha una terra fertile e ricca d'acqua (nell'area degli altopiani), tutta la terra per Costituzione è di proprietà dello Stato e da oltre vent'anni è guidato in pratica da un partito unico senza opposizione. Quando a seguito della crisi alimentare del 2007-2008 è iniziata da parte dei Paesi Arabi (ma non solo) la corsa per accaparrarsi le terre fertili, la scelta dell'Etiopia è stata naturale.
Il viaggio si chiude in Tanzania, la nuova frontiera dei biocarburanti.
Ma la cosa forse più sorprendente è che nel libro Liberti smonta il falso mito per cui a guidare i paesi che si stanno "accaparrando" le terre in Africa sia la Cina. Con documenti e dati egli dimostra come la politica cinese nel continente abbia, per ora, altri obiettivi.

Un libro senz'altro da leggere, per capire le complessità africane.

Stefano Liberti è un giornalista, nato nel 1974, che pubblica i suoi reportage, soprattutto sull'Africa, su Il manifesto e altri periodici italiani ed esteri. Si è occupato anche di immigrazione in Italia, pubblicando nel 2008, sempre per Minimum Fax, un'inchiesta intitolata A sud di Lampedusa. Collabora anche con Silvestro Montanaro al programma televisivo C'era una volta.
Ecco una sua breve intervista sul libro.


Sancara aveva già pubblicato lo scorso ottobre un post titolato Land Grabbing: l'Africa in vendita. Vi invito anche a diffondere l'appello riportato qui sotto, perchè da quello che accadrà nei prossimi mesi o anni dipenderà non solo il destino di alcune popolazioni degli altopiani etiopici (e non solo) ma anche del mondo in cui tutti noi viviamo.

Le organizzazioni non governative, i movimenti dei piccoli agricoltori e le comunità locali a seguito del World Social Forum che ha avuto luogo a Dakar nel febbraio 2011, hanno lanciato un appello (Appello di Dakar), contro il Land Grabbing. E' un appello rivolto agli Stati e alle Organizzazioni Internazionali che è possibile firmare fino al 7 ottobre 2011 e che ha lo scopo di sensibilizzare sul tema e impedire scelte che rischiano di compromettere per sempre la situazione. Infatti dal 10 al 14 ottobre si terrà a Roma - presso la FAO - un vertice per discutere le Linee Guida per una Governance Responsabile dell'Agricoltura voluti dalla Banca Mondiale. Le organizzazioni contestano il fatto che "l'affitto o l'acquisto delle terre" possa essere responsabile. Il Land Grabbing deve essere bloccato.

www.sancara.org

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